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CINEMA: LAV, BOVINO UCCISO IN 'BAARIA' RACCAPRICCIANTE
E' una scelta "raccapricciante" quella di girare una scena di 'Baaria', il film di Giuseppe Tornatore, nella quale si uccide un bovino con un punteruolo conficcato nella fronte dell'animale. E' quanto afferma in un comunicato la Lega Anti Vivisezione (Lav). "La scena e' stata girata in Tunisia, in Italia sarebbe sarebbe scattato il codice penale - sottolinea la Lav -il regista Giuseppe Tornatore ha fatto uccidere appositamente un bovino che viene colpito alla testa con un punteruolo: l'animale si accascia a terra e ancora cosciente gli viene tagliata gola, il sangue zampilla in modo copioso mentre l'animale batte le palpebre e si muove leggermente fino a morire, alcune persone lo raccolgono in tazze per farlo poi bere a una delle attrici con la scusa che e' anemica". Per la Lav, che ha visionato il film nella 'Commissione di revisione cinematografica' di cui e' componente per legge, la scena e' "raccapricciante e cruenta, tanto piu' pe rche' realizzata con un animale ucciso appositamente". "Perche' Tornatore, volendo rappresentare un atto efferato dell'epoca rappresentata nel film, non ha scelto di utilizzare degli effetti speciali? Perche' - chiede la Lav - realizzare in Tunisia una scena che in Italia sarebbe considerata maltrattamento secondo il Codice penale poiche' effettuata senza stordimento e al di fuori di un macello autorizzato, fuori dal quale un bovino non puo' essere abbattuto?". La LAV rivolge questi interrogativi "al regista Tornatore e alla societa' di produzione Medusa chiedendo al Sottosegretario alla Salute Martini di realizzare il controllo sui set cinematografici e televisivi da lei annunciato alcuni mesi fa. Siamo convinti che cosi' - conclude la nota - anche per produzioni italiane realizzate in Paesi dove vigono norme piu' permissive di quella italiana, le cose cambierebbero".
APPELLO per VOLONTARI DI TORINO
APPELLO per VOLONTARI DI TORINO
Da due anni ci occupiamo della colonia felina dell'ex stazione Torino-Ceres.
Prima del nostro intervento la colonia versava da anni in una situazione penosa; una sessantina di gatti , molti ammalati, soprattutto di rogna , nessun intervento di sterilizzazione, alto tasso di mortalità, soprattutto di cuccioli. L'unica ad occuparsi di sfamarli era una signora molto anziana ed ammalata, senza l'aiuto di nessuno.
In pochi mesi siamo riuscite a far adottare quasi tutti i cuccioli e gli adulti più docili e a catturare e far sterilizzare quasi tutti i mici , una decina al canile minicipale, tutti gli altri da veterinari privati, solo grazie alle donazioni di molti di voi ( per chi volesse informazioni in merito i veterinari hanno l'elenco dettagliato di tutti i gatti sterilizzati, con date , cure e giorni di degenza effettuati e costi sostenuti )
Io . Laura, mi sono occupata delle catture per mesi,con l'aiuto di un paio di volontarie ; purtroppo di una di loro non abbiamo più notizie, l'altra si è trasferita in un'altra città cosicchè , non trovando altri aiuti, per cercare di completare il lavoro di sterilizzazione ho continuato ad andare nella colonia fino al 7° mese di gravidanza...dopodichè ho dovuto per forza fermarmi.
Rimanevano solo 3-4 femmine intere, sarebbe bastato ancora poco sforzo per finire il lavoro e porre fine alla prolificazione di altri randagi , abbiamo mandato diversi appelli per cercare persone che potessero darci una mano con le catture, non si chiedeva un impegno così gravoso e vincolante , solo la disponibilità di qualche ora un giorno alla settimana ; non era richiesta nemmeno chissà quale esperienza in merito, non ci vuole un patentino per usare le gabbie trappola, solo un pò di buona volontà .
Purtroppo solo pochissime persone si sono fatte avanti e tutte si sono dileguate dopo il primo tentativo, probabilmente perchè si sono accorte che passare un paio di ore a fare gli appostamenti, ad aspettare che il gatto si decida ad antrare nella gabbia, non è così divertente;ci vuole pazienza ma soprattutto motivazione, ovvero bisogna essere spinti dalla consapevolezza che quello
E' L'UNICO MODO PER COMBATTERE IL RANDAGISMO!
E' l'unico modo per evitare stragi di gattini che muoiono a causa del freddo, delle rinotracheiti, delle gastroenteriti, dei virus o schiacciati dalle macchine.
Ringraziamo di cuore Antonella , l'unica che sta andando una volta la settimana a tentare le catture ...ma da sola purtroppo può fare ben poco.
Risultato: non trovando altri volontari disponibili e in questi ultimi mesi non potendomi più occupare personalmente delle catture a causa di seri problemi personali le poche gatte intere rimaste hanno partorito e i loro figli a loro volta hanno sfornato altre cucciolate cosìcchè la colonia si è ripopolata in pochissimo tempo, vanificando tutto lo sforzo fatto in precedenza :-/
In questo momento ci sono diverse femmine da sterilizzare ma soprattutto molti cuccioli , molti sono stati trovati morti, altri sono malmessi, deperiti, raffreddati, non ce la faranno.
Facciamo ancora un ennesimo disperato appello , abbiamo bisogno di persone che possano darci la loro disponibilità anche solo un paio di ore alla settimana, non chiediamo un impegno per la vita, sarete voi a dirci come e quando; forniamo noi le gabbie trappola e non dovete fare altro che portare i gatti catturati dai veterinari che vi indicheremo.
C'è bisogno però di persone serie e motivate , che siano spinte dall'empatia per la sofferenza di questi animali ,che si gestiscano autonomamente nel tempo che hanno disponibile senza dover essere continuamente incalzate e spronate , che capiscano che il ruolo del "catturatore" è FONDAMENTALE per ridurre il fenomeno del randagismo.
Non stiamo chiedendo un favore personale ma aiuto per gli animali , per evitare ulteriori moltiplicazioni di randagi e continue morìe di cuccioli .
Chi potesse darci una mano può scrivere al nostro indirizzo lesfigatte@gmail.com indicando la propria disponibilità e fornendo un recapito telefonico, oppure mandare un sms al 3385378900 ( non chiamate per cortesia ) e sarete ricontattati
GRAZIE!
Da due anni ci occupiamo della colonia felina dell'ex stazione Torino-Ceres.
Prima del nostro intervento la colonia versava da anni in una situazione penosa; una sessantina di gatti , molti ammalati, soprattutto di rogna , nessun intervento di sterilizzazione, alto tasso di mortalità, soprattutto di cuccioli. L'unica ad occuparsi di sfamarli era una signora molto anziana ed ammalata, senza l'aiuto di nessuno.
In pochi mesi siamo riuscite a far adottare quasi tutti i cuccioli e gli adulti più docili e a catturare e far sterilizzare quasi tutti i mici , una decina al canile minicipale, tutti gli altri da veterinari privati, solo grazie alle donazioni di molti di voi ( per chi volesse informazioni in merito i veterinari hanno l'elenco dettagliato di tutti i gatti sterilizzati, con date , cure e giorni di degenza effettuati e costi sostenuti )
Io . Laura, mi sono occupata delle catture per mesi,con l'aiuto di un paio di volontarie ; purtroppo di una di loro non abbiamo più notizie, l'altra si è trasferita in un'altra città cosicchè , non trovando altri aiuti, per cercare di completare il lavoro di sterilizzazione ho continuato ad andare nella colonia fino al 7° mese di gravidanza...dopodichè ho dovuto per forza fermarmi.
Rimanevano solo 3-4 femmine intere, sarebbe bastato ancora poco sforzo per finire il lavoro e porre fine alla prolificazione di altri randagi , abbiamo mandato diversi appelli per cercare persone che potessero darci una mano con le catture, non si chiedeva un impegno così gravoso e vincolante , solo la disponibilità di qualche ora un giorno alla settimana ; non era richiesta nemmeno chissà quale esperienza in merito, non ci vuole un patentino per usare le gabbie trappola, solo un pò di buona volontà .
Purtroppo solo pochissime persone si sono fatte avanti e tutte si sono dileguate dopo il primo tentativo, probabilmente perchè si sono accorte che passare un paio di ore a fare gli appostamenti, ad aspettare che il gatto si decida ad antrare nella gabbia, non è così divertente;ci vuole pazienza ma soprattutto motivazione, ovvero bisogna essere spinti dalla consapevolezza che quello
E' L'UNICO MODO PER COMBATTERE IL RANDAGISMO!
E' l'unico modo per evitare stragi di gattini che muoiono a causa del freddo, delle rinotracheiti, delle gastroenteriti, dei virus o schiacciati dalle macchine.
Ringraziamo di cuore Antonella , l'unica che sta andando una volta la settimana a tentare le catture ...ma da sola purtroppo può fare ben poco.
Risultato: non trovando altri volontari disponibili e in questi ultimi mesi non potendomi più occupare personalmente delle catture a causa di seri problemi personali le poche gatte intere rimaste hanno partorito e i loro figli a loro volta hanno sfornato altre cucciolate cosìcchè la colonia si è ripopolata in pochissimo tempo, vanificando tutto lo sforzo fatto in precedenza :-/
In questo momento ci sono diverse femmine da sterilizzare ma soprattutto molti cuccioli , molti sono stati trovati morti, altri sono malmessi, deperiti, raffreddati, non ce la faranno.
Facciamo ancora un ennesimo disperato appello , abbiamo bisogno di persone che possano darci la loro disponibilità anche solo un paio di ore alla settimana, non chiediamo un impegno per la vita, sarete voi a dirci come e quando; forniamo noi le gabbie trappola e non dovete fare altro che portare i gatti catturati dai veterinari che vi indicheremo.
C'è bisogno però di persone serie e motivate , che siano spinte dall'empatia per la sofferenza di questi animali ,che si gestiscano autonomamente nel tempo che hanno disponibile senza dover essere continuamente incalzate e spronate , che capiscano che il ruolo del "catturatore" è FONDAMENTALE per ridurre il fenomeno del randagismo.
Non stiamo chiedendo un favore personale ma aiuto per gli animali , per evitare ulteriori moltiplicazioni di randagi e continue morìe di cuccioli .
Chi potesse darci una mano può scrivere al nostro indirizzo lesfigatte@gmail.com indicando la propria disponibilità e fornendo un recapito telefonico, oppure mandare un sms al 3385378900 ( non chiamate per cortesia ) e sarete ricontattati
GRAZIE!
URGENTE.....SERVE VOL PER ALLATTARE 3 GATTINI A FIRENZE
URGENTE.....SERVE VOL PER ALLATTARE 3 GATTINI A FIRENZE
APPELLO URGENTE SU FIRENZE: CERCHIAMO VOLONTARI PER ALLATTARE TRE GATTINI DI QUINDICI GIORNI LA MAMMA E' MORTA ( INVESTITA DA UN'AUTO) APPENA SVEZZATI PENSEREMO NOI ALL'ADOZIONE.PROCURIAMO NOI IL LATTE E RIMBORSIAMO EVENTUALI SPESE. Contattare Paola ( mia moglie) 3394943167"
APPELLO URGENTE SU FIRENZE: CERCHIAMO VOLONTARI PER ALLATTARE TRE GATTINI DI QUINDICI GIORNI LA MAMMA E' MORTA ( INVESTITA DA UN'AUTO) APPENA SVEZZATI PENSEREMO NOI ALL'ADOZIONE.PROCURIAMO NOI IL LATTE E RIMBORSIAMO EVENTUALI SPESE. Contattare Paola ( mia moglie) 3394943167"
CONTRO I TRAFFICANTI DI CUCCIOLI ! FERMIAMO QUEST' OSCENITA'!
SI RACCOLGONO LE FIRME PER SUPPORTARE L'OPERATO
DELLE VOLONTARIE DELLA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE, INOPPORTUNAMENTE ESTROMESSE DALLA GESTIONE DEL CANILE ORMAI AFFIDATO AD UNA MUNICIPALIZZATA LOCALE.
VI PREGO DI RECARVI AL PIù PRESTO PRESSO L'ERBORISTERIA "LA MIMOSA" di Franca Costantini in VIA TRAIANA, 30 A CIVITAVECCHIA.
SERVONO SOLO FIRME, NON SI RACCOLGONO SOLDI!
COMPATTI PER IL DIRITTO DEI PICCOLI!
GRAZIE PER QUANTO POTRETE FARE.
Francesca Fra
Cause Creator
DELLE VOLONTARIE DELLA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE, INOPPORTUNAMENTE ESTROMESSE DALLA GESTIONE DEL CANILE ORMAI AFFIDATO AD UNA MUNICIPALIZZATA LOCALE.
VI PREGO DI RECARVI AL PIù PRESTO PRESSO L'ERBORISTERIA "LA MIMOSA" di Franca Costantini in VIA TRAIANA, 30 A CIVITAVECCHIA.
SERVONO SOLO FIRME, NON SI RACCOLGONO SOLDI!
COMPATTI PER IL DIRITTO DEI PICCOLI!
GRAZIE PER QUANTO POTRETE FARE.
Francesca Fra
Cause Creator
Animali spariti dal canile riappaiono su internet
H un canile insolitamente vuoto quello di Strada Paiola, alla periferia di Pavia. 'Cìè chi si chiede se l'esiguità di animali presenti sia da attribuire alla spiccata sensibilità dei pavesi o all'abilità dei cani autoctoni di non smarrirsi.La verità sembra tuttavia essere un'altra: il canile pavese sarebbe al centro di un traffico europeo di animali, basato su prestanomi e siti internet di compravendita del miglior amico dell'uomo. L'anomalia pavese è stata sollevata dall'Enpa qualche mese fa. Ora, la questione è arrivata sul tavolo del sottosegretario al welfare Francesca Martini, in prima linea nella difesa dei diritti degli animali. L'Enpa, che fa regolarmente visita ai cani ospitati in Strada Paiola, si è accorta che nella struttura erano presenti poche decine di animali, un numero significativamente più basso rispetto alle vicine realtà di Voghera e Vigevano. Ulteriori sospetti sono nati quando i volontari hanno ritrovato su alcuni siti web, in Svizzera e Germania, decine di cani che avevano fotografato nella struttura pavese e per i quali la direzione locale aveva assicurato che erano stati adottati o restituiti ai proprietari. Gli esempi non mancano. Sabrina è una femmina bretone bianca e marrone, di 4 anni, accalappiata il 21 ottobre 2008. Il mese successivo è stata data in affido a una cittadina elvetica. Eppure, nel giugno di questanno, eccola chiedere un padrone dalle pagine del sito http://www.facebook.com/l/9fea2;www.amicicani.com. Per lEnpa è proprio lei, senza dubbio. Il pavimento, la lettiera bianca di plastica e il pozzetto per lo scolo dell'acqua sono gi stessi del ricovero per cani di Pavia. Una storia simile riguarda Teresio, un cane dato in adozione tempo fa e di cui le volontarie Enpa si sono messe invano sulle tracce. Chiediamo di conoscere il suo indirizzo, sapere fisicamente dov'è ma neppure l'Asl ci risponde;, dicono. Era stato accalappiato nel 2005 e ospitato a Pavia. Nel 2007 è comparso sul sito di un'associazione in Germania. E non diverse sono le vicende di Bettina, Gullit e Radon.Secondo i dati forniti dal canile, il 40% dei cani ospitati sarebbe restituito ai legittimi proprietari in tempi brevi, grazie ai microchip di riconoscimento. La restante percentuale sarebbe adottata da privati o associazioni animaliste, dopo i 10giorni di affido all'Asl. Di recente - spiega Vincenza Tardino dell'Enpa - abbiamo promosso la campagna Ti deporto a fare un giro che denuncia le finte adozioni e il trasferimento all'estero di animali italiani, ma siamo stati insultati;. Eppure, sono anni che tir e aerei trasportano gli animali in Germania, Svizzera e Austria;.
A settembre scegli Almo Nature: aiuterai i cani abbandonati.
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che da sempre rivolge il suo impegno nella ricerca di strumenti utili a migliorare le condizioni di vita dei nostri amici a 4 zampe, quest'anno ha incontrato la collaborazione di una delle più autorevoli tra le aziende "cruelty-free", 'Non Testato su Animali', la Almo Nature.
Dopo il consueto, tragico exploit di abbandoni dei mesi estivi, sono tanti i cani nei canili e c’è un grande bisogno di cibo.
Partirà quindi da questo mese, settembre, una nuova iniziativa solidale in favore dei cani meno fortunati, a cui Almo Nature ha deciso di donare il 10% del fatturato Italia della linea cane del mese di settembre. Donazione che, ovviamente, sarà elargita sotto forma di gustosissime crocchette Almo Nature!!! L’aiuto più naturale ma nel contempo più prezioso che Almo Nature può offrire per questa fantastica iniziativa.... e per la gioia dei nostri quattro zampe.
Aiutaci anche tu: a settembre, acquista Almo Nature al tuo cane e contribuirai a sfamare migliaia di animali più sfortunati!
Scaricate il file allegato per più info sull' iniziativa e
visitate il sito di Almo Nature:
http://www.facebook.com/l/dd1a1;www.almonature.eu/
Dopo il consueto, tragico exploit di abbandoni dei mesi estivi, sono tanti i cani nei canili e c’è un grande bisogno di cibo.
Partirà quindi da questo mese, settembre, una nuova iniziativa solidale in favore dei cani meno fortunati, a cui Almo Nature ha deciso di donare il 10% del fatturato Italia della linea cane del mese di settembre. Donazione che, ovviamente, sarà elargita sotto forma di gustosissime crocchette Almo Nature!!! L’aiuto più naturale ma nel contempo più prezioso che Almo Nature può offrire per questa fantastica iniziativa.... e per la gioia dei nostri quattro zampe.
Aiutaci anche tu: a settembre, acquista Almo Nature al tuo cane e contribuirai a sfamare migliaia di animali più sfortunati!
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Palermo, Confessione choc resa ad un’animalista: "Ho ucciso i cuccioli appena nati da tutte le cagne"
L’uccisione di cucciolate di animali, anche di quelli d’affezione, spesso di esserini appena nati, non è certo una novità, purtroppo, ed a volte avviene nell’indifferenza più totale e nella completa ignoranza di leggi che oggi tutelano gli stessi animali. Accade ovunque e tale orribile fenomeno non fa certamente eccezione in una Sicilia in cui il randagismo abbonda, favorito dall’insufficienza di un’opera di prevenzione e dall’incuria – tranne rare eccezioni – delle istituzioni locali e degli stessi cittadini, nella più totale assenza di un’opera preventiva di educazione al rispetto per gli animali e ad un corretto rapporto uomo-animale.
Marina – l’involontaria protagonista della nostra storia in qualità e funzione recettiva della ‘confessione’ di un tecnico (come lo stesso le si è qualificato) che lavora presso il “Consorzio degli Allevatori” di piazza Belmonte a Palermo ma il cui nome ci è ignoto – sta passeggiando con i propri cani.
Marina è una fervente animalista e si è distinta già varie volte per azioni volontarie nella difesa e nella cura di animali abbandonati. Il signore in questione, incontratola, prima dà segno di ammirare i suoi cani e ad un tratto, nel fervore della discussione, le confida un orrendo delitto, “probabilmente per sgravarsi la coscienza” – ad avviso della stessa Marina. “In campagna ho delle cagne” – comincia a raccontarle. “Un cane della zona ha rotto la recinzione e le ha ingravidate. Se dovesse tornare gli sparerei” – prosegue il sedicente tecnico. La nostra amica volontaria gli risponde che non è necessario, cercando di calmarlo e che esistono altri mezzi, fino, ad esempio, in casi davvero estremi, il ricorso eventuale alla sterilizzazione attraverso l’Ausl. Marina è una donna che ha ben chiaro il rispetto della vita animale ma anche la coscienza dell’osservanza delle leggi. Poi la confessione agghiacciante: “Ma veda, io ho già ucciso dei cani. Una volta nati quei cuccioli, li ho messi tutti in un sacco e li ho ammazzati, di notte.” Erano appena nati. Le cagne ne avevano partoriti parecchi.
Marina in quell’istante prorompe in un attacco incontrollato che è insieme un misto di profonda pena, d’insormontabile impotenza e d’incontrollabile rabbia. Oltre a palesargli la gravissima violazione di un articolo del codice penale, aggiunge parole durissime contro colui che giudica, non a torto, un criminale assassino e che purtroppo adesso molto probabilmente la farà franca.
Ma al tempo stesso si chiede: “Le cagne che fine faranno se dovessero restare ancora incinte? E gli altri possibili nuovi cagnolini nati faranno la stessa fine? Dovrà restare impunito questo efferato crimine ed altri come questo? L’ambiente degli allevatori saprà reagire a tali misfatti o rimarrà complice di questo ed altri possibili infami delitti?”
Con la nostra redazione, poi, continua a stigmatizzare giustamente certi comportamenti guidati dall’ignavia e dalla totale ignoranza della realtà secolare, in specie ma non esclusivamente perpetrati nella nostra regione:
“Spesso mi sento ripetere dalla gente che incontro” - ci confida - “che gli animali vanno rinchiusi in strutture idonee. Le ’strutture idonee’ nella realtà non ci sono quasi mai ed i canili e i gattili dovrebbero servire come centri di prima emergenza non come ‘ergastoli a vita’. Per i cittadini l’importante è non avere tra i piedi i randagi, poco importa al cospetto del loro egoismo ed esclusivo benessere tutto il resto e la legge regionale sul randagismo è poco efficace e mal recepita. Mi è giunta notizia della terribile situazione di cani nel porto di Porto Empedocle e di vari altri centri ” - prosegue la coraggiosa volontaria - “Non trovando soluzioni si vorrebbe risolvere le situazioni con metodi poco ortodossi. Io penso” – conclude tristemente Marina - “che la vicenda di quel signore di Palermo vada inserita in un contesto di degrado e di inciviltà in cui versano gli animali in Sicilia. E della quasi totale indifferenza dei Siciliani nei confronti del problema, eccetto quei volontari e veterinari – e per fortuna ce ne sono ancora, tra i quali l’amica volontaria Marina, vanto della Sicilia corretta e sensibile (n.d.r.) - che si adoperano per fronteggiare questa orrenda piaga che cresce a dismisura e ci lacera nei cuori e nelle coscienze ogni giorno di più.
Marina – l’involontaria protagonista della nostra storia in qualità e funzione recettiva della ‘confessione’ di un tecnico (come lo stesso le si è qualificato) che lavora presso il “Consorzio degli Allevatori” di piazza Belmonte a Palermo ma il cui nome ci è ignoto – sta passeggiando con i propri cani.
Marina è una fervente animalista e si è distinta già varie volte per azioni volontarie nella difesa e nella cura di animali abbandonati. Il signore in questione, incontratola, prima dà segno di ammirare i suoi cani e ad un tratto, nel fervore della discussione, le confida un orrendo delitto, “probabilmente per sgravarsi la coscienza” – ad avviso della stessa Marina. “In campagna ho delle cagne” – comincia a raccontarle. “Un cane della zona ha rotto la recinzione e le ha ingravidate. Se dovesse tornare gli sparerei” – prosegue il sedicente tecnico. La nostra amica volontaria gli risponde che non è necessario, cercando di calmarlo e che esistono altri mezzi, fino, ad esempio, in casi davvero estremi, il ricorso eventuale alla sterilizzazione attraverso l’Ausl. Marina è una donna che ha ben chiaro il rispetto della vita animale ma anche la coscienza dell’osservanza delle leggi. Poi la confessione agghiacciante: “Ma veda, io ho già ucciso dei cani. Una volta nati quei cuccioli, li ho messi tutti in un sacco e li ho ammazzati, di notte.” Erano appena nati. Le cagne ne avevano partoriti parecchi.
Marina in quell’istante prorompe in un attacco incontrollato che è insieme un misto di profonda pena, d’insormontabile impotenza e d’incontrollabile rabbia. Oltre a palesargli la gravissima violazione di un articolo del codice penale, aggiunge parole durissime contro colui che giudica, non a torto, un criminale assassino e che purtroppo adesso molto probabilmente la farà franca.
Ma al tempo stesso si chiede: “Le cagne che fine faranno se dovessero restare ancora incinte? E gli altri possibili nuovi cagnolini nati faranno la stessa fine? Dovrà restare impunito questo efferato crimine ed altri come questo? L’ambiente degli allevatori saprà reagire a tali misfatti o rimarrà complice di questo ed altri possibili infami delitti?”
Con la nostra redazione, poi, continua a stigmatizzare giustamente certi comportamenti guidati dall’ignavia e dalla totale ignoranza della realtà secolare, in specie ma non esclusivamente perpetrati nella nostra regione:
“Spesso mi sento ripetere dalla gente che incontro” - ci confida - “che gli animali vanno rinchiusi in strutture idonee. Le ’strutture idonee’ nella realtà non ci sono quasi mai ed i canili e i gattili dovrebbero servire come centri di prima emergenza non come ‘ergastoli a vita’. Per i cittadini l’importante è non avere tra i piedi i randagi, poco importa al cospetto del loro egoismo ed esclusivo benessere tutto il resto e la legge regionale sul randagismo è poco efficace e mal recepita. Mi è giunta notizia della terribile situazione di cani nel porto di Porto Empedocle e di vari altri centri ” - prosegue la coraggiosa volontaria - “Non trovando soluzioni si vorrebbe risolvere le situazioni con metodi poco ortodossi. Io penso” – conclude tristemente Marina - “che la vicenda di quel signore di Palermo vada inserita in un contesto di degrado e di inciviltà in cui versano gli animali in Sicilia. E della quasi totale indifferenza dei Siciliani nei confronti del problema, eccetto quei volontari e veterinari – e per fortuna ce ne sono ancora, tra i quali l’amica volontaria Marina, vanto della Sicilia corretta e sensibile (n.d.r.) - che si adoperano per fronteggiare questa orrenda piaga che cresce a dismisura e ci lacera nei cuori e nelle coscienze ogni giorno di più.
Orrore a San Donato Val Comino
Orrore a San Donato Val Comino dove sulla superstrada 509 che porta a Forca D'Acero tre cani randagi sono stati uccisi, scaraventati giù per un dirupo e ritrovati l'altro ieri sera in stato di decomposizione.
A dare l'allarme una signora che era a passeggio lungo la strada ed ha avvertito il tremendo fetore delle carcasse degli animali.
Gli animalisti annunciano azioni imminenti e attaccano: Anche se in decomposizione, i cani erano riconoscibili, uno in particolare. Erano già un po' di giorni che alcuni randagi di San Donato erano spariti e di loro non se ne aveva più traccia, fin da subito il sospetto di chi li aiutava era che qualcuno li avesse uccisi. Questa storia non passerà inosservata e di certo riporterà gli animalisti sul piede di guerra;. In particolare si ha il sospetto che l'episodio sia legato ad un modo spiccio e brutale di combattere il randagismo nella Valle di Comino, eliminando il problema alla radice.
Vittorio Fargnoli, la persona che ha recuperato nel burrone i corpi decomposti delle bestiole annuncia di ricorrere al Prefetto di Frosinone dopo le denuncie all'Asl e ai Carabinieri. Solo il caso ha permesso di ritrovare i corpi gettati sotto la scarpata che costeggia la strada verso Forca D'Acero poco dopo l'uscita del comune;, afferma Vittoria, animalista dell'associazione atinate che collabora con l'ambulatorio veterinario dell'Asl di Sora.
Sono sceso da solo, a causa della puzza l'altra persona che era con me ha preferito restare sulla strada racconta Fargnoli. Gli animali li hanno presi e buttati giù, ma sono rimasti bloccati dalla vegetazione;.
Noi li conoscevamo quei cani li ho sterilizzati io aggiunge il veterinario. Tre meticci buttati di sotto, uno strazio. E' opera di più persone assicura Là sotto i cani ce li hanno gettati, gli animali non ci potevano arrivare in altro modo. Come li hanno uccisi? Questo non lo posso dire. E' certo solo che è stato atroce;.
Due dei randagi uccisi si facevano avvicinare dalle persone il terzo no spiegano gli animalisti. Presumiamo che li abbiano uccisi con il veleno o in altro modo, poi li hanno presi, caricati e fatti sparire perchi se poi non si trovano è meglio. Scriverò al Prefetto;. Sin qui la testimonianza di Fargnoli. Il sospetto è che dietro questo inquietante gesto ci sia il problema delle lamentele legate ai randagi e quello dei costi legati a canili e accalappiamento.
A dare l'allarme una signora che era a passeggio lungo la strada ed ha avvertito il tremendo fetore delle carcasse degli animali.
Gli animalisti annunciano azioni imminenti e attaccano: Anche se in decomposizione, i cani erano riconoscibili, uno in particolare. Erano già un po' di giorni che alcuni randagi di San Donato erano spariti e di loro non se ne aveva più traccia, fin da subito il sospetto di chi li aiutava era che qualcuno li avesse uccisi. Questa storia non passerà inosservata e di certo riporterà gli animalisti sul piede di guerra;. In particolare si ha il sospetto che l'episodio sia legato ad un modo spiccio e brutale di combattere il randagismo nella Valle di Comino, eliminando il problema alla radice.
Vittorio Fargnoli, la persona che ha recuperato nel burrone i corpi decomposti delle bestiole annuncia di ricorrere al Prefetto di Frosinone dopo le denuncie all'Asl e ai Carabinieri. Solo il caso ha permesso di ritrovare i corpi gettati sotto la scarpata che costeggia la strada verso Forca D'Acero poco dopo l'uscita del comune;, afferma Vittoria, animalista dell'associazione atinate che collabora con l'ambulatorio veterinario dell'Asl di Sora.
Sono sceso da solo, a causa della puzza l'altra persona che era con me ha preferito restare sulla strada racconta Fargnoli. Gli animali li hanno presi e buttati giù, ma sono rimasti bloccati dalla vegetazione;.
Noi li conoscevamo quei cani li ho sterilizzati io aggiunge il veterinario. Tre meticci buttati di sotto, uno strazio. E' opera di più persone assicura Là sotto i cani ce li hanno gettati, gli animali non ci potevano arrivare in altro modo. Come li hanno uccisi? Questo non lo posso dire. E' certo solo che è stato atroce;.
Due dei randagi uccisi si facevano avvicinare dalle persone il terzo no spiegano gli animalisti. Presumiamo che li abbiano uccisi con il veleno o in altro modo, poi li hanno presi, caricati e fatti sparire perchi se poi non si trovano è meglio. Scriverò al Prefetto;. Sin qui la testimonianza di Fargnoli. Il sospetto è che dietro questo inquietante gesto ci sia il problema delle lamentele legate ai randagi e quello dei costi legati a canili e accalappiamento.
l Palio di Pula finisce nel sangue.
Giotto , uno splendido purosangue montato da Riccardo Tuffu di Oliena, sbanda improvvisamente, vira all'interno della pista e per il suo fantino diventa improvvisamente ingovernabile. È la fine. Il povero animale finisce sulla staccionata, un legno affilato gli si confica sul petto uccidendolo. È l'epilogo, tragico, di una grande festa cominciata quattro ore prima sulla pista di Perdu Collu, tra le montagne di Piscinamanna e il mare di Santa Margherita. Un manifestazione ippica voluta con forza anni fa dall'associazione dei Cavalieri di Pula. Giotto era una vera stella, un destriero di razza e apparteneva a Samuele Porcedda, allevatore di Villamar. E Tuffu un grande fantino, abituato a gareggiare su percorsi importanti come il Palio di Siena. È rimasto fortunatamente illeso dopo l'uscita di pista.
L'incidente si è verificato poco prima delle 20, quando il Palio di Pula, dopo le batterie di qualificazione, era giunto ormai all'epilogo. All'ultimo giro della finale, Giotto era nel gruppo di testa e andava velocissimo. Il cavallo percorreva la parte interna della pista, quando all'improvviso ha stretto troppo la curva ed è piombato sulla staccionata che delimita il percorso di gara. L'impatto è stato tremendo, l'animale è rimasto infilzato su un palo che gli ha spaccato il cuore: un nitrito e poi la morte tra le urla degli spettatori visibilmente spaventati per la tragedia che si era appena consumata sotto i loro occhi. Riccardo Tuffu non ha riportato conseguenze: per lui qualche attimo di paura ma nessuna ferita.
Nella pista di Perdu Collu, considerata da tutti uno dei migliori circuiti regionali, la finale del palio non è stata accolta con i consueti festeggiamenti, la tristezza per la morte del cavallo ha spento il clima di festa. La finale se l'è aggiudicata il fantino Francesco Caria che ha preceduto Giuseppe Piccinnu: il montepremi di 6500 euro è stato diviso tra tutti i finalisti della competizione. Dispiaciuti gli organizzatori del Palo di Pula, che nelle ultime settimane avevano lavorato non poco per la riuscita della manifestazione.
«Nelle batterie di qualificazione era andato tutto per il verso giusto - racconta Pasquale Abis dell'associazione Cavalieri di Pula - purtroppo nell'ultimo giro della finale si è verificato questo brutto incidente: dispiace per la morte del cavallo. Il Palio di Pula tornerà regolarmente il prossimo anno con un montepremi di diecimila euro». Anche in Comune la soddisfazione per la riuscita del Palio di Pula che ha portato in paese oltre mille appassionati dell'equitazione, va a cozzare con il dispiacere per la morte del cavallo. «Abbiamo patrocinato questa manifestazione con molto entusiasmo per l'impegno e la passione degli organizzatori - spiega l'assessore allo Sport, Emanuele Farnetti - in futuro bisognerà lavorare perché tali incidenti non si verifichino più».
Aggiungo: era meglio se moriva il fantino e restava vivo il cavallo, cosi forse il palio non lo facevano piu, ma tanto la vita di un cavallo che importanza ha?
L'incidente si è verificato poco prima delle 20, quando il Palio di Pula, dopo le batterie di qualificazione, era giunto ormai all'epilogo. All'ultimo giro della finale, Giotto era nel gruppo di testa e andava velocissimo. Il cavallo percorreva la parte interna della pista, quando all'improvviso ha stretto troppo la curva ed è piombato sulla staccionata che delimita il percorso di gara. L'impatto è stato tremendo, l'animale è rimasto infilzato su un palo che gli ha spaccato il cuore: un nitrito e poi la morte tra le urla degli spettatori visibilmente spaventati per la tragedia che si era appena consumata sotto i loro occhi. Riccardo Tuffu non ha riportato conseguenze: per lui qualche attimo di paura ma nessuna ferita.
Nella pista di Perdu Collu, considerata da tutti uno dei migliori circuiti regionali, la finale del palio non è stata accolta con i consueti festeggiamenti, la tristezza per la morte del cavallo ha spento il clima di festa. La finale se l'è aggiudicata il fantino Francesco Caria che ha preceduto Giuseppe Piccinnu: il montepremi di 6500 euro è stato diviso tra tutti i finalisti della competizione. Dispiaciuti gli organizzatori del Palo di Pula, che nelle ultime settimane avevano lavorato non poco per la riuscita della manifestazione.
«Nelle batterie di qualificazione era andato tutto per il verso giusto - racconta Pasquale Abis dell'associazione Cavalieri di Pula - purtroppo nell'ultimo giro della finale si è verificato questo brutto incidente: dispiace per la morte del cavallo. Il Palio di Pula tornerà regolarmente il prossimo anno con un montepremi di diecimila euro». Anche in Comune la soddisfazione per la riuscita del Palio di Pula che ha portato in paese oltre mille appassionati dell'equitazione, va a cozzare con il dispiacere per la morte del cavallo. «Abbiamo patrocinato questa manifestazione con molto entusiasmo per l'impegno e la passione degli organizzatori - spiega l'assessore allo Sport, Emanuele Farnetti - in futuro bisognerà lavorare perché tali incidenti non si verifichino più».
Aggiungo: era meglio se moriva il fantino e restava vivo il cavallo, cosi forse il palio non lo facevano piu, ma tanto la vita di un cavallo che importanza ha?
ORDINANZE E LEGGI PER I CANI
ANIMALI. In GU l'ordinanza anti canili-lager
Pubblicata sulla Gazzetta di ieri, contiene norme improntate alla tutela dei randagi e a un criterio di umanità. Porte aperte alle associazioni animaliste e alla cittadinanza.
Un’ordinanza del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 7-9-2009 raccomanda umanità e attenzione nella gestione dei randagi presso i canili comunali. L’art.1 recita che l’affidamento in gestione e mantenimento degli animali da affezione smarriti o randagi “deve tener conto della natura di esseri senzienti degli animali”, evitando “lo stress degli animali di affezione dovuto a trasporti su lunga distanza”. Sempre lo stesso articolo ricorda le caratteristiche necessarie per l’abilitazione delle strutture: devono avere “requisiti strutturali e condizioni di mantenimento almeno non inferiori a quelli previsti dalle leggi regionali e dei regolamenti attuativ i del territorio di provenienza dei cani”; devono avere “l'autorizzazione sanitaria e la presenza di un medico veterinario libero professionista come responsabile sanitario”; non devono superare una capienza prestabilita (200 unità di animali). Assolutamente favorito l’accesso delle associazioni animaliste: “la struttura individuata per il mantenimento dei cani, deve prevedere l'accesso alla struttura e la presenza delle associazioni riconosciute in conformita' alla vigente normativa regionale, onlus o enti morali aventi come finalita' la protezione degli animali, al fine di favorire l'adozione dei cani”, così come altra azione o campagna che possa stimolare l’adozione di animali: apertura al pubblico almeno tre giorni alla settimana, affissione di manifesti e annunci.
L’ordinanza fissa infine i criteri di fondo che devono essere previsti dai Comuni nei ban di di gara per l’assegnazione delle strutture. A sovrintendere all’applicazione delle nuove disposizioni saranno i Prefetti.
Per leggere il testo integrale dell’ordinanza:
http://www.facebook.com/l/;www.gazzettaufficiale.it/
Pubblicata sulla Gazzetta di ieri, contiene norme improntate alla tutela dei randagi e a un criterio di umanità. Porte aperte alle associazioni animaliste e alla cittadinanza.
Un’ordinanza del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 7-9-2009 raccomanda umanità e attenzione nella gestione dei randagi presso i canili comunali. L’art.1 recita che l’affidamento in gestione e mantenimento degli animali da affezione smarriti o randagi “deve tener conto della natura di esseri senzienti degli animali”, evitando “lo stress degli animali di affezione dovuto a trasporti su lunga distanza”. Sempre lo stesso articolo ricorda le caratteristiche necessarie per l’abilitazione delle strutture: devono avere “requisiti strutturali e condizioni di mantenimento almeno non inferiori a quelli previsti dalle leggi regionali e dei regolamenti attuativ i del territorio di provenienza dei cani”; devono avere “l'autorizzazione sanitaria e la presenza di un medico veterinario libero professionista come responsabile sanitario”; non devono superare una capienza prestabilita (200 unità di animali). Assolutamente favorito l’accesso delle associazioni animaliste: “la struttura individuata per il mantenimento dei cani, deve prevedere l'accesso alla struttura e la presenza delle associazioni riconosciute in conformita' alla vigente normativa regionale, onlus o enti morali aventi come finalita' la protezione degli animali, al fine di favorire l'adozione dei cani”, così come altra azione o campagna che possa stimolare l’adozione di animali: apertura al pubblico almeno tre giorni alla settimana, affissione di manifesti e annunci.
L’ordinanza fissa infine i criteri di fondo che devono essere previsti dai Comuni nei ban di di gara per l’assegnazione delle strutture. A sovrintendere all’applicazione delle nuove disposizioni saranno i Prefetti.
Per leggere il testo integrale dell’ordinanza:
http://www.facebook.com/l/;www.gazzettaufficiale.it/
Sangue al Palio dei Berberi: cavalla finisce la corsa sventrata
Un altro animale ferito gravemente a una gamba
PALERMO
Due degli oltre 20 cavalli in gara al «Palio dei Berberi» di Calascibetta (Enna) hanno sfondato il e dopo aver travolto una rudimentale staccionata di pali di legno e nastri di plastica, hanno disarcionato i fantini e sono finiti contro alcune auto in sosta. Una cavalla, sventrata forse da uno dei paletti, ha subito una vasta ferita al torace mentre l’altro animale si è ferito a una zampa anteriore.
La scena è stata documentata in video da due animalisti della Lav Sicilia, Carlo Aprile ed Ennio Bonfanti. La cavalla sventrata è stata trascinata su un veicolo furgonato che si è dileguato tra il clamore di fantini e allevatori. I due animalisti sono stati minacciati e strattonati. «Quello del Palio dei Berberi si è rivelato, quindi, uno spettacolo vergognoso e sanguinario, un’altra tragedia annunciata: sin dal 2005, infatti, la Lav aveva denunciato che il palio di Calascibetta era pericolosissimo e si sarebbe trasformato in una mattanza per gli animali» dice Carlo Aprile, responsabile regionale LAV del settore «Palii e feste sadiche».
La Lav aveva chiesto al Prefetto di Enna di vietare il Palio, autorizzato da Comune e Servizi Veterinari nonostante irregolarità quali l’assenza di un’ambulanza veterinaria, la delimitazione insicura del tracciato di gara e la mancanza di paratie per attutire eventuali impatti o cadute. La Lav sollecita la magistratura ad avviare un’indagine per maltrattamento o uccisione di animali, spettacoli o manifestazioni vietati, competizioni non autorizzate e scommesse clandestine.
Nota: l'immagine è stata elaborata e sfocata per tutelare la sensibilità dei lettori.
http://www.facebook.com/l/;www.lastampa.it/multimedia/multimedia.aspIDmsezione=59&IDalbum=20410&tipo=VIDEO#mpos
Pubblichiamo qui le immagini e il video davvero choc di quanto accaduto al Palio dei Berberi senza filtri con la speranza che possano sensibilizzare chi ancora non è convinto sulla crudeltà e pericolosità di certe manifestazioni.
PALERMO
Due degli oltre 20 cavalli in gara al «Palio dei Berberi» di Calascibetta (Enna) hanno sfondato il e dopo aver travolto una rudimentale staccionata di pali di legno e nastri di plastica, hanno disarcionato i fantini e sono finiti contro alcune auto in sosta. Una cavalla, sventrata forse da uno dei paletti, ha subito una vasta ferita al torace mentre l’altro animale si è ferito a una zampa anteriore.
La scena è stata documentata in video da due animalisti della Lav Sicilia, Carlo Aprile ed Ennio Bonfanti. La cavalla sventrata è stata trascinata su un veicolo furgonato che si è dileguato tra il clamore di fantini e allevatori. I due animalisti sono stati minacciati e strattonati. «Quello del Palio dei Berberi si è rivelato, quindi, uno spettacolo vergognoso e sanguinario, un’altra tragedia annunciata: sin dal 2005, infatti, la Lav aveva denunciato che il palio di Calascibetta era pericolosissimo e si sarebbe trasformato in una mattanza per gli animali» dice Carlo Aprile, responsabile regionale LAV del settore «Palii e feste sadiche».
La Lav aveva chiesto al Prefetto di Enna di vietare il Palio, autorizzato da Comune e Servizi Veterinari nonostante irregolarità quali l’assenza di un’ambulanza veterinaria, la delimitazione insicura del tracciato di gara e la mancanza di paratie per attutire eventuali impatti o cadute. La Lav sollecita la magistratura ad avviare un’indagine per maltrattamento o uccisione di animali, spettacoli o manifestazioni vietati, competizioni non autorizzate e scommesse clandestine.
Nota: l'immagine è stata elaborata e sfocata per tutelare la sensibilità dei lettori.
http://www.facebook.com/l/;www.lastampa.it/multimedia/multimedia.aspIDmsezione=59&IDalbum=20410&tipo=VIDEO#mpos
Pubblichiamo qui le immagini e il video davvero choc di quanto accaduto al Palio dei Berberi senza filtri con la speranza che possano sensibilizzare chi ancora non è convinto sulla crudeltà e pericolosità di certe manifestazioni.
RAGAZZI LEGGETE E SE POTETE AIUTATECI!!!!!!
AGGIORNAMENTO AL 7 SETTEMBRE 2009
RAGAZZI VI TENGO AGGIORNATI COSI' VI RENDO PARTECIPI DELLA MIA AVVENTURA CON QUESTI DUE CANI
LO DICO UNA VOLTA PER TUTTE I CANI SONO STATI ADOTTATI DA UNA MIA CARA AMICA QUINDI LI VEDO E LI CONTROLLO TUTTI I GIORNI...MA NON MI PREOCCUPEREI PIU' DI TANTO SONO PERSONE SUPER AFFIDABILI CHE HANNO GIA' ALTRI ANIMALETTI PER LA CASA E DISPONGONO DI UN BEL GIARDINO.
ADESSO PASSIAMO ALLE CATTIVE NOTIZIE:
PURTROPPO I CANI (ENTRAMBI) HANNO CONTRATTO LA LEISHMANIA ED HANNO INIZIATO LA CURA CON SIRINGHE E PASTIGLIE...IL MASCHIO E' SOTTOPESO DI 25 kg!!!!!! SPERIAMO REGGA LA CURA....MA NON E' FINITA QUI... PURTROPPO HANNO CONTRATTO ANCHE LA GIARDIA E QUINDI STANNO FACENDO LA CURA ANCHE PER QUELLA. LA FEMMINA HA INOLTRE UN TUMORINO VICINO IL SEDERINO MA PER IL MOMENTO NON SI PUO' FAR NULLA (TROPPI FARMACI) BISOGNA ASPETTARE CHE FINISCA LA CURA PER LA LEISHMANIA E POI VEDREMO.
ADESSO MI SERVE UNA MANO!!!!!!
STO CERCANDO DI ORGANIZZARE UNA RACCOLTA CIBO FARMACI ANTIPARASSITARI COLLARI SCALIBOR CIOTOLE COPERTE....INSOMMA TUTTO QUELLO CHE SI PUO' SI DEVE DARE. TUTTE QUESTE COSE SERVONO AD UNA TRENTINA DI CANI E GATTI CHE VIVONO IN QUESTO PAESE E CHE SONO ASSISTITI SOLO DA DUE PERSONE.
PURTROPPO QUESTE DUE PERSONE VIVONO SOLO CON LA PENSIONE E QUINDI BISOGNA AIUTARLI IN QUALCHE MODO.
NON CHIEDIAMO SOLDI MA CHIEDIAMO CIBO E FARMACI, SE POI VI AVANZANO DELLE CIOTOLE, COPERTE, CUCCE, GIOCATTOLI CHE NON UTILIZZATE PIU' SONO SUPER ACCETTATE
CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE CON QUALUNQUE COSA MI CONTATTI IN PRIVATO COSI' SCRIVO L'INDIRIZZO DELLA PERSONA DA INVIARE IL CIBO
PER INFO cassandra_74@excite.it
GRAZIE RAGAZZI SPERO CHE PARTECIPIATE IN MOLTI QUESTI POVERI ANIMALETTI HANNO BISOGNO DI VOI DI NOI DI TUTTI!!!!!!!!!!
RAGAZZI VI TENGO AGGIORNATI COSI' VI RENDO PARTECIPI DELLA MIA AVVENTURA CON QUESTI DUE CANI
LO DICO UNA VOLTA PER TUTTE I CANI SONO STATI ADOTTATI DA UNA MIA CARA AMICA QUINDI LI VEDO E LI CONTROLLO TUTTI I GIORNI...MA NON MI PREOCCUPEREI PIU' DI TANTO SONO PERSONE SUPER AFFIDABILI CHE HANNO GIA' ALTRI ANIMALETTI PER LA CASA E DISPONGONO DI UN BEL GIARDINO.
ADESSO PASSIAMO ALLE CATTIVE NOTIZIE:
PURTROPPO I CANI (ENTRAMBI) HANNO CONTRATTO LA LEISHMANIA ED HANNO INIZIATO LA CURA CON SIRINGHE E PASTIGLIE...IL MASCHIO E' SOTTOPESO DI 25 kg!!!!!! SPERIAMO REGGA LA CURA....MA NON E' FINITA QUI... PURTROPPO HANNO CONTRATTO ANCHE LA GIARDIA E QUINDI STANNO FACENDO LA CURA ANCHE PER QUELLA. LA FEMMINA HA INOLTRE UN TUMORINO VICINO IL SEDERINO MA PER IL MOMENTO NON SI PUO' FAR NULLA (TROPPI FARMACI) BISOGNA ASPETTARE CHE FINISCA LA CURA PER LA LEISHMANIA E POI VEDREMO.
ADESSO MI SERVE UNA MANO!!!!!!
STO CERCANDO DI ORGANIZZARE UNA RACCOLTA CIBO FARMACI ANTIPARASSITARI COLLARI SCALIBOR CIOTOLE COPERTE....INSOMMA TUTTO QUELLO CHE SI PUO' SI DEVE DARE. TUTTE QUESTE COSE SERVONO AD UNA TRENTINA DI CANI E GATTI CHE VIVONO IN QUESTO PAESE E CHE SONO ASSISTITI SOLO DA DUE PERSONE.
PURTROPPO QUESTE DUE PERSONE VIVONO SOLO CON LA PENSIONE E QUINDI BISOGNA AIUTARLI IN QUALCHE MODO.
NON CHIEDIAMO SOLDI MA CHIEDIAMO CIBO E FARMACI, SE POI VI AVANZANO DELLE CIOTOLE, COPERTE, CUCCE, GIOCATTOLI CHE NON UTILIZZATE PIU' SONO SUPER ACCETTATE
CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE CON QUALUNQUE COSA MI CONTATTI IN PRIVATO COSI' SCRIVO L'INDIRIZZO DELLA PERSONA DA INVIARE IL CIBO
PER INFO cassandra_74@excite.it
GRAZIE RAGAZZI SPERO CHE PARTECIPIATE IN MOLTI QUESTI POVERI ANIMALETTI HANNO BISOGNO DI VOI DI NOI DI TUTTI!!!!!!!!!!
Emergenza IMOLA ZONA INDUSTRIALE USCITA AUTOSTR VERSO BOLOGNA
"Girate quest'appello:
ragazzi durante una staffetta, un cane che veniva dal sud e' scappato durante il cambio della macchina ad IMOLA ZONA INDUSTRIALE USCITA DELL' AUTOSTRADA VERSO BOLOGNA se qualcuno inzona dovesse avvistarlo IL CANE E' UN METICCIO TiP LABRADOR COLOR CREMA per qualsiasi informazione riguardante il cane o la zona contattate Sergio 348 41 25 002" grazie
ragazzi durante una staffetta, un cane che veniva dal sud e' scappato durante il cambio della macchina ad IMOLA ZONA INDUSTRIALE USCITA DELL' AUTOSTRADA VERSO BOLOGNA se qualcuno inzona dovesse avvistarlo IL CANE E' UN METICCIO TiP LABRADOR COLOR CREMA per qualsiasi informazione riguardante il cane o la zona contattate Sergio 348 41 25 002" grazie
URGENTE - ROMA, SAN GIOVANNI
Mi ha contattata un'infermiera che lavora all'ospedale San Giovanni a Roma segnalando che giorni fa avevano abbandonato in uno scatolone 7 gattini piccolissimi in fase di svezzamento...Una sua collega li ha tenuti qualche giorno nella propria cantina ma poi li ha riportati sul posto, dove tra ambulanze in transito e lavori in corso di ruspe e buche 2 sono già spariti nell'arco di due giorni...
Si cerca urgentissimamente uno stallo sicuro per i piccoli in vista di futura adozione
sarebbe almeno utile che qualcuno potesse recarsi sul posto a controllare la situazione ed eventualmente fare delle foto poichè la persona che mi ha chiamata non è riuscita a farne di decenti nemmeno da mettere sui siti...
Chiunque possa offrirsi per aiuto chiami Alessandra: 347-8822402
P.S. CONTATTATE SOLO ALESSANDRA
Si cerca urgentissimamente uno stallo sicuro per i piccoli in vista di futura adozione
sarebbe almeno utile che qualcuno potesse recarsi sul posto a controllare la situazione ed eventualmente fare delle foto poichè la persona che mi ha chiamata non è riuscita a farne di decenti nemmeno da mettere sui siti...
Chiunque possa offrirsi per aiuto chiami Alessandra: 347-8822402
P.S. CONTATTATE SOLO ALESSANDRA
DENUNCE VARIE PER UCCISIONI E MALTRATTAENTO
Cani ammazzati a Castello, denunciati proprietario e sparatore
Provincia di Piacenza - Due cani ammazzati e due denunce: è il bilancio della vicenda sulla quale hanno indagato i carabinieri di Castelsangiovanni. I fatti risalgono a ieri pomeriggio quando un agricoltore 66enne piacentino ha sparato e ucciso due cani apparentemente randagi che si stavano avvicinando alla sua proprietà, in località Monticella tra Castello e Ziano. I colpi (tre) sono stati esplosi da un fucile da caccia Beretta calibro 12 automatico detenuto regolarmente dall'agricoltore, che ha spiegato di come i cani si stessero avvicinando alla sua aia dove stavano giocando dei bambini. Per lui è scattata la denuncia per porto abusivo di arma (al di fuori della proprietà) e per uccisione di animali. Una denuncia è stata spiccata anche ai danni del proprietario dei cani, che sarebbero fuggiti dalla casa a 5 chilometri di distanza. Per lui, un 45enne piacentino, l'addebito di omessa custodia di animali.
Un uomo di mezza età armato di fucile ad aria compressa spara in aria dall’esterno della propria casa per zittire il cane..Vittorino Bernardi
Velo d’Astico (VI) - Un uomo di mezza età armato di fucile ad aria compressa spara in aria dall’esterno della propria casa per zittire il cane che abbaia e alle rimostranze dei vicini per l’atto compiuto punta l’arma verso di loro, minacciandoli di fare fuoco. Il caldo ha probabilmente portato qualche scompenso l’altro pomeriggio nella testa di M.B., cinquantaduenne che vive in paese conducendo vita sola, o meglio in compagnia di un paio di cani.Da venerdì sera l’uomo ha a suo carico una pesante denuncia per minaccia aggravata dall'uso delle armi e spari in luogo pubblico. Sono circa le 17 quando M.B., infastidito dall’abbaiare nel cortile di casa di uno dei propri cani, perde lucidità, afferra il fucile ad aria compressa regolarmente detenuto, esce e spara alcuni colpi in aria per zittire l’animale, riuscendoci. L’azione però spaventa due vicini che invitano con educazione M.B. a deporre l’arma. Alla richiesta l’uomo reagisce molto male, puntando l’arma contro di loro, minacciandoli di morte, per entrare poi in casa e sparire dalla loro vista.Terrorizzata dal nervosismo dell’uomo, la coppia di vicini allerta il 112. L’intervento dei carabinieri di Arsiero è rapido. Coadiuvati dalla radiomobile della compagnia di Schio, i militari senza sviluppare allarmismo cinturano la zona per porla in sicurezza ed evitare possibili spari dall’interno della casa sulla strada, verso i vicini o i casuali passanti, da parte del cinquantaduenne, forse a rischio raptus. Nel contempo viene avvertito un parente di M.B., che giunto sul posto con il comandante della compagnia di Schio Massimo Ferrari tenta di entrare in casa, riuscendoci, approfittando del garage aperto. Trovato il fucile depositato sul luogo indicato nella denuncia di custodia, muovendosi con circospezione all’interno della casa i carabinieri individuano M.B. in camera, addormentato sul letto.Svegliato con tatto e discrezione, l’uomo non ha opposto resistenza, seguendo i carabinieri in caserma per la formalizzazione della denuncia che ha comportato anche il sequestro del fucile.Dall’allarme lanciato al 112 l’operazione si è conclusa in circa 45 minuti, nel migliore dei modi da parte dei carabinieri di Arsiero e Schio.
Assolto l'allevatore accusato di maltrattamento. Ma i cani che fine hanno fatto?
Torna ad esercitare la propria lecita attività di allevatore Bernardo Tarchiani, grazie alla notifica della Guardia di Finanza di venerdì scorso in base alla sentenza del giudice Andrea Claudiani che ha ordinato il dissequestro dell'allevamento di segugi italiani del Tarchiani, nota in tutta Italia per gli ottimi requisiti di razza dei suoi esemplari.
L'allevatore, che ha ottenuto diversi riconoscimenti per la bellezza e la bravura dei suoi cani, ha subito un vero calvario dal 2007 quando su di lui cadde l'accusa di maltrattamento di animali e fu travolto dall'eccessiva enfasi mediatica, come spesso succede in questi casi. Pur riconoscendo che l'ambiente in cui i cani vivevano non era affatto impeccabile, l'allevatore ha respinto con forza la tesi dei maltrattamenti “in effetti – dichiara Tarchiani alla redazione del sito Saturno Notizia - le cucce, pur risultando funzionali allo scopo, non erano belle; che alcuni aspetti non erano proprio regolamentari e che anche l'ordine si potesse migliorare, ma i cani erano ugualmente accuditi con premura e affetto”.
Degli 82 cani al momento del sequestro, ne sono rientrati solo 39. La domanda ora è che fine hanno fatto gli altri 43 segugi? "Alcuni sono morti, altri dico che sono dispersi - risponde Tarchiani - non dimenticando che vi erano anche sei femmine gravide. Bene, quei cuccioli che aspettavano al momento del sequestro sono nati fuori Sansepolcro e non sono mai tornati nella loro "casa", per cui non saprei dire nemmeno quanti erano in totale, forse sui 150. Mi limito a ricordare che in un primo tempo i miei cani erano stati trasferiti a Modena; poi, in base alle morti accertate, abbiamo chiesto che venissero portati al canile rifugio di Todi. Con un altro risultato: in 50 giorni, deceduti altri 19 cani. Credo che ogni commento sia superfluo". Sulla distinzione fra manutenzione dell'ambiente in cui vivevano e cura degli animali verterà l'arringa del 23 ottobre a Sansepolcro, giorno in cui potrebbe essere emessa la sentenza.
Provincia di Piacenza - Due cani ammazzati e due denunce: è il bilancio della vicenda sulla quale hanno indagato i carabinieri di Castelsangiovanni. I fatti risalgono a ieri pomeriggio quando un agricoltore 66enne piacentino ha sparato e ucciso due cani apparentemente randagi che si stavano avvicinando alla sua proprietà, in località Monticella tra Castello e Ziano. I colpi (tre) sono stati esplosi da un fucile da caccia Beretta calibro 12 automatico detenuto regolarmente dall'agricoltore, che ha spiegato di come i cani si stessero avvicinando alla sua aia dove stavano giocando dei bambini. Per lui è scattata la denuncia per porto abusivo di arma (al di fuori della proprietà) e per uccisione di animali. Una denuncia è stata spiccata anche ai danni del proprietario dei cani, che sarebbero fuggiti dalla casa a 5 chilometri di distanza. Per lui, un 45enne piacentino, l'addebito di omessa custodia di animali.
Un uomo di mezza età armato di fucile ad aria compressa spara in aria dall’esterno della propria casa per zittire il cane..Vittorino Bernardi
Velo d’Astico (VI) - Un uomo di mezza età armato di fucile ad aria compressa spara in aria dall’esterno della propria casa per zittire il cane che abbaia e alle rimostranze dei vicini per l’atto compiuto punta l’arma verso di loro, minacciandoli di fare fuoco. Il caldo ha probabilmente portato qualche scompenso l’altro pomeriggio nella testa di M.B., cinquantaduenne che vive in paese conducendo vita sola, o meglio in compagnia di un paio di cani.Da venerdì sera l’uomo ha a suo carico una pesante denuncia per minaccia aggravata dall'uso delle armi e spari in luogo pubblico. Sono circa le 17 quando M.B., infastidito dall’abbaiare nel cortile di casa di uno dei propri cani, perde lucidità, afferra il fucile ad aria compressa regolarmente detenuto, esce e spara alcuni colpi in aria per zittire l’animale, riuscendoci. L’azione però spaventa due vicini che invitano con educazione M.B. a deporre l’arma. Alla richiesta l’uomo reagisce molto male, puntando l’arma contro di loro, minacciandoli di morte, per entrare poi in casa e sparire dalla loro vista.Terrorizzata dal nervosismo dell’uomo, la coppia di vicini allerta il 112. L’intervento dei carabinieri di Arsiero è rapido. Coadiuvati dalla radiomobile della compagnia di Schio, i militari senza sviluppare allarmismo cinturano la zona per porla in sicurezza ed evitare possibili spari dall’interno della casa sulla strada, verso i vicini o i casuali passanti, da parte del cinquantaduenne, forse a rischio raptus. Nel contempo viene avvertito un parente di M.B., che giunto sul posto con il comandante della compagnia di Schio Massimo Ferrari tenta di entrare in casa, riuscendoci, approfittando del garage aperto. Trovato il fucile depositato sul luogo indicato nella denuncia di custodia, muovendosi con circospezione all’interno della casa i carabinieri individuano M.B. in camera, addormentato sul letto.Svegliato con tatto e discrezione, l’uomo non ha opposto resistenza, seguendo i carabinieri in caserma per la formalizzazione della denuncia che ha comportato anche il sequestro del fucile.Dall’allarme lanciato al 112 l’operazione si è conclusa in circa 45 minuti, nel migliore dei modi da parte dei carabinieri di Arsiero e Schio.
Assolto l'allevatore accusato di maltrattamento. Ma i cani che fine hanno fatto?
Torna ad esercitare la propria lecita attività di allevatore Bernardo Tarchiani, grazie alla notifica della Guardia di Finanza di venerdì scorso in base alla sentenza del giudice Andrea Claudiani che ha ordinato il dissequestro dell'allevamento di segugi italiani del Tarchiani, nota in tutta Italia per gli ottimi requisiti di razza dei suoi esemplari.
L'allevatore, che ha ottenuto diversi riconoscimenti per la bellezza e la bravura dei suoi cani, ha subito un vero calvario dal 2007 quando su di lui cadde l'accusa di maltrattamento di animali e fu travolto dall'eccessiva enfasi mediatica, come spesso succede in questi casi. Pur riconoscendo che l'ambiente in cui i cani vivevano non era affatto impeccabile, l'allevatore ha respinto con forza la tesi dei maltrattamenti “in effetti – dichiara Tarchiani alla redazione del sito Saturno Notizia - le cucce, pur risultando funzionali allo scopo, non erano belle; che alcuni aspetti non erano proprio regolamentari e che anche l'ordine si potesse migliorare, ma i cani erano ugualmente accuditi con premura e affetto”.
Degli 82 cani al momento del sequestro, ne sono rientrati solo 39. La domanda ora è che fine hanno fatto gli altri 43 segugi? "Alcuni sono morti, altri dico che sono dispersi - risponde Tarchiani - non dimenticando che vi erano anche sei femmine gravide. Bene, quei cuccioli che aspettavano al momento del sequestro sono nati fuori Sansepolcro e non sono mai tornati nella loro "casa", per cui non saprei dire nemmeno quanti erano in totale, forse sui 150. Mi limito a ricordare che in un primo tempo i miei cani erano stati trasferiti a Modena; poi, in base alle morti accertate, abbiamo chiesto che venissero portati al canile rifugio di Todi. Con un altro risultato: in 50 giorni, deceduti altri 19 cani. Credo che ogni commento sia superfluo". Sulla distinzione fra manutenzione dell'ambiente in cui vivevano e cura degli animali verterà l'arringa del 23 ottobre a Sansepolcro, giorno in cui potrebbe essere emessa la sentenza.
QUARTU: CANILE ABUSIVO; AVVELENAMENTI E UCCISIONI CON TORTURA
Scoperto canile abusivo
CAGLIARI. Un canile abusivo che ospitava una ventina di animali in precarie condizioni igienico-sanitarie è stato scoperto ieri a Settimo San Pietro dalle guardie zoofile dell’Enpa e poi sequestrato dai carabinieri della compagnia di Quartu. L’Enpa ha saputo dal proprietario di un immobile nelle campagne di Santu Perdu che il suo locale, dato in un uso a una donna di 40 anni, era utilizzato come canile. Qui la donna aveva trasferito 18 cani randagi e li accudiva saltuariamente: ogni due-tre settimane portava loro del cibo. «Quando siamo arrivati sul posto», affermano i volontari dell’Enpa, «abbiamo trovato i cani in condizioni igieniche e sanitarie molto difficili. Nessuno è in pericolo di vita ma alcuni sono visibilmente denutriti e affetti da dermatiti. Gli animali bevevano da un rubinetto che saltuariamente la donna lasciava aperto. Nessuno si occupava di pulire con regolarità l’immobile». Sono in corso indagini per chiarire se c’è un collegamento fra le sparizioni di alcuni animali e il canile abusivo. La donna è accusata di abbandono di animali e di alcune violazioni amministrative. Gli animali sono stati affidati a una struttura adeguata.
Sardegna/ Denunciata donna che gestiva canile-lager vicino Quartu
Intervento dei carabinieri a Santu Perdu
Provincia di Cagliari - Un canile lager nella campagna sarda. Lo hanno scoperto i carabinieri del Norm di Quartu Sant'Elena e delle stazioni di Sinnai e Flumini, in collaborazione con il nucleo guardie zoofile dell' Ente nazionale protezione animali di Cagliari. La donna che lo gestiva, Alessia Ligas, del '74, è stata denunciata in stato di libertà. Gli investigatori, in particolare, hanno scoperto un capannone rurale all'interno del quale erano segregati 18 cani, privi di microchip identificativo, di varie razze ed incroci in pessime condizioni igienico-sanitarie. I cani sono stati affidati ad un canile autorizzato e sono in corso approfondimenti investigativi - si spiega in una nota - per meglio capire la provenienza dei cani e la loro destinazione finale.
Cani intossicati da veleno per topi
Provincia di Livorno - I numeri fortunatamente non sono tali da far gridare all’allarme, ma quel che è certo è che l’estate 2009 è stata particolarmente insidiosa per quei cani (e di conseguenza per i loro proprietari) che hanno avuto la sventura di imbattersi nelle confezioni di veleno per i topi, o per le lumache, e restarne intossicati. I casi, dicono i veterinari della Val di Cornia, ammontano complessivamente a una ventina, in alcune occasioni determinati involontariamente dagli stessi proprietari. Le confezioni di ratticidi riportano indicazioni sull’innocuità del prodotto per cani e gatti; fatto questo, affermano i medici, che le situazioni di avvelenamento segnalate tendono decisamente a smentire. Generalmente, in ogni caso, l’esito di questi episodi è positivo, dal momento in cui questo tipo di intossicazione può essere curato bloccando in tempo emorragie causate dal veleno. Non così, tuttavia, sono andate le cose per un setter di dieci anni, rimasto intossicato a San Vincenzo e poi deceduto.
Ignoti massacrano un gatto con botte e spari Il proprietario sporge denuncia contro ignoti. Soppresso l'animale
Tollegno (BI) - Ha trovato il suo gatto massacrato. Mercoledì alle 21 all’ufficio denunce della Questura si è presentato un 27enne di Tollegno per presentare una denuncia contro ignoti.La sera del 31 agosto, rientrando a casa, aveva notato l'assenza del suo gatto. Il giovane aveva iniziato a cercarlo e dopo qualche minuto avva visto l’animale immobile nel cortile del suo vicino. Aveva suonato più volte al campanello e alla fine il vicino aveva aperto il cancello: appena raggiunto il gatto, il giovane si era reso conto che appariva in gravi condizioni. L’animale veniva subito portato dal un veterinario per le prime cure e per una sorta di ricovero in osservazione. Il giorno successivo il veterinario aveva accertato che il gatto era stato percosso violentemente e aveva riportato con ematomi sulla testa.Inoltre era stato colpito da un colpo d'arma da fuoco in quanto nella regione del midollo osseo era stato ritrovato un pallino. Il veterinario è stato costretto a sopprimere il gatto in quanto le lesioni gli avevano procurato una paralisi di tutta la parte posteriore. Ora i poliziotti stanno indagando per individuare il responsabile dei maltrattamenti. L'ipotesi di reato è di atti di crudeltà nei confronti di animali.
La denuncia del medico di base di Mareno: «Il gatto è tornato in fin di vita a casa di mia madre» Il "micio" Romeo muore dopo le torture Erica Bet Codognè/Mareno (TV) - Gatto torturato, muore nonostante le cure dei veterinari. Il fatto increscioso è accaduto martedì scorso a Codognè: vittima Romeo un bel micio tigrato di 2 anni. «Un gattone affettuoso – ricorda Mirella Forest medico di base a Mareno di Piave – faceva parte di una gruppo di gatti sterilizzati dall’Uls7. Un gatto talmente affettuoso che ho deciso di portarlo a casa di mia mamma, perché le facesse compagnia». Così era stato, Romeo viveva al civico 17 di via Dalmazia a Cimetta con l’anziana signora; un micio casalingo, che dormiva sul lettone. Il mattino di martedì 1 settembre Romeo scompare da casa per ricomparire attorno alle 20; la signora anziana si accorge subito che qualcosa non va. «Il gatto era gravemente ferito, sul pelo aveva un odore di escrementi di maiale ed era pieno di vermi».Disperata, Mirella Forest allerta l’Ente nazionale protezione animali e il gatto viene ricoverato in un ambulatorio di Oderzo dove sabato martina muore a seguito delle ferite riportate dopo giorni di agonia. «Abbiamo sporto denuncia alla Polizia Locale di Codognè e anche ai Carabinieri – continua la dottoressa Forest – fatti simili non devono più accadere. Abbiamo consultato anche un medico psichiatra; chi ha compiuto un atto simile è una persona abituata fin da bambina alla violenza e potrebbe colpire anche le persone più deboli». Ieri pomeriggio il corpo senza vita di Romeo ha fatto ritorno a casa, dove è stato sepolto in giardino avvolto in un drappo rosso e coperto di rose “Non è la prima volta che accadono fatti simili; tre gatti dei vicini erano spariti e un altro micio per tre volte è tornato a casa ferito. Per questo eravamo in allerta”. A maggio la Polizia Locale aveva avviato un indagine dopo che in via Fontanazze alcuni gatti erano stati intossicati con delle esche contenente veleno per topi.
Savona: ancora colombi avvelenati in città, indaga l'Enpa
SAVONA - Le guardie zoofile dell'Enpa indagano su un nuovo caso di avvelenamento di colombi a Savona. Una quindicina di animali sono morti misteriosamente in via Solari, dieci ancora vivi sono stati soccorsi dai volontari della Protezione Animali, ma quasi tutti sono morti poco dopo malgrado le cure veterinarie alle quali sono stati sottoposti.
L'episodio segue l'imponente moria di volatili verificatasi in piazza Saffi ad agosto e numerosi maltrattamenti a suon di calci e bastonate denunciati dall'associazione, dopo il clima di 'caccia alle streghe' creato da chi accusa ingiustamente gli animali di portare gravi malattie, pericolo escluso dalle autorità sanitarie e dalla ricerca scientifica. R.C.
CAGLIARI. Un canile abusivo che ospitava una ventina di animali in precarie condizioni igienico-sanitarie è stato scoperto ieri a Settimo San Pietro dalle guardie zoofile dell’Enpa e poi sequestrato dai carabinieri della compagnia di Quartu. L’Enpa ha saputo dal proprietario di un immobile nelle campagne di Santu Perdu che il suo locale, dato in un uso a una donna di 40 anni, era utilizzato come canile. Qui la donna aveva trasferito 18 cani randagi e li accudiva saltuariamente: ogni due-tre settimane portava loro del cibo. «Quando siamo arrivati sul posto», affermano i volontari dell’Enpa, «abbiamo trovato i cani in condizioni igieniche e sanitarie molto difficili. Nessuno è in pericolo di vita ma alcuni sono visibilmente denutriti e affetti da dermatiti. Gli animali bevevano da un rubinetto che saltuariamente la donna lasciava aperto. Nessuno si occupava di pulire con regolarità l’immobile». Sono in corso indagini per chiarire se c’è un collegamento fra le sparizioni di alcuni animali e il canile abusivo. La donna è accusata di abbandono di animali e di alcune violazioni amministrative. Gli animali sono stati affidati a una struttura adeguata.
Sardegna/ Denunciata donna che gestiva canile-lager vicino Quartu
Intervento dei carabinieri a Santu Perdu
Provincia di Cagliari - Un canile lager nella campagna sarda. Lo hanno scoperto i carabinieri del Norm di Quartu Sant'Elena e delle stazioni di Sinnai e Flumini, in collaborazione con il nucleo guardie zoofile dell' Ente nazionale protezione animali di Cagliari. La donna che lo gestiva, Alessia Ligas, del '74, è stata denunciata in stato di libertà. Gli investigatori, in particolare, hanno scoperto un capannone rurale all'interno del quale erano segregati 18 cani, privi di microchip identificativo, di varie razze ed incroci in pessime condizioni igienico-sanitarie. I cani sono stati affidati ad un canile autorizzato e sono in corso approfondimenti investigativi - si spiega in una nota - per meglio capire la provenienza dei cani e la loro destinazione finale.
Cani intossicati da veleno per topi
Provincia di Livorno - I numeri fortunatamente non sono tali da far gridare all’allarme, ma quel che è certo è che l’estate 2009 è stata particolarmente insidiosa per quei cani (e di conseguenza per i loro proprietari) che hanno avuto la sventura di imbattersi nelle confezioni di veleno per i topi, o per le lumache, e restarne intossicati. I casi, dicono i veterinari della Val di Cornia, ammontano complessivamente a una ventina, in alcune occasioni determinati involontariamente dagli stessi proprietari. Le confezioni di ratticidi riportano indicazioni sull’innocuità del prodotto per cani e gatti; fatto questo, affermano i medici, che le situazioni di avvelenamento segnalate tendono decisamente a smentire. Generalmente, in ogni caso, l’esito di questi episodi è positivo, dal momento in cui questo tipo di intossicazione può essere curato bloccando in tempo emorragie causate dal veleno. Non così, tuttavia, sono andate le cose per un setter di dieci anni, rimasto intossicato a San Vincenzo e poi deceduto.
Ignoti massacrano un gatto con botte e spari Il proprietario sporge denuncia contro ignoti. Soppresso l'animale
Tollegno (BI) - Ha trovato il suo gatto massacrato. Mercoledì alle 21 all’ufficio denunce della Questura si è presentato un 27enne di Tollegno per presentare una denuncia contro ignoti.La sera del 31 agosto, rientrando a casa, aveva notato l'assenza del suo gatto. Il giovane aveva iniziato a cercarlo e dopo qualche minuto avva visto l’animale immobile nel cortile del suo vicino. Aveva suonato più volte al campanello e alla fine il vicino aveva aperto il cancello: appena raggiunto il gatto, il giovane si era reso conto che appariva in gravi condizioni. L’animale veniva subito portato dal un veterinario per le prime cure e per una sorta di ricovero in osservazione. Il giorno successivo il veterinario aveva accertato che il gatto era stato percosso violentemente e aveva riportato con ematomi sulla testa.Inoltre era stato colpito da un colpo d'arma da fuoco in quanto nella regione del midollo osseo era stato ritrovato un pallino. Il veterinario è stato costretto a sopprimere il gatto in quanto le lesioni gli avevano procurato una paralisi di tutta la parte posteriore. Ora i poliziotti stanno indagando per individuare il responsabile dei maltrattamenti. L'ipotesi di reato è di atti di crudeltà nei confronti di animali.
La denuncia del medico di base di Mareno: «Il gatto è tornato in fin di vita a casa di mia madre» Il "micio" Romeo muore dopo le torture Erica Bet Codognè/Mareno (TV) - Gatto torturato, muore nonostante le cure dei veterinari. Il fatto increscioso è accaduto martedì scorso a Codognè: vittima Romeo un bel micio tigrato di 2 anni. «Un gattone affettuoso – ricorda Mirella Forest medico di base a Mareno di Piave – faceva parte di una gruppo di gatti sterilizzati dall’Uls7. Un gatto talmente affettuoso che ho deciso di portarlo a casa di mia mamma, perché le facesse compagnia». Così era stato, Romeo viveva al civico 17 di via Dalmazia a Cimetta con l’anziana signora; un micio casalingo, che dormiva sul lettone. Il mattino di martedì 1 settembre Romeo scompare da casa per ricomparire attorno alle 20; la signora anziana si accorge subito che qualcosa non va. «Il gatto era gravemente ferito, sul pelo aveva un odore di escrementi di maiale ed era pieno di vermi».Disperata, Mirella Forest allerta l’Ente nazionale protezione animali e il gatto viene ricoverato in un ambulatorio di Oderzo dove sabato martina muore a seguito delle ferite riportate dopo giorni di agonia. «Abbiamo sporto denuncia alla Polizia Locale di Codognè e anche ai Carabinieri – continua la dottoressa Forest – fatti simili non devono più accadere. Abbiamo consultato anche un medico psichiatra; chi ha compiuto un atto simile è una persona abituata fin da bambina alla violenza e potrebbe colpire anche le persone più deboli». Ieri pomeriggio il corpo senza vita di Romeo ha fatto ritorno a casa, dove è stato sepolto in giardino avvolto in un drappo rosso e coperto di rose “Non è la prima volta che accadono fatti simili; tre gatti dei vicini erano spariti e un altro micio per tre volte è tornato a casa ferito. Per questo eravamo in allerta”. A maggio la Polizia Locale aveva avviato un indagine dopo che in via Fontanazze alcuni gatti erano stati intossicati con delle esche contenente veleno per topi.
Savona: ancora colombi avvelenati in città, indaga l'Enpa
SAVONA - Le guardie zoofile dell'Enpa indagano su un nuovo caso di avvelenamento di colombi a Savona. Una quindicina di animali sono morti misteriosamente in via Solari, dieci ancora vivi sono stati soccorsi dai volontari della Protezione Animali, ma quasi tutti sono morti poco dopo malgrado le cure veterinarie alle quali sono stati sottoposti.
L'episodio segue l'imponente moria di volatili verificatasi in piazza Saffi ad agosto e numerosi maltrattamenti a suon di calci e bastonate denunciati dall'associazione, dopo il clima di 'caccia alle streghe' creato da chi accusa ingiustamente gli animali di portare gravi malattie, pericolo escluso dalle autorità sanitarie e dalla ricerca scientifica. R.C.
COMUNI E ASSOCIAZIONI circa i randagi : cronaca varia
L'ENTE MINACCIA DI PORTARE I CANI NELLA SALA DEL COMUNEurti al canile: "Si chiude se il sindaco non ci aiuta"
Tre “colpi” in 9 mesi con danni insostenibili per l'Enpa
Se aggiungete che da anni, stando all’accusa, i responsabili del canile chiedono udienza al sindaco, ci sono gli elementi per comprendere le ragioni che hanno fatto entrare in rotta di collisione l’Enpa e il Comune. Nomadi e canili concentrati nella stessa zona della città che ospita la discarica. Un mix esplosivo, che spinge Carla Rocchi, battagliera presidente nazionale dell’Enpa, a minacciare misure estreme: «Se il Comune non vuole farsi carico di questa situazione chiuderemo il canile, licenzieremo i dipendenti, e trasferiremo gli animali altrove. Soprattutto, è inaudito che Chiamparino non ci ascolti».
Peccato che dalla segreteria del sindaco, dove la sfuriata non è stata gradita, caschino dalle nuvole: «La richiesta di Pallotti è arrivata il primo settembre. Nei prossimi giorni sarà ricevuto, compatibilmente con gli impegni del primo cittadino». «Non capisco questa polemica con il sindaco - commenta l’assessore Roberto Tricarico (Ambiente) -. A luglio ho incontrato i responsabili dell’Enpa, nessuno mi ha rappresentato questo problema». Protesta veemente, quella della Rocchi, che segue le proteste e poi le dimissioni di Giovanni Pallotti, presidente della sezione di Torino.
Per la cronaca, la struttura - mandata avanti da tre dipendenti con l’aiuto di quattro collaboratori - ospita 78 cani: 18 dei quali strappati ai combattimenti clandestini. Ma l’Enpa, fondata nientemeno che da Giuseppe Garibaldi nel 1871, non è un’associazione animalista qualsiasi. Oltretutto, da luglio gestisce anche i due canili comunali: il «sanitario», sempre in via Germagnano, e il «rifugio » di Strada Cuorgnè. L’organico ammonta a 42 persone affiancate da quattro veterinari. Sei i canili di proprietà in Piemonte, compreso quello di Torino. Ora è arrivata la resa dei conti. «In assenza di riscontri da parte del sindaco, dovremo abbandonare la struttura», ribadisce la Rocchi, che vanta una lunga carriera politica nel Pd.
«E’ la dimostrazione che non ci sono speculazioni politiche», tuona subito dopo la presidente: «Chiediamo una soluzione che tuteli le esigenze di tutti: una nuova area per il canile o una sistemazione più dignitosa per i nomadi». Tale è l’esasperazione che Pallotti aveva già minacciato di portare i trovatelli in Sala Rossa. A breve l’incontro e, si spera, il chiarimento.
SODDISFAZIONE PER RITIRO ORDINANZA "AFFAMA GATTI" IN PROVINCIA DI BIELLA
Intervento della LAV sul Sindaco di Portula. Sterilizzazioni a carico del Comune.
La LAV esprime soddisfazione per la decisione del Sindaco di Portula di ritirare l’Ordinanza con la quale si istituiva il divieto di somministrare cibo alle colonie feline. Proprio nei giorni scorsi i volontari della Sede di Biella avevano incontrato il primo cittadino per invitarlo a ritirare il provvedimento illegittimo e dannoso.“Prendiamo atto con piacere della decisione del Sindaco di Portula di ritirare l’Ordinanza. Ogni divieto di alimentare le colonie feline, è illegittimo perché contrario sia alla legislazione nazionale che a quella regionale sulla tutela degli animali d’affezione e per la prevenzione del randagismo. Grazie all’impegno di una nostra Socia Attiva è inoltre partito il censimento e presto verranno sterilizzati i primi randagi. Cogliamo l’occasione per invitare tutte le Amministrazioni e i Sindaci che ne avessero la necessità a contattarci e a confrontarsi con noi per non incappare in provvedimenti inadeguati come lo era quello di Portula e per valutare strategie efficaci per risolvere il problema randagismo” – dichiara Siria Burlando portavoce della Sede Territoriale LAV di Biella e prosegue “Ringraziamo tutti i cittadini che si sono uniti nella protesta e hanno ottenuto assieme a noi questo importante passo per garantire il rispetto delle leggi a tutela degli animali e la tutela delle colonie feline. Come stabilito da un’importante sentenza del Pretore di Siracusa cibare gli animali randagi non solo non è vietato, ma è da considerarsi un atto di civiltà”. Recentemente sul tema del divieto di somministrare cibo ai randagi si è espresso anche il TAR della Puglia, che oltre a riconoscere come la somministrazione di alimenti agli animali possa essere svolta anche nel rispetto delle norme igieniche e secondo i principi di civile convivenza, riconosce - a ragione - come il divieto di somministrazione di cibo possa incidere sulle condizioni di sopravvivenza degli animali, facendo così cadere su di loro effetti che vanno addebitati solo e esclusivamente a comportamenti scorretti di alcuni cittadini, che comunque ben possono essere individuati e sanzionati.“Con la scelta di ritirare l’Ordinanza il Sindaco ha assolto ad uno dei compiti che gli sono demandati per legge– afferma Siria Burlando - - Il Sindaco, ai sensi del DPR 31 marzo 1979, ha l’obbligo di vigilare sull'osservanza delle leggi e delle norme relative alla protezione degli animali presenti sul territorio comunale di cui egli è responsabile”. e prosegue- “La LAV nutre inoltre fiducia nell’impegno preso dal Sindaco di censire e sterilizzare le colonie. Anche le sterilizzazioni rientrano nei compiti dei Comuni: la legge Finanziaria 2008 stabilisce infatti l'obbligatorietà per ogni Comune di mettere in atto piani di sterilizzazione, da sommare a quelli già predisposti dalla ASL” e conclude “Martedì 1 Settembre la nostra Socia De Petro Rosa ha già svolto i sopralluoghi nelle zone in cui si trovano le colonie e contattato il Medico Veterinario designato per le sterilizzazioni che avverranno nelle prossime settimane. Chiediamo a tutti coloro che hanno la sensibilità e il tempo da dedicare all’intervento concreto sul territorio di contattarci per aiutarci ad intervenire tempestivamente”.
San Severo, presto niente più randagi nelle vie della città
San Severo (FG) - Presto le strade di San Severo saranno libere da cani randagi. Con quest’obiettivo l’assessore all’ambiente Massimo d’Amico, ha stilato un programma da mettere in campo per rispondere alle tante richieste provenienti dai vari quartieri della città. Un programma complesso che già dai giorni scorsi ha permesso di accalappiare più di 70 randagi a zonzo nel centro storico liberando così zone centrali, come piazza Incoronazione. “In questa prima fase – spiega l’assessore all’ambiente, Massimo d’Amico – abbiamo innanzitutto ripulito l’ex macello comunale di via Foggia che in via d’emergenza garantirà maggiori possibilità di ricovero per i randagi e ci stiamo attivando con l’Asl per mettere in funzione il canile sanitario, costruito ma mai utilizzato. Saremo così in grado di velocizzare i tempi di sterilizzazione dei randagi evitando che si riproducano senza controllo”. A tal proposito nei giorni scorsi i rappresentanti dell’amministrazione Savino, gli assessori all’ambiente Massimo D’Amico e ai lavori pubblici Antonio Pistillo e il consigliere comunale Tiziana Sponsano, hanno incontrato il direttore del Rifugio E.N.P.A Nunzio Cascavilla ed i responsabili del Servizio Sanitario Area A dell’ASL Francesco Fini e Marisa Carafa, per fare il punto della situazione specie per il canile sanitario. Infatti la struttura costruita in Contrada Zamarra, in prossimità del Rifugio dell’E.N.P.A., dovrebbe funzionare come struttura di prima accoglienza, dove i cani dovranno ricevere i trattamenti sanitari previsti dalla legge, per la prevenzione delle malattie trasmissibili all’uomo e soprattutto per intensificare gli interventi di sterilizzazione, necessari per combattere il randagismo, ma costruita non è mai entrata in funzione. Superata l’emergenza in atto per il futuro l’assessore democristiano intende però mettere in campo iniziative innovative che permetteranno di risolvere la situazione. “Presto ci attiveremo affinché tutti i cani presenti sul territorio siano microchippati, dopo di che doteremo alcuni vigili urbani di pistole lettori di microchip così da poter risalire al padrone del cane e nel caso in cui l’animale non sia stato accidentalmente smarrito provvedere alla loro denuncia per il reato di abbandono di animale, così come previsto dalla legge”. Interventi, secondo l’assessore all’ambiente, che se si creeranno le giuste sinergie potranno essere svolti in economia pur fornendo tutte le garanzie di tutela al migliore amico dell’uomo. Continuano nel frattempo da alcune zone periferiche e dal cimitero comunale le proteste dei cittadini per la presenza indesiderata di branchi di cani randagi, ma l’esponente della giunta Savino assicura: “Il nostro intervento risolutivo è solo all’inizio, con il passare del tempo la nostra azione si estenderà a tutti i quartieri della città e soprattutto al cimitero comunale, un luogo sacro e caro a tutti noi che non può essere certamente casa di randagi”
Tre “colpi” in 9 mesi con danni insostenibili per l'Enpa
Se aggiungete che da anni, stando all’accusa, i responsabili del canile chiedono udienza al sindaco, ci sono gli elementi per comprendere le ragioni che hanno fatto entrare in rotta di collisione l’Enpa e il Comune. Nomadi e canili concentrati nella stessa zona della città che ospita la discarica. Un mix esplosivo, che spinge Carla Rocchi, battagliera presidente nazionale dell’Enpa, a minacciare misure estreme: «Se il Comune non vuole farsi carico di questa situazione chiuderemo il canile, licenzieremo i dipendenti, e trasferiremo gli animali altrove. Soprattutto, è inaudito che Chiamparino non ci ascolti».
Peccato che dalla segreteria del sindaco, dove la sfuriata non è stata gradita, caschino dalle nuvole: «La richiesta di Pallotti è arrivata il primo settembre. Nei prossimi giorni sarà ricevuto, compatibilmente con gli impegni del primo cittadino». «Non capisco questa polemica con il sindaco - commenta l’assessore Roberto Tricarico (Ambiente) -. A luglio ho incontrato i responsabili dell’Enpa, nessuno mi ha rappresentato questo problema». Protesta veemente, quella della Rocchi, che segue le proteste e poi le dimissioni di Giovanni Pallotti, presidente della sezione di Torino.
Per la cronaca, la struttura - mandata avanti da tre dipendenti con l’aiuto di quattro collaboratori - ospita 78 cani: 18 dei quali strappati ai combattimenti clandestini. Ma l’Enpa, fondata nientemeno che da Giuseppe Garibaldi nel 1871, non è un’associazione animalista qualsiasi. Oltretutto, da luglio gestisce anche i due canili comunali: il «sanitario», sempre in via Germagnano, e il «rifugio » di Strada Cuorgnè. L’organico ammonta a 42 persone affiancate da quattro veterinari. Sei i canili di proprietà in Piemonte, compreso quello di Torino. Ora è arrivata la resa dei conti. «In assenza di riscontri da parte del sindaco, dovremo abbandonare la struttura», ribadisce la Rocchi, che vanta una lunga carriera politica nel Pd.
«E’ la dimostrazione che non ci sono speculazioni politiche», tuona subito dopo la presidente: «Chiediamo una soluzione che tuteli le esigenze di tutti: una nuova area per il canile o una sistemazione più dignitosa per i nomadi». Tale è l’esasperazione che Pallotti aveva già minacciato di portare i trovatelli in Sala Rossa. A breve l’incontro e, si spera, il chiarimento.
SODDISFAZIONE PER RITIRO ORDINANZA "AFFAMA GATTI" IN PROVINCIA DI BIELLA
Intervento della LAV sul Sindaco di Portula. Sterilizzazioni a carico del Comune.
La LAV esprime soddisfazione per la decisione del Sindaco di Portula di ritirare l’Ordinanza con la quale si istituiva il divieto di somministrare cibo alle colonie feline. Proprio nei giorni scorsi i volontari della Sede di Biella avevano incontrato il primo cittadino per invitarlo a ritirare il provvedimento illegittimo e dannoso.“Prendiamo atto con piacere della decisione del Sindaco di Portula di ritirare l’Ordinanza. Ogni divieto di alimentare le colonie feline, è illegittimo perché contrario sia alla legislazione nazionale che a quella regionale sulla tutela degli animali d’affezione e per la prevenzione del randagismo. Grazie all’impegno di una nostra Socia Attiva è inoltre partito il censimento e presto verranno sterilizzati i primi randagi. Cogliamo l’occasione per invitare tutte le Amministrazioni e i Sindaci che ne avessero la necessità a contattarci e a confrontarsi con noi per non incappare in provvedimenti inadeguati come lo era quello di Portula e per valutare strategie efficaci per risolvere il problema randagismo” – dichiara Siria Burlando portavoce della Sede Territoriale LAV di Biella e prosegue “Ringraziamo tutti i cittadini che si sono uniti nella protesta e hanno ottenuto assieme a noi questo importante passo per garantire il rispetto delle leggi a tutela degli animali e la tutela delle colonie feline. Come stabilito da un’importante sentenza del Pretore di Siracusa cibare gli animali randagi non solo non è vietato, ma è da considerarsi un atto di civiltà”. Recentemente sul tema del divieto di somministrare cibo ai randagi si è espresso anche il TAR della Puglia, che oltre a riconoscere come la somministrazione di alimenti agli animali possa essere svolta anche nel rispetto delle norme igieniche e secondo i principi di civile convivenza, riconosce - a ragione - come il divieto di somministrazione di cibo possa incidere sulle condizioni di sopravvivenza degli animali, facendo così cadere su di loro effetti che vanno addebitati solo e esclusivamente a comportamenti scorretti di alcuni cittadini, che comunque ben possono essere individuati e sanzionati.“Con la scelta di ritirare l’Ordinanza il Sindaco ha assolto ad uno dei compiti che gli sono demandati per legge– afferma Siria Burlando - - Il Sindaco, ai sensi del DPR 31 marzo 1979, ha l’obbligo di vigilare sull'osservanza delle leggi e delle norme relative alla protezione degli animali presenti sul territorio comunale di cui egli è responsabile”. e prosegue- “La LAV nutre inoltre fiducia nell’impegno preso dal Sindaco di censire e sterilizzare le colonie. Anche le sterilizzazioni rientrano nei compiti dei Comuni: la legge Finanziaria 2008 stabilisce infatti l'obbligatorietà per ogni Comune di mettere in atto piani di sterilizzazione, da sommare a quelli già predisposti dalla ASL” e conclude “Martedì 1 Settembre la nostra Socia De Petro Rosa ha già svolto i sopralluoghi nelle zone in cui si trovano le colonie e contattato il Medico Veterinario designato per le sterilizzazioni che avverranno nelle prossime settimane. Chiediamo a tutti coloro che hanno la sensibilità e il tempo da dedicare all’intervento concreto sul territorio di contattarci per aiutarci ad intervenire tempestivamente”.
San Severo, presto niente più randagi nelle vie della città
San Severo (FG) - Presto le strade di San Severo saranno libere da cani randagi. Con quest’obiettivo l’assessore all’ambiente Massimo d’Amico, ha stilato un programma da mettere in campo per rispondere alle tante richieste provenienti dai vari quartieri della città. Un programma complesso che già dai giorni scorsi ha permesso di accalappiare più di 70 randagi a zonzo nel centro storico liberando così zone centrali, come piazza Incoronazione. “In questa prima fase – spiega l’assessore all’ambiente, Massimo d’Amico – abbiamo innanzitutto ripulito l’ex macello comunale di via Foggia che in via d’emergenza garantirà maggiori possibilità di ricovero per i randagi e ci stiamo attivando con l’Asl per mettere in funzione il canile sanitario, costruito ma mai utilizzato. Saremo così in grado di velocizzare i tempi di sterilizzazione dei randagi evitando che si riproducano senza controllo”. A tal proposito nei giorni scorsi i rappresentanti dell’amministrazione Savino, gli assessori all’ambiente Massimo D’Amico e ai lavori pubblici Antonio Pistillo e il consigliere comunale Tiziana Sponsano, hanno incontrato il direttore del Rifugio E.N.P.A Nunzio Cascavilla ed i responsabili del Servizio Sanitario Area A dell’ASL Francesco Fini e Marisa Carafa, per fare il punto della situazione specie per il canile sanitario. Infatti la struttura costruita in Contrada Zamarra, in prossimità del Rifugio dell’E.N.P.A., dovrebbe funzionare come struttura di prima accoglienza, dove i cani dovranno ricevere i trattamenti sanitari previsti dalla legge, per la prevenzione delle malattie trasmissibili all’uomo e soprattutto per intensificare gli interventi di sterilizzazione, necessari per combattere il randagismo, ma costruita non è mai entrata in funzione. Superata l’emergenza in atto per il futuro l’assessore democristiano intende però mettere in campo iniziative innovative che permetteranno di risolvere la situazione. “Presto ci attiveremo affinché tutti i cani presenti sul territorio siano microchippati, dopo di che doteremo alcuni vigili urbani di pistole lettori di microchip così da poter risalire al padrone del cane e nel caso in cui l’animale non sia stato accidentalmente smarrito provvedere alla loro denuncia per il reato di abbandono di animale, così come previsto dalla legge”. Interventi, secondo l’assessore all’ambiente, che se si creeranno le giuste sinergie potranno essere svolti in economia pur fornendo tutte le garanzie di tutela al migliore amico dell’uomo. Continuano nel frattempo da alcune zone periferiche e dal cimitero comunale le proteste dei cittadini per la presenza indesiderata di branchi di cani randagi, ma l’esponente della giunta Savino assicura: “Il nostro intervento risolutivo è solo all’inizio, con il passare del tempo la nostra azione si estenderà a tutti i quartieri della città e soprattutto al cimitero comunale, un luogo sacro e caro a tutti noi che non può essere certamente casa di randagi”
RANDAGISMO E MALTRATTAMENTO
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Un tetto per i mici di Buti
BUTI (PI). Un gesto grave a Buti, un altro atto di violenza contro gli animali: un gatto è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Il micio faceva parte di una colonia felina di venti esemplari, gestita a proprie spese dalla signora Antonietta, che si prodiga con dedizione affinché i suoi piccoli amici abbiano tutto il necessario per vivere dignitosamente. Cibo e tanto amore è la ricetta di Antonietta. «È una volontaria attivissima - spiegano le associazioni Dav e Lav che la sostengono - dopo aver affrontato vari problemi, ha dovuto trasferire le povere bestiole, già scosse da vari episodi di abbandono e maltrattamento, all’interno di una piccola area di proprietà da rendere libera entro la fine del mese». […]
I Comuni fanno poco contro il randagismo
SEGGIANO (GR). Marlena Greco Giacolini, presidente provinciale dell’Enpa, la maggiore associazione per la difesa degli animali, interviene nella polemica che alcuni abitanti di Col del Rosso, borgata del comune di Seggiano vicino a Pescina, hanno aperto nei confronti dell’Amministrazione comunale di Seggiano e della Asl, perché una cagna randagia sta aggirandosi da tempo nella zona e non c’è modo di catturarla e allontanarla da quel territorio. La presidente dell’Enpa racconta di conoscere bene il problema e di essersi addirittura recata nel luogo. «Passavo da quelle parti - rammenta - per andare a Castiglion d’Orcia, e dato che mi trovavo in strada, decisi di dare un’occhiata alla zona. Non vidi l’animale, però, di cui mi aveva parlato, descrivendomi la faccenda, un signore di Pescina spiegandomi la questione. Posso dire che io avrei avuto già allora, la possibilità di curarlo, anche se non nel mio canile. Ma per mettere a disposizione questo servizio (di questi problemi mi occupo da una vita), bisognerebbe, e mi aspettavo che venisse fatto, che Comune e Asl catturassero l’animale e me lo consegnassero. Ma invece - osserva la signora Giacolini - le istituzioni non sono per nulla attrezzate in questo senso. E su questo terreno proprio non ci sono. Attrezzature zero. Le associazioni, prosegue la presidente Enpa, fanno fin troppo, ma se non c’è il supporto istituzionale, le iniziative si arenano. E non si capisce che in questa maniera si alimenta e si favorisce il randagismo. Quello di cui i pastori si lamentano. Perché non sono lupi gli animali che attaccano i loro greggi, ma sono proprio questi cani randagi, inselvatichiti, che provocano tutti i danni di cui sappiamo. Le problematiche legate a questa tipologia di questioni, osserva la Giacolini, sono lunghe a essere risolte e tanto più lunghe perchè i comuni non hanno nessuna volontà di metterci mano».
In aumento i casi di maltrattamento
A Firenze e provincia i casi di maltrattamento di animali nell'ultimo anno sono aumentati. Il dato arriva dall'Enpa, l'Ente nazionale protezione animali. ''Da settembre scorso a oggi - ha spiegato il presidente provinciale Enpa Simone Porzio - i casi di maltrattamento accertati sono aumentati del 3,6 % rispetto allo stesso periodo di un anno fa''
Firenze. I casi di maltrattamento di animali nell'ultimo anno sono aumentati. Il dato arriva dall'Enpa, l'Ente nazionale protezione animali. ''Da settembre scorso a oggi - ha spiegato il presidente provinciale Enpa Simone Porzio - i casi di maltrattamento accertati sono aumentati del 3,6 % rispetto allo stesso periodo di un anno fa''.Tra i casi di maltrattamento ci sono tre gatti uccisi e gettati dalla finestra e 5 cani tenuti segregati in una stanza per sacrifici rituali, un cane precipitato per fame dal balcone, un traffico illecito di cuccioli dall'estero, colonie di piccioni avvelenati con ratticida, pesci tenuti in bicchieri da vino come ornamento in ristoranti del centro di Firenze.In questi episodi di maltrattamento di animali, avvenuti a Firenze e provincia, sono intervenuti i volontari della guardia zoofila dell'Enpa, ente nazionale protezione animali. Le principali vittime sono stati i cani (59% dei casi), i gatti (29%) e altri animali selvatici, volatili, bovini, ovini, pesci e crostacei. Sono aumentati gli avvelenamenti in spazi urbani ad uso pubblico in particolare contro cani, gatti e piccioni, ma anche altri volatili, rettili e animali selvatici che diventano vittime indirette mangiando i bocconi avvelenati. Quasi scomparsi gli episodi di abbandono sulle arterie autostradali, ma sono aumentati quelli di
cani da caccia e di grossa taglia nelle zone collinari. In crescita anche gli abbandoni tra le mura domestiche. ''I padroni vanno in ferie e 'dimenticano' gli animali in balcone o in casa, anche per settimane'' ha detto Porzio. Altro fenomeno preoccupante e' l'uccisione o il maltrattamento di animali da parte di persone con disagio sociale, psichico o di tossicodipendenti e alcolisti e lo sfruttamento commerciale dei cuccioli.
Un tetto per i mici di Buti
BUTI (PI). Un gesto grave a Buti, un altro atto di violenza contro gli animali: un gatto è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Il micio faceva parte di una colonia felina di venti esemplari, gestita a proprie spese dalla signora Antonietta, che si prodiga con dedizione affinché i suoi piccoli amici abbiano tutto il necessario per vivere dignitosamente. Cibo e tanto amore è la ricetta di Antonietta. «È una volontaria attivissima - spiegano le associazioni Dav e Lav che la sostengono - dopo aver affrontato vari problemi, ha dovuto trasferire le povere bestiole, già scosse da vari episodi di abbandono e maltrattamento, all’interno di una piccola area di proprietà da rendere libera entro la fine del mese». […]
I Comuni fanno poco contro il randagismo
SEGGIANO (GR). Marlena Greco Giacolini, presidente provinciale dell’Enpa, la maggiore associazione per la difesa degli animali, interviene nella polemica che alcuni abitanti di Col del Rosso, borgata del comune di Seggiano vicino a Pescina, hanno aperto nei confronti dell’Amministrazione comunale di Seggiano e della Asl, perché una cagna randagia sta aggirandosi da tempo nella zona e non c’è modo di catturarla e allontanarla da quel territorio. La presidente dell’Enpa racconta di conoscere bene il problema e di essersi addirittura recata nel luogo. «Passavo da quelle parti - rammenta - per andare a Castiglion d’Orcia, e dato che mi trovavo in strada, decisi di dare un’occhiata alla zona. Non vidi l’animale, però, di cui mi aveva parlato, descrivendomi la faccenda, un signore di Pescina spiegandomi la questione. Posso dire che io avrei avuto già allora, la possibilità di curarlo, anche se non nel mio canile. Ma per mettere a disposizione questo servizio (di questi problemi mi occupo da una vita), bisognerebbe, e mi aspettavo che venisse fatto, che Comune e Asl catturassero l’animale e me lo consegnassero. Ma invece - osserva la signora Giacolini - le istituzioni non sono per nulla attrezzate in questo senso. E su questo terreno proprio non ci sono. Attrezzature zero. Le associazioni, prosegue la presidente Enpa, fanno fin troppo, ma se non c’è il supporto istituzionale, le iniziative si arenano. E non si capisce che in questa maniera si alimenta e si favorisce il randagismo. Quello di cui i pastori si lamentano. Perché non sono lupi gli animali che attaccano i loro greggi, ma sono proprio questi cani randagi, inselvatichiti, che provocano tutti i danni di cui sappiamo. Le problematiche legate a questa tipologia di questioni, osserva la Giacolini, sono lunghe a essere risolte e tanto più lunghe perchè i comuni non hanno nessuna volontà di metterci mano».
In aumento i casi di maltrattamento
A Firenze e provincia i casi di maltrattamento di animali nell'ultimo anno sono aumentati. Il dato arriva dall'Enpa, l'Ente nazionale protezione animali. ''Da settembre scorso a oggi - ha spiegato il presidente provinciale Enpa Simone Porzio - i casi di maltrattamento accertati sono aumentati del 3,6 % rispetto allo stesso periodo di un anno fa''
Firenze. I casi di maltrattamento di animali nell'ultimo anno sono aumentati. Il dato arriva dall'Enpa, l'Ente nazionale protezione animali. ''Da settembre scorso a oggi - ha spiegato il presidente provinciale Enpa Simone Porzio - i casi di maltrattamento accertati sono aumentati del 3,6 % rispetto allo stesso periodo di un anno fa''.Tra i casi di maltrattamento ci sono tre gatti uccisi e gettati dalla finestra e 5 cani tenuti segregati in una stanza per sacrifici rituali, un cane precipitato per fame dal balcone, un traffico illecito di cuccioli dall'estero, colonie di piccioni avvelenati con ratticida, pesci tenuti in bicchieri da vino come ornamento in ristoranti del centro di Firenze.In questi episodi di maltrattamento di animali, avvenuti a Firenze e provincia, sono intervenuti i volontari della guardia zoofila dell'Enpa, ente nazionale protezione animali. Le principali vittime sono stati i cani (59% dei casi), i gatti (29%) e altri animali selvatici, volatili, bovini, ovini, pesci e crostacei. Sono aumentati gli avvelenamenti in spazi urbani ad uso pubblico in particolare contro cani, gatti e piccioni, ma anche altri volatili, rettili e animali selvatici che diventano vittime indirette mangiando i bocconi avvelenati. Quasi scomparsi gli episodi di abbandono sulle arterie autostradali, ma sono aumentati quelli di
cani da caccia e di grossa taglia nelle zone collinari. In crescita anche gli abbandoni tra le mura domestiche. ''I padroni vanno in ferie e 'dimenticano' gli animali in balcone o in casa, anche per settimane'' ha detto Porzio. Altro fenomeno preoccupante e' l'uccisione o il maltrattamento di animali da parte di persone con disagio sociale, psichico o di tossicodipendenti e alcolisti e lo sfruttamento commerciale dei cuccioli.
ABBANDONI ,RANDAGISMO, OVUNQE IN ITALIA....
Nessun canile voleva il cucciolo abbandonato
CASTEGGIO (PV). Tangenziale di Casteggio, ore 17,30 di mercoledì. Un cagnolino nero camminava sul ciglio della strada spaesato e in pericolo. Emanuele stava passando in auto, lo ha notato e si è fermato. Ha deciso di caricarlo in auto e portarlo in salvo in un canile: «Mi sono diretto immediatamente verso quello di Voghera». Sembra una storia semplice, ma vedremo che non sarà così. «Lì hanno controllato il cane e hanno notato che non aveva chip nè tatuaggio - prosegue Emanuele nel suo racconto dettagliato -. Non era mai stato vaccinato ed era abbastanza malandato, quindi chi l’aveva abbandonato non l’avava nemmeno trattato bene in precedenza. Dopo avermi fatto aspettare almeno un quarto d’ora, una dipendente del canile mi ha spiegato che non avevano più posto per tenerlo e che mi sarei dovuto rivolgere ai vigili di Casteggio perchè il cane era stato trovato in zona di loro competenza”. Emanuele ha chiamato più volte il comando senza ottenere alcuna risposta, intanto si è diretto verso casa sua, a Robecco: «Sono andato a casa sperando di trovare una soluzione - dice - purtroppo non ero in grado di tenerlo da me perché ho già tre pastori tedeschi e non ho spazio. Dopo mezz’ora finalmente mi hanno risposto i vigili e mi hanno liquidato alla svelta dicendo che siccome il cane si trovava a Robecco non potevano far venire fin lì l’accalappia cani...». Disperato, Emanuele ha contattato anche il canile di Pavia dove gli hanno spiegato che la competenza della zona di Robecco è del canile di Broni Stradella: «Mi hanno addirittura invitato in malomodo a tenere il cucciolo a casa e non portarlo in canile», racconta indispettito. Dopo ore di tempo perso e decine di euro spese al telefono Emanuele si è rivolto ad un’amica che aveva dei contatti all’Enpa: «Grazie a questa persona - spiega - sono riuscito a lasciare il piccolo in un canile a pagamento di Bressana, dove l’hanno accolto gratuitamente a titolo amichevole». Oggi il cagnolino forse ha già trovato una famiglia della zona pronta ad adottarlo: «Lui è stato fortunato ma quanti altri animali vengono abbandonati e finiscono sotto un camion? - conclude l’uomo -. Dopo questa esperienza mi sento ancora di più di rivolgere a tutti l’appello di non abbandonare assolutamente i cani. Se credete che qualciuno li troverà e verranno ricoverati in un canile sappiate che non è così. La situazione è paradossale: i canili non hanno fondi per mantenere altri “ospiti” e li lasciano in mezzo alle strade».
Castiglione del Lago - Allarme per i cani abbandonati.
Fenomeno preoccupante secondo i dati del servizio veterinario. Ogni giorno raccolte segnalazioni di scomparse e ritrovamenti.
CASTIGLIONE DEL LAGO (PG) - Estate record, quella in corso, per il numero di cani scomparsi o trovati abbandonati nel territorio del Trasimeno, secondo il servizio veterinario locale della Asl 2 con sede a Castiglione del Lago. Dal mese di giugno fino ad agosto, il Servizio ha registrato in media tre o quattro casi di denunce per cani scomparsi e casi di amici a quattro zampe trovati abbandonati e dei quali molto spesso nessuno chiede notizia. Il dato, spiegano dal servizio veterinario della Asl, si è impennato alla fine del mese di agosto, quando il numero è salito a quattro o cinque casi complessivi al giorno. La media abituale invece, è di uno o due casi a giornata. L'estate era già cominciata male con il caso più clamoroso, quello di un'intera cucciolata di nove cagnolini trovata abbandonata nel comune di Tuoro. Agli abbandoni e ai casi delle scomparse che si accentuano nel periodo estivo, vanno aggiunti i furti di cani. In molti, spiegano dal servizio veterinario castiglionese, quest'estate hanno sporto denuncia dopo avere ritrovato i recinti dei loro amici a quattro zampe vuoti, con i lucchetti tagliati. I casi di furti registrati in questi tre mesi su tutto il territorio del Trasimeno, riguardano per lo più Setter inglesi, Breton e Segugi, ma c'è stato anche l'episodio di un Rotwelier per il cui furto il padrone ha sporto denuncia sia al servizio veterinario della Asl2 che ai carabinieri. Se per i furti poco si può fare, per facilitare il ritrovamento di cani scomparsi la raccomandazione del servizio veterinario è quella di rispettare la legge che dal primo gennaio 2004 impone l'apposizione del microchip al proprio amico a quattro zampe. Per chi poi dovesse trovare un cane abbandonato, la raccomandazione è di non lasciarlo andare via, ma di contattare o un veterinario privato oppure direttamente il servizio veterinario della Asl, per verificare la presenza del microchip attraverso il lettore ottico e risalire al proprietario consultando l'anagrafe canina. I cani che non hanno microchip, vengono condotti al canile di Todi, con la speranza che trovino un nuovo padrone e tamponando il fenomeno del randagismo.
Levante: l’estate “nera” degli animali
Una lunga estate nera per gli animali nel Levante. Cani abbandonati, pesci e volatili che muoiono nell’oasi faunistica dell’Entella (per circostanze ancora non del tutto chiarite), rapaci feriti dal fuoco degli incendi che hanno imperversato in Riviera. Oppure animali da compagnia misteriosamente uccisi da armi da fuoco, come è accaduto ad uno sfortunato pastore tedesco a Moneglia, una settimana fa. Pochi giorni fa, su un viadotto della A12, tra i caselli di Rapallo e Chiavari, si è verificato il più classico dei casi di inciviltà e “disumanità”: due cuccioli meticci, maschio e femmina, di circa 5 mesi, sono stati abbandonati in autostrada. E hanno rischiato di morire travolti dalle auto, rappresentando pure un pericolo per chi, in quel momento, passava col proprio mezzo in quel tratto. I cagnolini sono stati salvati dagli addetti del canile di Rapallo e ora cercano un padrone migliore del precedente. Un altro brutto episodio riguarda un alano maschio, che è stato trovato l’altro ieri legato ai cancelli di una serra in via Betti, a Rapallo. Anche questo cane è stato preso in consegna dal canile rapallese. Dove sono sistemati altri animali abbandonati oppure semplicemente smarriti dai rispettivi padroni: un bellissimo gatto siamese recuperato a Chiavari, un cane pechinese trovato a Leivi, e una femmina di bracco tedesco, che vagava sulle alture di Lavagna. […]Da segnalare ancora un caso, da Rapallo. Stremato per la fame e la sete patita per giorni è arrivato fino al giardino di un abitante di San Quirico d’Assereto che, vedendolo, ha dato l’allarme: protagonista della terribile vicenda è un cane meticcio, di 10 anni, che è riuscito a trascinarsi fino a quel giardino in condizioni pietose, terribilmente dimagrito e disidratato, pieno di pulci e zecche. Il cane è stato preso in consegna dal servizio di soccorso animali della Croce bianca rapallese. Ieri, invece, una giovane poiana è stata trovata da un’escursionista in mezzo ai boschi bruciati di Collodari, sulle alture di Recco, ed è stata salvata grazie ai volontari dell’Enpa e curata dai veterinari di Animal Assistance. Il rapace era per terra, in balia di chiunque; sperduto e affamato, dopo aver trascorso qualche giorno tra i tizzoni rimasti dopo le fiamme. L’animale è stato prima consegnato alla polizia municipale e poi prelevato dall’Enpa. Le fiamme dell’incendio di questi giorni, probabilmente, hanno ucciso molte creature dei boschi e la piccola poiana si può dire fortunata. Adesso è tranquilla dentro una gabbia, verrà controllata dal veterinario e poi, una volta accertato che è fuori pericolo, sarà riportata nei boschi. Intanto si allunga l’elenco di animali morti sul greto e nell’acqua della foce dell’Entella. Da fine luglio ad oggi, conferma l’associazione Ayusya, sono stati trovati senza vita 92 volatili (tra anatre e gabbiani) e 260 cefali. La Asl 4, con gli esami sulle carcasse, ha stabilito che i pennuti sono stati uccisi da un topicida, il “Brodifacoum”, però ancora non si sa come questa sostanza derattizzante sia finita nelle acque del fiume. I cefali, invece, secondo gli esami effettuati dall’Asl, potrebbero essere morti per altre cause. Le indagini in merito stanno proseguendo. Sull’argomento è intervenuto ieri il consigliere regionale del Pdl Matteo Rosso, che ha annunciato di aver presentato un’interrogazione urgente alla luce delle denunce sulla moria nell’Entella. Rosso, oltre a sollecitare l’intervento di Arpal e Regione, ha giudicato il fatto gravissimo , anche perché, dice il consigliere «questo inquinamento potrebbe ripercuotersi sulla salute degli abitanti della zona».
CASTEGGIO (PV). Tangenziale di Casteggio, ore 17,30 di mercoledì. Un cagnolino nero camminava sul ciglio della strada spaesato e in pericolo. Emanuele stava passando in auto, lo ha notato e si è fermato. Ha deciso di caricarlo in auto e portarlo in salvo in un canile: «Mi sono diretto immediatamente verso quello di Voghera». Sembra una storia semplice, ma vedremo che non sarà così. «Lì hanno controllato il cane e hanno notato che non aveva chip nè tatuaggio - prosegue Emanuele nel suo racconto dettagliato -. Non era mai stato vaccinato ed era abbastanza malandato, quindi chi l’aveva abbandonato non l’avava nemmeno trattato bene in precedenza. Dopo avermi fatto aspettare almeno un quarto d’ora, una dipendente del canile mi ha spiegato che non avevano più posto per tenerlo e che mi sarei dovuto rivolgere ai vigili di Casteggio perchè il cane era stato trovato in zona di loro competenza”. Emanuele ha chiamato più volte il comando senza ottenere alcuna risposta, intanto si è diretto verso casa sua, a Robecco: «Sono andato a casa sperando di trovare una soluzione - dice - purtroppo non ero in grado di tenerlo da me perché ho già tre pastori tedeschi e non ho spazio. Dopo mezz’ora finalmente mi hanno risposto i vigili e mi hanno liquidato alla svelta dicendo che siccome il cane si trovava a Robecco non potevano far venire fin lì l’accalappia cani...». Disperato, Emanuele ha contattato anche il canile di Pavia dove gli hanno spiegato che la competenza della zona di Robecco è del canile di Broni Stradella: «Mi hanno addirittura invitato in malomodo a tenere il cucciolo a casa e non portarlo in canile», racconta indispettito. Dopo ore di tempo perso e decine di euro spese al telefono Emanuele si è rivolto ad un’amica che aveva dei contatti all’Enpa: «Grazie a questa persona - spiega - sono riuscito a lasciare il piccolo in un canile a pagamento di Bressana, dove l’hanno accolto gratuitamente a titolo amichevole». Oggi il cagnolino forse ha già trovato una famiglia della zona pronta ad adottarlo: «Lui è stato fortunato ma quanti altri animali vengono abbandonati e finiscono sotto un camion? - conclude l’uomo -. Dopo questa esperienza mi sento ancora di più di rivolgere a tutti l’appello di non abbandonare assolutamente i cani. Se credete che qualciuno li troverà e verranno ricoverati in un canile sappiate che non è così. La situazione è paradossale: i canili non hanno fondi per mantenere altri “ospiti” e li lasciano in mezzo alle strade».
Castiglione del Lago - Allarme per i cani abbandonati.
Fenomeno preoccupante secondo i dati del servizio veterinario. Ogni giorno raccolte segnalazioni di scomparse e ritrovamenti.
CASTIGLIONE DEL LAGO (PG) - Estate record, quella in corso, per il numero di cani scomparsi o trovati abbandonati nel territorio del Trasimeno, secondo il servizio veterinario locale della Asl 2 con sede a Castiglione del Lago. Dal mese di giugno fino ad agosto, il Servizio ha registrato in media tre o quattro casi di denunce per cani scomparsi e casi di amici a quattro zampe trovati abbandonati e dei quali molto spesso nessuno chiede notizia. Il dato, spiegano dal servizio veterinario della Asl, si è impennato alla fine del mese di agosto, quando il numero è salito a quattro o cinque casi complessivi al giorno. La media abituale invece, è di uno o due casi a giornata. L'estate era già cominciata male con il caso più clamoroso, quello di un'intera cucciolata di nove cagnolini trovata abbandonata nel comune di Tuoro. Agli abbandoni e ai casi delle scomparse che si accentuano nel periodo estivo, vanno aggiunti i furti di cani. In molti, spiegano dal servizio veterinario castiglionese, quest'estate hanno sporto denuncia dopo avere ritrovato i recinti dei loro amici a quattro zampe vuoti, con i lucchetti tagliati. I casi di furti registrati in questi tre mesi su tutto il territorio del Trasimeno, riguardano per lo più Setter inglesi, Breton e Segugi, ma c'è stato anche l'episodio di un Rotwelier per il cui furto il padrone ha sporto denuncia sia al servizio veterinario della Asl2 che ai carabinieri. Se per i furti poco si può fare, per facilitare il ritrovamento di cani scomparsi la raccomandazione del servizio veterinario è quella di rispettare la legge che dal primo gennaio 2004 impone l'apposizione del microchip al proprio amico a quattro zampe. Per chi poi dovesse trovare un cane abbandonato, la raccomandazione è di non lasciarlo andare via, ma di contattare o un veterinario privato oppure direttamente il servizio veterinario della Asl, per verificare la presenza del microchip attraverso il lettore ottico e risalire al proprietario consultando l'anagrafe canina. I cani che non hanno microchip, vengono condotti al canile di Todi, con la speranza che trovino un nuovo padrone e tamponando il fenomeno del randagismo.
Levante: l’estate “nera” degli animali
Una lunga estate nera per gli animali nel Levante. Cani abbandonati, pesci e volatili che muoiono nell’oasi faunistica dell’Entella (per circostanze ancora non del tutto chiarite), rapaci feriti dal fuoco degli incendi che hanno imperversato in Riviera. Oppure animali da compagnia misteriosamente uccisi da armi da fuoco, come è accaduto ad uno sfortunato pastore tedesco a Moneglia, una settimana fa. Pochi giorni fa, su un viadotto della A12, tra i caselli di Rapallo e Chiavari, si è verificato il più classico dei casi di inciviltà e “disumanità”: due cuccioli meticci, maschio e femmina, di circa 5 mesi, sono stati abbandonati in autostrada. E hanno rischiato di morire travolti dalle auto, rappresentando pure un pericolo per chi, in quel momento, passava col proprio mezzo in quel tratto. I cagnolini sono stati salvati dagli addetti del canile di Rapallo e ora cercano un padrone migliore del precedente. Un altro brutto episodio riguarda un alano maschio, che è stato trovato l’altro ieri legato ai cancelli di una serra in via Betti, a Rapallo. Anche questo cane è stato preso in consegna dal canile rapallese. Dove sono sistemati altri animali abbandonati oppure semplicemente smarriti dai rispettivi padroni: un bellissimo gatto siamese recuperato a Chiavari, un cane pechinese trovato a Leivi, e una femmina di bracco tedesco, che vagava sulle alture di Lavagna. […]Da segnalare ancora un caso, da Rapallo. Stremato per la fame e la sete patita per giorni è arrivato fino al giardino di un abitante di San Quirico d’Assereto che, vedendolo, ha dato l’allarme: protagonista della terribile vicenda è un cane meticcio, di 10 anni, che è riuscito a trascinarsi fino a quel giardino in condizioni pietose, terribilmente dimagrito e disidratato, pieno di pulci e zecche. Il cane è stato preso in consegna dal servizio di soccorso animali della Croce bianca rapallese. Ieri, invece, una giovane poiana è stata trovata da un’escursionista in mezzo ai boschi bruciati di Collodari, sulle alture di Recco, ed è stata salvata grazie ai volontari dell’Enpa e curata dai veterinari di Animal Assistance. Il rapace era per terra, in balia di chiunque; sperduto e affamato, dopo aver trascorso qualche giorno tra i tizzoni rimasti dopo le fiamme. L’animale è stato prima consegnato alla polizia municipale e poi prelevato dall’Enpa. Le fiamme dell’incendio di questi giorni, probabilmente, hanno ucciso molte creature dei boschi e la piccola poiana si può dire fortunata. Adesso è tranquilla dentro una gabbia, verrà controllata dal veterinario e poi, una volta accertato che è fuori pericolo, sarà riportata nei boschi. Intanto si allunga l’elenco di animali morti sul greto e nell’acqua della foce dell’Entella. Da fine luglio ad oggi, conferma l’associazione Ayusya, sono stati trovati senza vita 92 volatili (tra anatre e gabbiani) e 260 cefali. La Asl 4, con gli esami sulle carcasse, ha stabilito che i pennuti sono stati uccisi da un topicida, il “Brodifacoum”, però ancora non si sa come questa sostanza derattizzante sia finita nelle acque del fiume. I cefali, invece, secondo gli esami effettuati dall’Asl, potrebbero essere morti per altre cause. Le indagini in merito stanno proseguendo. Sull’argomento è intervenuto ieri il consigliere regionale del Pdl Matteo Rosso, che ha annunciato di aver presentato un’interrogazione urgente alla luce delle denunce sulla moria nell’Entella. Rosso, oltre a sollecitare l’intervento di Arpal e Regione, ha giudicato il fatto gravissimo , anche perché, dice il consigliere «questo inquinamento potrebbe ripercuotersi sulla salute degli abitanti della zona».
CANI FUCILATI
Castelsangiovanni (PC) - Due cani scappano dalle abitazioni dei loro padroni e, dopo neanche due ore, vengono brutalmente uccisi a colpi di fucile. La fuga dei due animali, meticci di taglia media, è partita da Ziano per terminare tristemente all'imbocco di un'azienda agricola vicino a Castelsangiovanni. Qui gli animali hanno incontrato sulla loro strada il proprietario della stessa azienda che li ha freddati a colpi di fucile come se fosse nel Far West. Il padre di uno dei padroni degli animali, arrivato pochi attimi dopo l'accaduto perchè si trovava già nelle vicinanze a cercare la bestiola, dopo aver visto la scena ha accusato forti dolori al petto ed è stato ricoverato all'ospedale di Castelsangiovanni. I medici, dopo un primo controllo, hanno deciso di tenerlo in osservazione almeno per l'intera giornata e la nottata di ieri. - Non sappiamo il perchè di un gesto simile, ma di certo ricorreremo a tutte le vie legali possibili per far giustizia.- dicono i due proprietari dei cani, Davide Girandola e Luigi Dallospedale, arrivati sul posto e visibilmente sconvolti e arrabbiati. - Non abbiamo fatto in tempo a cercarli che sono stati uccisi come se niente fosse.- aggiunge Girandola - Appena ci siamo accorti che il cane era scappato, poco prima delle 10, mio papà è andato subito a cercarlo. Dopo qualche minuto, un amico lo ha chiamato, spiegando di aver visto Roky nella zona di Castello. - Poi arriva la parte più agghiacciante del racconto.- Mio papà Pietro - prosegue Girandola, residente a Ziano come Dallospedale - stava andando nella zona indicata dall'amico per recuperare Roky. Ad un certo punto, quando era ancora in auto, ha sentito due o tre spari, a non più di cento metri da dove si trovava.- Accorso subito a vedere di cosa si trattasse, Pietro ha fatto in tempo a vedere il proprietario dell'azienda seduto all'interno del suo fuoristrada, con in braccio il fucile ancora fumante. I corpi dei due poveri cani erano straziati: uno con due colpi sparati a bruciapelo in testa ed alla pancia; l'altro con un foro di proiettile all'altezza della schiena, come se fosse stato colto mentre scappava. E pochi minuti dopo, Pietro Girandola è stato portato al pronto soccorso di Castelsangiovanni, in lacrime, con sintomi che facevano pensare ad un possibile attacco cardiaco. Ora ci si chiede il perchè di un gesto simile, apparentemente senza spiegazioni. Il proprietario dell'azienda non ha voluto rilasciare dichiarazioni al di fuori di quelle di legge, raccolte dalla polizia municipale e dai carabinieri di Castelsangiovanni. Intanto la Lega Nazionale per la difesa del cane ha annunciato che si costituirà parte civile. - I cani non erano entrati all'interno dell'azienda - precisa Girandola - Sono stati uccisi su una stradina nelle vicinanze, ma non dentro la corte. Certo la strada è già di proprietà privata, ma ci chiediamo se il gesto fosse veramente necessario o si tratti di una follia. Parliamo di due meticci di taglia media e docili, non di cani grossa taglia e dal carattere aggressivo.- Dalle testimonianze dei padroni delle bestiole uccise, sembra che chi ha sparato abbia detto che i cani spaventavano i suoi cavalli e che, all'interno dell'azienda, si trovavano anche due bambini. Una volta portati in casa questi ultimi, l'uomo avrebbe raggiunto i cani e fatto fuoco per uccidere. Senza pietà.
E' stato denunciato l'imprenditore agricolo - un 66enne di Castelsangiovanni - che giovedì mattina ha ucciso a colpi di fucile Roky e Lilly, due cani meticci di taglia media appena scappati dalle abitazioni dei loro padroni a Ziano. I carabinieri hanno spiccato nei suoi confronti denuncia per i reati di uccisione di animali e porto abusivo di arma da fuoco. Il fatto era avvenuto nelle vicinanze della sua stessa azienda agricola, a Cascina Monticella, in aperta campagna tra Castelsangiovanni e Moretta, poco lontani dal confine con i comuni di Borgonovo e di Ziano. Sul posto erano subito intervenuti i carabinieri e la polizia municipale di Castelsangiovanni per ascoltare le dichiarazioni dell'agricoltore e dei proprietari dei due cani uccisi, Davide Girandola e Luigi Dallospedale, entrambi di Ziano. I carabinieri avevano immediatamente sequestrato il fucile usato per sparare a Roky e Lilli, un automatico Beretta calibro 12 e i tre bossoli esplosi. La vicenda è stata ricostruita al comando provinciale dei carabinieri dal capitano Helios Scarpa, che guida la compagnia di Piacenza. Con lui c'erano gli uomini della stazione dei carabinieri di Castelsangiovanni e della polizia municipale. Oltre ai provvedimenti presi nei confronti dell'agricoltore, a loro volta i proprietari dei due cani sono stati denunciati per omessa custodia. Intanto sta meglio Pietro Girandola, padre di Davide, proprietario di uno dei due cani, Roky. Impegnato l'altra mattina nelle ricerche, Pietro era in zona quando aveva udito gli spari. Accorso sul posto alla vista dell'agricoltore con il fucile ancora in mano e degli animali agonizzanti, si era sentito male accusando forti dolori al petto. Ricoverato in osservazione in ospedale, ieri è stato dimesso in attesa di sottoporsi, tra alcuni giorni a nuovi accertamenti. I motivi addotti dall'agricoltore per giustificare gli spari non hanno convinto i carabinieri da cui la denuncia. L'uomo, classe 1948, aveva detto infatti che nella corte della sua azienda c'erano in quel momento dei bambini e che, per proteggerli, ha ucciso i cani. Una volta portati in casa i piccoli, era salito sul suo fuoristrada e aveva raggiunto le due bestiole sulla strada di accesso all'azienda. La denuncia per porto abusivo di arma da fuoco è dovuta al fatto che il fucile da caccia usato per sparare, pur da lui regolarmente registrato, non poteva essere portato al di fuori della sua abitazione, che non si trova nell'azienda ma a Castelsangiovanni. Davide Girandola, ancora scosso dall'episodio puntualizza intanto una sua affermazione rilasciata a caldo - Chiedendomi se fosse "una follia", pensavo al perchè del gesto. Questa parola è stata detta appena successo il fatto, quando ero scosso senza riferirmi personalmente a chi ha sparato al mio cane.-
Lega per la Difesa del cane - Gesto di pericolosità sociale. -
Sulla vicenda si registra una forte presa di posizione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, la presidente della sezione piacentina Annamaria Galimberti, ha fatto sapere che l'associazione si costituirà parte civile contro l'imprenditore che ha ucciso "senza giustificazione" - E' un gesto che denota una certa pericolosità sociale.- aggiunge Galimberti - Sparare a esseri viventi indifesi può portare in futuro ad altri atti del genere. I cani sono esseri viventi e come tali, bisogna rispettarli.- A sottolineare "l'intenzionalità del fatto" e a porre l'accento sulla sua "gravità" è Giovanni Peroni, responsabile del canile comprensoriale di Montebolzone, guardia zoofila e membro della Lega per la difesa del cane. - L'uccisione poteva essere evitata se quell'uomo avesse voluto allontanarli, avrebbe potuto sparare in alto, non direttamente contro i cani indifesi che non hanno attaccato.
E' stato denunciato l'imprenditore agricolo - un 66enne di Castelsangiovanni - che giovedì mattina ha ucciso a colpi di fucile Roky e Lilly, due cani meticci di taglia media appena scappati dalle abitazioni dei loro padroni a Ziano. I carabinieri hanno spiccato nei suoi confronti denuncia per i reati di uccisione di animali e porto abusivo di arma da fuoco. Il fatto era avvenuto nelle vicinanze della sua stessa azienda agricola, a Cascina Monticella, in aperta campagna tra Castelsangiovanni e Moretta, poco lontani dal confine con i comuni di Borgonovo e di Ziano. Sul posto erano subito intervenuti i carabinieri e la polizia municipale di Castelsangiovanni per ascoltare le dichiarazioni dell'agricoltore e dei proprietari dei due cani uccisi, Davide Girandola e Luigi Dallospedale, entrambi di Ziano. I carabinieri avevano immediatamente sequestrato il fucile usato per sparare a Roky e Lilli, un automatico Beretta calibro 12 e i tre bossoli esplosi. La vicenda è stata ricostruita al comando provinciale dei carabinieri dal capitano Helios Scarpa, che guida la compagnia di Piacenza. Con lui c'erano gli uomini della stazione dei carabinieri di Castelsangiovanni e della polizia municipale. Oltre ai provvedimenti presi nei confronti dell'agricoltore, a loro volta i proprietari dei due cani sono stati denunciati per omessa custodia. Intanto sta meglio Pietro Girandola, padre di Davide, proprietario di uno dei due cani, Roky. Impegnato l'altra mattina nelle ricerche, Pietro era in zona quando aveva udito gli spari. Accorso sul posto alla vista dell'agricoltore con il fucile ancora in mano e degli animali agonizzanti, si era sentito male accusando forti dolori al petto. Ricoverato in osservazione in ospedale, ieri è stato dimesso in attesa di sottoporsi, tra alcuni giorni a nuovi accertamenti. I motivi addotti dall'agricoltore per giustificare gli spari non hanno convinto i carabinieri da cui la denuncia. L'uomo, classe 1948, aveva detto infatti che nella corte della sua azienda c'erano in quel momento dei bambini e che, per proteggerli, ha ucciso i cani. Una volta portati in casa i piccoli, era salito sul suo fuoristrada e aveva raggiunto le due bestiole sulla strada di accesso all'azienda. La denuncia per porto abusivo di arma da fuoco è dovuta al fatto che il fucile da caccia usato per sparare, pur da lui regolarmente registrato, non poteva essere portato al di fuori della sua abitazione, che non si trova nell'azienda ma a Castelsangiovanni. Davide Girandola, ancora scosso dall'episodio puntualizza intanto una sua affermazione rilasciata a caldo - Chiedendomi se fosse "una follia", pensavo al perchè del gesto. Questa parola è stata detta appena successo il fatto, quando ero scosso senza riferirmi personalmente a chi ha sparato al mio cane.-
Lega per la Difesa del cane - Gesto di pericolosità sociale. -
Sulla vicenda si registra una forte presa di posizione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, la presidente della sezione piacentina Annamaria Galimberti, ha fatto sapere che l'associazione si costituirà parte civile contro l'imprenditore che ha ucciso "senza giustificazione" - E' un gesto che denota una certa pericolosità sociale.- aggiunge Galimberti - Sparare a esseri viventi indifesi può portare in futuro ad altri atti del genere. I cani sono esseri viventi e come tali, bisogna rispettarli.- A sottolineare "l'intenzionalità del fatto" e a porre l'accento sulla sua "gravità" è Giovanni Peroni, responsabile del canile comprensoriale di Montebolzone, guardia zoofila e membro della Lega per la difesa del cane. - L'uccisione poteva essere evitata se quell'uomo avesse voluto allontanarli, avrebbe potuto sparare in alto, non direttamente contro i cani indifesi che non hanno attaccato.
AIUTO EPIDEMIA CIMURRO
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sonia.sco@hotmail.it
c/c IBAN IT75X0760103400000057901266 CAUSALE AIUTO CIMURRO
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FARMACO: STAGLOBAN P+CE (somministrazione 0.4/kg - 1 fiala x scatolo - costo 73 euro circa).
se vuoi mandare il farmaco direttamente l'indirizzo di casa è
SONIA SCOTTO V.LE MICHELANGELO 5 - CALVIZZANO 80012 NAPOLI
tieni presente che va confezionato con del ghiaccio
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ROMA: GIOCO DELLA PIGNATTA CON CONIGLIO VIVO, DENUNCIATO PARROCO
Roma - Polemiche a Palestrina dopo il cruento epilogo della festa di Santa Rosalia, che si celebra il 30 agosto nel comune della provincia di Roma. Il tradizionale gioco della ''pignatta'', infatti, e' stato organizzato inserendo all'interno di una bisaccia da abbattere con il bastone un coniglio vivo. Ed ecco che adulti e bambini hanno cominciato a scagliare il legno sull'animale. Il sacco pero' si e' aperto sotto i colpi ricevuti e il coniglio ferito e insanguinato e' caduto a terra dove sarebbe stato ulteriormente colpito dalla folla se una ragazza non l'avesse raccolto e portato da un veterinario che ha provveduto a salvarlo. Il fatto e' stato riportato dall'associazione di tutela degli animali AmiCOniglio alla sezione ambiente del Codici che ha provveduto a sporgere denuncia contro il parroco della chiesa di Santa Rosalia, nonche' il sindaco di Palestrina per il reato di maltrattamento che prevede, laddove ci siano spettacoli di sevizie su animali, la reclusione fino a quattro mesi e la multa fino a 15.000 euro.''Questa estate e' stata funestata da mattanze di animali ad opera di religiosi. Ricordiamo il caso del sacerdote della parrocchia di San Bartolomeo di Sori (Ge) che, lo scorso luglio ha collaborato all'uccisione di due cuccioli di cinghiale con spranghe e bastoni''. E' quanto dichiara Valentina Coppola, responsabile ambiente del Codici.''In questi casi - clonclude Coppola -il reato e' ancor piu' significativo proprio perche' commesso da uomini di chiesa che dovrebbero rappresentare esempio di pieta' e carita' cristiana. Chiediamo che anche la giustizia ecclesiastica prenda provvedimenti perche' un tale comportamento mortifica anche la chiesa ed allontana i fedeli. I sindaci, dal canto loro, sappiano che durante sagre, feste di paese e mercati, hanno il dovere di vigilare affinche' tali reati non avvengano''.
URGENTE!!!
ricevo ed inoltro:
Regione: Lombardia
Provincia: Milano
Numero annuncio: 1169408
le foto su questo link:
http://www.facebook.com/l/;www.kijiji.it/annunci/cani/annunci-milano/grido-di-aiuto/1169408
RAGAZZI VI PREGO DI AIUTARMI A DIVULGARE GLI APPELLI PER QUESTI CUCCIOLI. OGNI GIORNO RICEVO SEGNALAZIONI INFINITE, PER ORA QUESTI SONO I CUCCIOLI CHE HO PRESO CON ME, ALTRI CHE HO SOLO POTUTO FOTOGRAFARE , MA CE NE SONO TANTI ALTRI ANCORA SEGNALATI CHE NON HO ANCORA TROVATO IL TEMPO DI ANDARE A VEDERE. IO QUI NON HO UN CANILE, NON HO FONDI E CONTRIBUTI DA NESSUNO E NON SO PIù DAVVERO COME GESTIRE LA COSA. ACCOLGO I TROVATELLI IN UN PICCOLO PEZZO DI TERRA CHE UN SIGNORE MI HA MESSO A DISPOSIZIONE MA ORA STANNO DIVENTANDO DAVVERO TANTI E NON NE RIESCO PIù AD ACCOGLIERE!! OGNI CUCCIOLO CHE ARRIVA DEVE ESSERE SVERMINATO, VACCINATO, TRATTATO CON ANTIPARASSITARIO QUANDO NON ARRIVA IN SITUAZIONI PIù DRAMMATICHE TALI DA RICHIEDERE CURE ULTERIORI O RICOVERI IN CLINICA. NELLE FOTO VEDETE I CUCCIOLI, MA CI SONO ANCHE TANTI ADULTI!!! MI CHIAMANO DA OGNI DOVE MA IO SONO SOLA E NONOSTANTE STIA STERILIZZANDO A TAPPETO, SONO SOMMERSA DA CUCCIOLI. PER FAVORE, QUALCUNO MI AIUTI!!!!! I CUCCIOLI SONO ADOTTABILI IN TUTTA ITALIA CON CONTROLLI PRE E POST AFFIDO E FIRMA DEI MODULI DI ADOZIONE.
GRAZIE
DANIELA
3924463917
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DANIELA
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A Sasso Marconi anche il cane più donare sangue
E' nato un Centro trasfusionale veterinario: una vera e propria banca del plasma
Sasso Marconi (BO) - I requisiti per il donatore di sangue sono rigidi: dev’essere sano, di taglia media o grande, pesare almeno 20 chilogrammi, avere un’e tà compresa fra quindici mesi e 9 anni, trovarsi in regola con vaccini e profilassi. E, gentilmente, abbaiare. A Sasso Marconi nasce il Centro Trasfusionale Veterinario, una banca del plasma per Fido. L’ha realizzata Renato Magliulo, specialista in etologia applicata e benessere animale. Bolognese, 50 anni, ex bersagliere, ha incentrato studi e attività professionale sulle trasfusioni di sangue canino: qualche tempo fa ha venduto l’ambulatorio che aveva in città e s’è dedicato interamente a questo progetto, messo in piedi a giugno ma finora impantanato nell’iter burocratico. Il Ctv, questa la sigla, opererà nella struttura della Clinica veterinaria dell’orologio.Magliulo già nel 2001 aveva aderito al progetto della Emoteca Veterinaria Felsinea a San Lazzaro, prima banca pubblica di sangue animale in Italia. Finora, però, tutti gli operatori erano stati scoraggiati dalle incertezze normative. Dopo un lungo silenzio, il Ministero della Salute è intervenuto nel 2007 dettando linee guida alle Regioni sulle trasfusioni, ora consentite solo con sangue intero (non emoderivati) e solo per cavalli, cani e gatti. Per i felini, però, l’operazione è complicata: tenere buono un gatto con l’ago in vena per 8-12 minuti, il tempo del prelievo, richiede l’uso di sedativi. Al momento il Ctv opererà solo su cani, e di buona indole. "Ho richiesto tutte le autorizzazioni — dice Magliulo —, il mio centro si propone di operare nel rispetto della nuova normativa e, soprattutto, del benessere del cane. Non facciamo donare un animale che non è psicologicamente idoneo. Il sangue sarà a disposizione di tutti i veterinari che ne faranno richiesta, al contrario dei centri universitari che di solito lo raccolgono solo ad uso interno, per i propri pazienti. E presto apriremo anche ai gatti". Il primo a provare i nuovi macchinari è stato il suo cane Plauto, un meticcio nato a Sarsina (proprio la città del commediografo latino), donatore come il suo proprietario: "Qualche anno fa ha salvato la vita al Dogo argentino di un mio collega. Gli animali conoscono l’altruismo, se i padroni se ne fanno interpreti". I gruppi sanguigni canini sono circa venti, di cui sette identificati: il più particolare, nel gioco di compatibilità, si chiama DEA 1.1, neanche fosse un software per Windows. La trasfusione serve in caso di ferimenti, ma anche per curare malattie croniche e rimediare all’avvelenamento da esche per topi. Prima del prelievo il cane effettua gratuitamente gli esami di rito, poi i maschi idonei donano ogni tre mesi, le femmine due volte l’anno. Esattamente come i padroni, che quasi sempre sono donatori anche loro. E se per i bipedi la ricompensa è la merendina col succo di frutta, ai cani tocca una dose supplementare di mangime. Il Centro fornirà a Fido una tesserina con foto e gli garantirà premi-fedeltà: una medaglietta alla decima donazione, una coccarda alla ventesima. Per i più bravi, razione doppia di biscotti. E la chiamano vita da cani.
Sasso Marconi (BO) - I requisiti per il donatore di sangue sono rigidi: dev’essere sano, di taglia media o grande, pesare almeno 20 chilogrammi, avere un’e tà compresa fra quindici mesi e 9 anni, trovarsi in regola con vaccini e profilassi. E, gentilmente, abbaiare. A Sasso Marconi nasce il Centro Trasfusionale Veterinario, una banca del plasma per Fido. L’ha realizzata Renato Magliulo, specialista in etologia applicata e benessere animale. Bolognese, 50 anni, ex bersagliere, ha incentrato studi e attività professionale sulle trasfusioni di sangue canino: qualche tempo fa ha venduto l’ambulatorio che aveva in città e s’è dedicato interamente a questo progetto, messo in piedi a giugno ma finora impantanato nell’iter burocratico. Il Ctv, questa la sigla, opererà nella struttura della Clinica veterinaria dell’orologio.Magliulo già nel 2001 aveva aderito al progetto della Emoteca Veterinaria Felsinea a San Lazzaro, prima banca pubblica di sangue animale in Italia. Finora, però, tutti gli operatori erano stati scoraggiati dalle incertezze normative. Dopo un lungo silenzio, il Ministero della Salute è intervenuto nel 2007 dettando linee guida alle Regioni sulle trasfusioni, ora consentite solo con sangue intero (non emoderivati) e solo per cavalli, cani e gatti. Per i felini, però, l’operazione è complicata: tenere buono un gatto con l’ago in vena per 8-12 minuti, il tempo del prelievo, richiede l’uso di sedativi. Al momento il Ctv opererà solo su cani, e di buona indole. "Ho richiesto tutte le autorizzazioni — dice Magliulo —, il mio centro si propone di operare nel rispetto della nuova normativa e, soprattutto, del benessere del cane. Non facciamo donare un animale che non è psicologicamente idoneo. Il sangue sarà a disposizione di tutti i veterinari che ne faranno richiesta, al contrario dei centri universitari che di solito lo raccolgono solo ad uso interno, per i propri pazienti. E presto apriremo anche ai gatti". Il primo a provare i nuovi macchinari è stato il suo cane Plauto, un meticcio nato a Sarsina (proprio la città del commediografo latino), donatore come il suo proprietario: "Qualche anno fa ha salvato la vita al Dogo argentino di un mio collega. Gli animali conoscono l’altruismo, se i padroni se ne fanno interpreti". I gruppi sanguigni canini sono circa venti, di cui sette identificati: il più particolare, nel gioco di compatibilità, si chiama DEA 1.1, neanche fosse un software per Windows. La trasfusione serve in caso di ferimenti, ma anche per curare malattie croniche e rimediare all’avvelenamento da esche per topi. Prima del prelievo il cane effettua gratuitamente gli esami di rito, poi i maschi idonei donano ogni tre mesi, le femmine due volte l’anno. Esattamente come i padroni, che quasi sempre sono donatori anche loro. E se per i bipedi la ricompensa è la merendina col succo di frutta, ai cani tocca una dose supplementare di mangime. Il Centro fornirà a Fido una tesserina con foto e gli garantirà premi-fedeltà: una medaglietta alla decima donazione, una coccarda alla ventesima. Per i più bravi, razione doppia di biscotti. E la chiamano vita da cani.
FIAMME IN CALIFORNIA, SI RISCHIA UNA STRAGE
Mentre la Rspca (la potente Protezione animali) britannica divulga la notizia che centinaia di animali esotici sono illegalmente detenuti da cittadini inglesi, nei pressi di Los Angeles si assiste a uno strano esodo forzato. Decine di camion, furgoni e altri mezzi di locomozione, sono stati reclutati per spostare leoni, tigri, puma, lupi, orsi e struzzi che rischiano di finire arrosto nel grande incendio che sta devastando i dintorni della città californiana, oppure annegati dalle tonnellate d'acqua che gli aerei cisterna scaricano sulle colline adiacenti al luogo in cui sorge il Wildlife Waystation, l'ennesimo «santuario» dove, assieme agli animali di cui sopra, sono ospitate numerose altre specie, zebre, iene, lama, alpaca, procioni e compagnia bella. Due vigili del fuoco hanno già perso la vita nella lotta alle fiamme.
Le guardie forestali americane hanno avvisato la sovrintendente dello zoo, Martine Collette, che se il fuoco dovesse avanzare e arrivare alla Waystation, probabilmente del giardino zoologico non rimarrebbe altro che fumo «e un gigantesco arrosto» ha aggiunto sarcastico un vecchio guardaboschi volontario, impegnato nell'operazione di spegnimento. Collette si lamenta del fatto che il dipartimento antincendio non è in grado di fare alcuna previsione su quanto tempo avrà a disposizione per mettere in salvo gli animali. «Mi hanno solo detto che è veramente un brutto incendio e che, se il vento ci si mette di mezzo, i nostri sforzi potrebbero essere inutili». Intanto sono stati reclutati tutti i pesanti mezzi motorizzati a disposizione, in grado di trasportare le gabbie in cui vengono chiusi gli animali, soprattutto quelli più pericolosi, come leoni, tigri e puma.
Gli animali stessi non facilitano certo le operazioni di salvataggio. Vedono all'orizzonte le fiamme e fiutano, con l'olfatto sviluppato, l'odore acre del fumo. Sentono che il loro più ancestrale e temibile nemico si sta avvicinando e cresce il nervosismo perché se nella savana, si può fuggire, qui ci sono palizzate, reti metalliche e lucchetti a sbarrare impietosamente qualunque via di fuga. Gli struzzi, che normalmente possono essere trasportati a gruppi, devono essere caricati nelle gabbie uno per uno. Troppo nervosi, troppo stress.
Il luogo di destinazione è in parte lo zoo di Los Angeles, che si spera rimanga fuori dall'azione del fuoco, in parte altri «santuari» che di santo per gli animali hanno ben poco, se non la generosità di accoglierli in questa emergenza in attesa di affrontare la prossima.
Nel frattempo i responsabili di un altro zoo, a poche miglia dalla Waystation, il Roar Foundation Shambala Preserve, hanno deciso di attendere gli eventi. «Abbiamo 64 grossi felini - dichiara Chris Galluci - tra leopardi, leoni e tigri. Per il momento loro sono tranquilli e noi facciamo finta di esserlo. Se andiamo in panico noi, ci vanno anche loro. D'altronde, evacuarli sarebbe un incubo logistico».
Ha ragione Mr. Gallucci. Forse era meglio lasciarli nelle loro savane a combattere il fuoco con l'atavica arma che ben conoscono: la fuga.
Le guardie forestali americane hanno avvisato la sovrintendente dello zoo, Martine Collette, che se il fuoco dovesse avanzare e arrivare alla Waystation, probabilmente del giardino zoologico non rimarrebbe altro che fumo «e un gigantesco arrosto» ha aggiunto sarcastico un vecchio guardaboschi volontario, impegnato nell'operazione di spegnimento. Collette si lamenta del fatto che il dipartimento antincendio non è in grado di fare alcuna previsione su quanto tempo avrà a disposizione per mettere in salvo gli animali. «Mi hanno solo detto che è veramente un brutto incendio e che, se il vento ci si mette di mezzo, i nostri sforzi potrebbero essere inutili». Intanto sono stati reclutati tutti i pesanti mezzi motorizzati a disposizione, in grado di trasportare le gabbie in cui vengono chiusi gli animali, soprattutto quelli più pericolosi, come leoni, tigri e puma.
Gli animali stessi non facilitano certo le operazioni di salvataggio. Vedono all'orizzonte le fiamme e fiutano, con l'olfatto sviluppato, l'odore acre del fumo. Sentono che il loro più ancestrale e temibile nemico si sta avvicinando e cresce il nervosismo perché se nella savana, si può fuggire, qui ci sono palizzate, reti metalliche e lucchetti a sbarrare impietosamente qualunque via di fuga. Gli struzzi, che normalmente possono essere trasportati a gruppi, devono essere caricati nelle gabbie uno per uno. Troppo nervosi, troppo stress.
Il luogo di destinazione è in parte lo zoo di Los Angeles, che si spera rimanga fuori dall'azione del fuoco, in parte altri «santuari» che di santo per gli animali hanno ben poco, se non la generosità di accoglierli in questa emergenza in attesa di affrontare la prossima.
Nel frattempo i responsabili di un altro zoo, a poche miglia dalla Waystation, il Roar Foundation Shambala Preserve, hanno deciso di attendere gli eventi. «Abbiamo 64 grossi felini - dichiara Chris Galluci - tra leopardi, leoni e tigri. Per il momento loro sono tranquilli e noi facciamo finta di esserlo. Se andiamo in panico noi, ci vanno anche loro. D'altronde, evacuarli sarebbe un incubo logistico».
Ha ragione Mr. Gallucci. Forse era meglio lasciarli nelle loro savane a combattere il fuoco con l'atavica arma che ben conoscono: la fuga.
MARCHE: QUALCUNO PUO SALVARE 3 MAIALINI VIETNAMITI???
Ne ho portati via 3 dalle Marche ieri 2 Settembre 2009, ma sul luogo ne sono rimasti altrettanti con la mamma, di proprietà di una persona del posto.
Trattasi di maialini vietnamiti molto piccoli nati il 1 Maggio, solo 4 mesi, destinati, se non si riuscirà a venderli in poco tempo, forse è già troppo tardi, a fare una pessima fine… ossia cibo.
Il papà e uno dei fratellini sono stati già uccisi.
Vi prego con il cuore in mano di aiutarmi in questa diffusione immediata.
Lui li darebbe via tutti, il costo è di 60 euro ciascuno, eccetto la mamma che verrà sugli 80.
In pochi giorni, sono riuscita a piazzarne tre e portarli a Roma al sicuro, grazie ai contatti di Federica, Piero ma altri 3, più la mamma che vedete nelle foto attendono morte certa.
I piccoli si aggirano intorno ai 10 kg di peso, la mamma sui 15 e non cresceranno oltre, sono esserini domestici.
Prego le associazioni del luogo di intervenire nel salvamento e di stallarli al sicuro in attesa di adozione.
Chi è interessato, tra associazioni, privati o quant’altro, è pregato di contattarmi SOLO AL CELLULARE, IN QUESTO PERIODO NON HO POSSIBILITA’ DI CONNESSIONE AD INTERNET.
A chi sarà realmente interessato darò il contatto di chi li vende e del luogo preciso, al solo scopo di tutelarli, e di riuscire ad adottarli.
VI PREGO, NON C’E’ TEMPO!!
CHI PUO’ MI CHIAMI E SI ORGANIZZI PER ANDARE SUL POSTO.
PER INFO 393/1118032 DOPO LE 18.00
Grazie di cuore
Ambra
Trattasi di maialini vietnamiti molto piccoli nati il 1 Maggio, solo 4 mesi, destinati, se non si riuscirà a venderli in poco tempo, forse è già troppo tardi, a fare una pessima fine… ossia cibo.
Il papà e uno dei fratellini sono stati già uccisi.
Vi prego con il cuore in mano di aiutarmi in questa diffusione immediata.
Lui li darebbe via tutti, il costo è di 60 euro ciascuno, eccetto la mamma che verrà sugli 80.
In pochi giorni, sono riuscita a piazzarne tre e portarli a Roma al sicuro, grazie ai contatti di Federica, Piero ma altri 3, più la mamma che vedete nelle foto attendono morte certa.
I piccoli si aggirano intorno ai 10 kg di peso, la mamma sui 15 e non cresceranno oltre, sono esserini domestici.
Prego le associazioni del luogo di intervenire nel salvamento e di stallarli al sicuro in attesa di adozione.
Chi è interessato, tra associazioni, privati o quant’altro, è pregato di contattarmi SOLO AL CELLULARE, IN QUESTO PERIODO NON HO POSSIBILITA’ DI CONNESSIONE AD INTERNET.
A chi sarà realmente interessato darò il contatto di chi li vende e del luogo preciso, al solo scopo di tutelarli, e di riuscire ad adottarli.
VI PREGO, NON C’E’ TEMPO!!
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PER INFO 393/1118032 DOPO LE 18.00
Grazie di cuore
Ambra
SEGUGIO VAGANTE A BAGNOLO MELLA (BS)
ALL'ATTENZIONE DI TUTTI I VOLONTARI DI BRESCIA!!
04/09/09 STRADA DEL VINO DEI COLLI LONGOBARDI: ALLE ORE 10 E 30 MI HA ATTRAVERSATO LA STRADA UN SEGUGIO MARRONE ABBASTANZA GIOVANE, MAGRISSIMO CON UN COLLARE-CATENELLA AL COLLO, MI SON FERMATO E HO TENTATO DI PRENDERLO MA CAUSA ANCHE DUE MACCHINE SOPRAGGIUNTE IN QUEGLI ISTANTI E'SCAPPATO IN UN CAMPO DI PANNOCCHIE E L'HO PERSO DI VISTA: E' SICURAMENTE STATO ABBANDONATO (PROBABILE DA QUALCHE CACCIATORE) è IMPROBABILE SI SIA PERSO DATO IL LUOGO E LA SUA CONDIZIONE FISICA.
IL LUOGO PRECISO E', PER CHI CONOSCE LA STRADA, IL CURVONE A SX SULLA STRADA CHE PARTE DA BAGNOLO MELLA, IN CORRISPONDENZA DEV BIVIO PER PONCARALE, SULL'ANGOLO C'è UNA CASCINA, APPENA FATTA LA CURVA , A DX DELLA STRADA C'è UN CAMPO ( SONO TUTTI CAMPI IN REALTA', MA QUELLO IN CUI è ENTRATO è QUESTO). è MOLTO IMPAURITO, SONO STATI ALLERTATI I VIGILI DI PONCARALE-FLERO, SI PREGA I VOLONTARI DELLA ZONA DI ATTIVARSI URGENTEMENTE E SE POSSIBILE COLLABORARE CON LE FORZE DELL'ORDINE DA ME AVVISATE. NON HO POTUTO FERMARMI DI + PERCHE' ERO AL LAVORO, IL CANE CMQ ERA SPARITO, MA SICURAMENTE è RIMASTO IN QUELLE ZONE.. GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE..SE QUALCUNO SA QUALCOSA MI AVVISI, GRAZIE A TUTTI.
ANGELO.
04/09/09 STRADA DEL VINO DEI COLLI LONGOBARDI: ALLE ORE 10 E 30 MI HA ATTRAVERSATO LA STRADA UN SEGUGIO MARRONE ABBASTANZA GIOVANE, MAGRISSIMO CON UN COLLARE-CATENELLA AL COLLO, MI SON FERMATO E HO TENTATO DI PRENDERLO MA CAUSA ANCHE DUE MACCHINE SOPRAGGIUNTE IN QUEGLI ISTANTI E'SCAPPATO IN UN CAMPO DI PANNOCCHIE E L'HO PERSO DI VISTA: E' SICURAMENTE STATO ABBANDONATO (PROBABILE DA QUALCHE CACCIATORE) è IMPROBABILE SI SIA PERSO DATO IL LUOGO E LA SUA CONDIZIONE FISICA.
IL LUOGO PRECISO E', PER CHI CONOSCE LA STRADA, IL CURVONE A SX SULLA STRADA CHE PARTE DA BAGNOLO MELLA, IN CORRISPONDENZA DEV BIVIO PER PONCARALE, SULL'ANGOLO C'è UNA CASCINA, APPENA FATTA LA CURVA , A DX DELLA STRADA C'è UN CAMPO ( SONO TUTTI CAMPI IN REALTA', MA QUELLO IN CUI è ENTRATO è QUESTO). è MOLTO IMPAURITO, SONO STATI ALLERTATI I VIGILI DI PONCARALE-FLERO, SI PREGA I VOLONTARI DELLA ZONA DI ATTIVARSI URGENTEMENTE E SE POSSIBILE COLLABORARE CON LE FORZE DELL'ORDINE DA ME AVVISATE. NON HO POTUTO FERMARMI DI + PERCHE' ERO AL LAVORO, IL CANE CMQ ERA SPARITO, MA SICURAMENTE è RIMASTO IN QUELLE ZONE.. GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE..SE QUALCUNO SA QUALCOSA MI AVVISI, GRAZIE A TUTTI.
ANGELO.
RICHIESTA DI FARMACO URGENTISSIMO PER EPIDEMIA CIMURRO
RICEVO E INOLTRO... URGENTE!!!!!
Ai membri di CORPO PROTEZIONE ANIMALI - C.P.A.
Bertolino Cinzia 02 settembre alle ore 18.24 Rispondi
SIAMO DISPERATi!!!HO BISOGNO DI VOI.
Stiamo avendo un'epidemia di Cimurro, di un ceppo nn riconosciuto, nella pensione
dove teniamo alcuni dei nostri cani in attesa che si liberi un posto al Rifugio La Fenice;
Alma, Artù, Bullo, Tigre e i Tigrini,Macho tutti cani salvati da situazioni terribili
che noi abbiamo curato con amore e dedizione ora SONO IN PERICOLO DI VITA.
Ho bisogno dell'aiuto di tutti voi:
la situazione è disperata, alcuni hanno già segni neurologici della presenza della malattia,
nonostante siano stati tutti vaccinati x cui sospettiamo sia un ceppo sconosciuto e
inattaccabile.....
Noi stiamo combattendo con tutte le nostre forze ma l'unico farmaco che può darci un barlume di
speranza è lo STAGLOBAN P+CE (somministrazione 0.4/kg - 1 fiala x scatolo - costo 73 euro circa).
Fatevi due calcoli e rendetevi conto quale spesa stiamo andando ad affrontare!
x questo chiedo aiuto a tutti voi: un contributo x l'acquisto del farmaco(o anche il farmaco stesso)
e stalli x tenere i cani al caldo(hanno tutti la febbre).
x favore, nn lasciateci soli....SIAMO DISPERATI
Sonia 333.2092298 sonia.sco@hotmail.it
c/c IT75X0760103400000057901266 int. a me CAUSALE AIUTO CIMURRO
Ai membri di CORPO PROTEZIONE ANIMALI - C.P.A.
Bertolino Cinzia 02 settembre alle ore 18.24 Rispondi
SIAMO DISPERATi!!!HO BISOGNO DI VOI.
Stiamo avendo un'epidemia di Cimurro, di un ceppo nn riconosciuto, nella pensione
dove teniamo alcuni dei nostri cani in attesa che si liberi un posto al Rifugio La Fenice;
Alma, Artù, Bullo, Tigre e i Tigrini,Macho tutti cani salvati da situazioni terribili
che noi abbiamo curato con amore e dedizione ora SONO IN PERICOLO DI VITA.
Ho bisogno dell'aiuto di tutti voi:
la situazione è disperata, alcuni hanno già segni neurologici della presenza della malattia,
nonostante siano stati tutti vaccinati x cui sospettiamo sia un ceppo sconosciuto e
inattaccabile.....
Noi stiamo combattendo con tutte le nostre forze ma l'unico farmaco che può darci un barlume di
speranza è lo STAGLOBAN P+CE (somministrazione 0.4/kg - 1 fiala x scatolo - costo 73 euro circa).
Fatevi due calcoli e rendetevi conto quale spesa stiamo andando ad affrontare!
x questo chiedo aiuto a tutti voi: un contributo x l'acquisto del farmaco(o anche il farmaco stesso)
e stalli x tenere i cani al caldo(hanno tutti la febbre).
x favore, nn lasciateci soli....SIAMO DISPERATI
Sonia 333.2092298 sonia.sco@hotmail.it
c/c IT75X0760103400000057901266 int. a me CAUSALE AIUTO CIMURRO
TRATTA DI CANI
Un meritato plauso alla veterinaria di Forlì che con il suo gesto ha aperto uno squarcio sul dubbio movimento di randagi che quotidianamente invade l'intera Penisola.
Le regole stabiliscono che i cani possono essere movimentati solamente se debitamente identificati mediante microchip ed il cucciolo che è stato portato nell'ambulatorio della dott.ssa Magnani e che proveniva da un'altra regione, non possedeva i requisiti a norma di legge. Ottima l'azione della stessa nel voler segnalare il fatto all'Ausl: un esempio che dovrebbe essere seguito da tutti i veterinari, per porre finalmente fine a questi spostamenti in massa di cani delle cui tracce alla fine, si perdono nel nulla.
Sagge le parole del dottor Usberghi che punta il dito contro una piaga che dilaga ormai da anni sul tutto il territorio nazionale "Forse molti non sanno che c'è un traffico di randagi all'estero che finiscono alla vivisezione"
Un allarme lanciato dallo stesso Ministero della Sanità , tanto da dover emettere una circolare, la n. 33 del 17 agosto 1993 che può essere visionata all'indirizzo: http://www.facebook.com/l/;www.bairo.info/garavaglia_circ33_93.html
Il nostro Gruppo si batte da anni contro questi ignobili traffici di animali verso il nord Europa. Molta documentazione al riguardo è pubblicata al link: http://www.facebook.com/l/;www.bairo.info/traffici.html
Se davvero si vuole porre fine al randagismo la via da intraprendere è quella della sterilizzazione, della microchippatura degli animali sul proprio territorio e degli affidi responsabili. Se le regole fossero rispettate da tutti il fenomeno del randagismo sarebbe di certo più contenuto e non si arriverebbe a numeri così elevati di animali che riempiono strade e canili.
Grazie per l'egregio e rispettabile lavoro, degno di grande stima e rispetto.
Che altri sul territorio ne prendano esempio.
Le regole stabiliscono che i cani possono essere movimentati solamente se debitamente identificati mediante microchip ed il cucciolo che è stato portato nell'ambulatorio della dott.ssa Magnani e che proveniva da un'altra regione, non possedeva i requisiti a norma di legge. Ottima l'azione della stessa nel voler segnalare il fatto all'Ausl: un esempio che dovrebbe essere seguito da tutti i veterinari, per porre finalmente fine a questi spostamenti in massa di cani delle cui tracce alla fine, si perdono nel nulla.
Sagge le parole del dottor Usberghi che punta il dito contro una piaga che dilaga ormai da anni sul tutto il territorio nazionale "Forse molti non sanno che c'è un traffico di randagi all'estero che finiscono alla vivisezione"
Un allarme lanciato dallo stesso Ministero della Sanità , tanto da dover emettere una circolare, la n. 33 del 17 agosto 1993 che può essere visionata all'indirizzo: http://www.facebook.com/l/;www.bairo.info/garavaglia_circ33_93.html
Il nostro Gruppo si batte da anni contro questi ignobili traffici di animali verso il nord Europa. Molta documentazione al riguardo è pubblicata al link: http://www.facebook.com/l/;www.bairo.info/traffici.html
Se davvero si vuole porre fine al randagismo la via da intraprendere è quella della sterilizzazione, della microchippatura degli animali sul proprio territorio e degli affidi responsabili. Se le regole fossero rispettate da tutti il fenomeno del randagismo sarebbe di certo più contenuto e non si arriverebbe a numeri così elevati di animali che riempiono strade e canili.
Grazie per l'egregio e rispettabile lavoro, degno di grande stima e rispetto.
Che altri sul territorio ne prendano esempio.
Fossano (CN): rapito cucciolo al Pinco Pallino. Appello del canile
Fossano (CN) - Quello che è successo una quindicina di giorni fa, al rifugio 'Pinco Pallino' di Cussanio, ha dell’incredibile. Monica Pavani, responsabile delle adozioni del canile, lancia un appello e la descrizione dei 'rapitori'. I fatti: si sono presentati due ragazzi e due ragazze sui vent’anni, con l’intenzione di adottare un cucciolo per regalarlo alla fidanzata di uno dei due. Uno dei ragazzi, capelli neri altezza media, ha detto di chiamarsi Andrea l’altro, piuttosto alto e biondo, non ha detto il proprio nome. Entrambi erano vestiti alla moda. Le ragazze, entrambe bionde, sono rimaste fuori. Hanno visto il cucciolo, unico visionabile in quel momento, ed hanno deciso di adottarlo. Le regole del Rifugio 'Pinco Pallino' sono che i cani vengono portati direttamente dai volontari a casa della persona che intende adottarli, in nessun caso vengono dati direttamente a chi ne fa richiesta. Nella fattispecie il cagnolino era ancora troppo piccolo per essere tolto alla mamma: aveva solo quarantacinque giorni e generalmente i piccoli non vengono adottati prima di aver compiuto almeno due mesi. Il cucciolo era solo sverminato e non vaccinato ed ha un’ernia ombelicale molto visibile. I ragazzi si sono mostrati contrariati alla notizia di non poter portare via il cucciolo. Hanno fatto in modo di distrarre, con la complicità delle ragazze, i volontari, facendosi accompagnare nei vari capannoni per visionare altri cani, ed uno di loro, preso il cucciolo, ha avvisato col cellulare gli altri che hanno detto che sarebbero ritornati. Un testimone li ha visti in macchina col cagnolino, mentre si allontanavano dal canile. Il cucciolo rapito è tipo segugio, nero focato, con l’ernia ombelicale ben visibile ed è un maschio.“L’appello è a tutti i veterinari, all’anagrafe canina, ai negozi di animali, alla cittadinanza in generale - spiega Monica Pavani- Se è vero che dovevano regalare il cucciolo ad una ragazza, sicuramente l’avranno portato da qualche veterinario. Abbiamo urgenza di trovarlo. Sarà data una lauta ricompensa a chi darà notizie utili per il suo ritrovamento”. L’aspetto che lascia più perplessi è che questi quattro ragazzi sicuramente non avevano premeditato il 'rapimento', semplicemente non potevano avere tutto e subito e se lo sono preso, infischiandosene del bene del cucciolo, della sua salute, del fatto che c’erano delle regole e delle ragioni a cui, anche loro, avrebbero dovuto sottostare.
Per contattare il canile: Rifugio Pinco Pallino Club, frazione Cussanio, 33 - 12045 Fossano. Telefono: +390172/692999 o +39333/8990717. e-mail: pincopallinoclub@alice.it
Per contattare il canile: Rifugio Pinco Pallino Club, frazione Cussanio, 33 - 12045 Fossano. Telefono: +390172/692999 o +39333/8990717. e-mail: pincopallinoclub@alice.it
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