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CANI FUCILATI

Castelsangiovanni (PC) - Due cani scappano dalle abitazioni dei loro padroni e, dopo neanche due ore, vengono brutalmente uccisi a colpi di fucile. La fuga dei due animali, meticci di taglia media, è partita da Ziano per terminare tristemente all'imbocco di un'azienda agricola vicino a Castelsangiovanni. Qui gli animali hanno incontrato sulla loro strada il proprietario della stessa azienda che li ha freddati a colpi di fucile come se fosse nel Far West. Il padre di uno dei padroni degli animali, arrivato pochi attimi dopo l'accaduto perchè si trovava già nelle vicinanze a cercare la bestiola, dopo aver visto la scena ha accusato forti dolori al petto ed è stato ricoverato all'ospedale di Castelsangiovanni. I medici, dopo un primo controllo, hanno deciso di tenerlo in osservazione almeno per l'intera giornata e la nottata di ieri. - Non sappiamo il perchè di un gesto simile, ma di certo ricorreremo a tutte le vie legali possibili per far giustizia.- dicono i due proprietari dei cani, Davide Girandola e Luigi Dallospedale, arrivati sul posto e visibilmente sconvolti e arrabbiati. - Non abbiamo fatto in tempo a cercarli che sono stati uccisi come se niente fosse.- aggiunge Girandola - Appena ci siamo accorti che il cane era scappato, poco prima delle 10, mio papà è andato subito a cercarlo. Dopo qualche minuto, un amico lo ha chiamato, spiegando di aver visto Roky nella zona di Castello. - Poi arriva la parte più agghiacciante del racconto.- Mio papà Pietro - prosegue Girandola, residente a Ziano come Dallospedale - stava andando nella zona indicata dall'amico per recuperare Roky. Ad un certo punto, quando era ancora in auto, ha sentito due o tre spari, a non più di cento metri da dove si trovava.- Accorso subito a vedere di cosa si trattasse, Pietro ha fatto in tempo a vedere il proprietario dell'azienda seduto all'interno del suo fuoristrada, con in braccio il fucile ancora fumante. I corpi dei due poveri cani erano straziati: uno con due colpi sparati a bruciapelo in testa ed alla pancia; l'altro con un foro di proiettile all'altezza della schiena, come se fosse stato colto mentre scappava. E pochi minuti dopo, Pietro Girandola è stato portato al pronto soccorso di Castelsangiovanni, in lacrime, con sintomi che facevano pensare ad un possibile attacco cardiaco. Ora ci si chiede il perchè di un gesto simile, apparentemente senza spiegazioni. Il proprietario dell'azienda non ha voluto rilasciare dichiarazioni al di fuori di quelle di legge, raccolte dalla polizia municipale e dai carabinieri di Castelsangiovanni. Intanto la Lega Nazionale per la difesa del cane ha annunciato che si costituirà parte civile. - I cani non erano entrati all'interno dell'azienda - precisa Girandola - Sono stati uccisi su una stradina nelle vicinanze, ma non dentro la corte. Certo la strada è già di proprietà privata, ma ci chiediamo se il gesto fosse veramente necessario o si tratti di una follia. Parliamo di due meticci di taglia media e docili, non di cani grossa taglia e dal carattere aggressivo.- Dalle testimonianze dei padroni delle bestiole uccise, sembra che chi ha sparato abbia detto che i cani spaventavano i suoi cavalli e che, all'interno dell'azienda, si trovavano anche due bambini. Una volta portati in casa questi ultimi, l'uomo avrebbe raggiunto i cani e fatto fuoco per uccidere. Senza pietà.

E' stato denunciato l'imprenditore agricolo - un 66enne di Castelsangiovanni - che giovedì mattina ha ucciso a colpi di fucile Roky e Lilly, due cani meticci di taglia media appena scappati dalle abitazioni dei loro padroni a Ziano. I carabinieri hanno spiccato nei suoi confronti denuncia per i reati di uccisione di animali e porto abusivo di arma da fuoco. Il fatto era avvenuto nelle vicinanze della sua stessa azienda agricola, a Cascina Monticella, in aperta campagna tra Castelsangiovanni e Moretta, poco lontani dal confine con i comuni di Borgonovo e di Ziano. Sul posto erano subito intervenuti i carabinieri e la polizia municipale di Castelsangiovanni per ascoltare le dichiarazioni dell'agricoltore e dei proprietari dei due cani uccisi, Davide Girandola e Luigi Dallospedale, entrambi di Ziano. I carabinieri avevano immediatamente sequestrato il fucile usato per sparare a Roky e Lilli, un automatico Beretta calibro 12 e i tre bossoli esplosi. La vicenda è stata ricostruita al comando provinciale dei carabinieri dal capitano Helios Scarpa, che guida la compagnia di Piacenza. Con lui c'erano gli uomini della stazione dei carabinieri di Castelsangiovanni e della polizia municipale. Oltre ai provvedimenti presi nei confronti dell'agricoltore, a loro volta i proprietari dei due cani sono stati denunciati per omessa custodia. Intanto sta meglio Pietro Girandola, padre di Davide, proprietario di uno dei due cani, Roky. Impegnato l'altra mattina nelle ricerche, Pietro era in zona quando aveva udito gli spari. Accorso sul posto alla vista dell'agricoltore con il fucile ancora in mano e degli animali agonizzanti, si era sentito male accusando forti dolori al petto. Ricoverato in osservazione in ospedale, ieri è stato dimesso in attesa di sottoporsi, tra alcuni giorni a nuovi accertamenti. I motivi addotti dall'agricoltore per giustificare gli spari non hanno convinto i carabinieri da cui la denuncia. L'uomo, classe 1948, aveva detto infatti che nella corte della sua azienda c'erano in quel momento dei bambini e che, per proteggerli, ha ucciso i cani. Una volta portati in casa i piccoli, era salito sul suo fuoristrada e aveva raggiunto le due bestiole sulla strada di accesso all'azienda. La denuncia per porto abusivo di arma da fuoco è dovuta al fatto che il fucile da caccia usato per sparare, pur da lui regolarmente registrato, non poteva essere portato al di fuori della sua abitazione, che non si trova nell'azienda ma a Castelsangiovanni. Davide Girandola, ancora scosso dall'episodio puntualizza intanto una sua affermazione rilasciata a caldo - Chiedendomi se fosse "una follia", pensavo al perchè del gesto. Questa parola è stata detta appena successo il fatto, quando ero scosso senza riferirmi personalmente a chi ha sparato al mio cane.-
Lega per la Difesa del cane - Gesto di pericolosità sociale. -
Sulla vicenda si registra una forte presa di posizione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, la presidente della sezione piacentina Annamaria Galimberti, ha fatto sapere che l'associazione si costituirà parte civile contro l'imprenditore che ha ucciso "senza giustificazione" - E' un gesto che denota una certa pericolosità sociale.- aggiunge Galimberti - Sparare a esseri viventi indifesi può portare in futuro ad altri atti del genere. I cani sono esseri viventi e come tali, bisogna rispettarli.- A sottolineare "l'intenzionalità del fatto" e a porre l'accento sulla sua "gravità" è Giovanni Peroni, responsabile del canile comprensoriale di Montebolzone, guardia zoofila e membro della Lega per la difesa del cane. - L'uccisione poteva essere evitata se quell'uomo avesse voluto allontanarli, avrebbe potuto sparare in alto, non direttamente contro i cani indifesi che non hanno attaccato.

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