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DENUNCE VARIE PER UCCISIONI E MALTRATTAENTO

Cani ammazzati a Castello, denunciati proprietario e sparatore
Provincia di Piacenza - Due cani ammazzati e due denunce: è il bilancio della vicenda sulla quale hanno indagato i carabinieri di Castelsangiovanni. I fatti risalgono a ieri pomeriggio quando un agricoltore 66enne piacentino ha sparato e ucciso due cani apparentemente randagi che si stavano avvicinando alla sua proprietà, in località Monticella tra Castello e Ziano. I colpi (tre) sono stati esplosi da un fucile da caccia Beretta calibro 12 automatico detenuto regolarmente dall'agricoltore, che ha spiegato di come i cani si stessero avvicinando alla sua aia dove stavano giocando dei bambini. Per lui è scattata la denuncia per porto abusivo di arma (al di fuori della proprietà) e per uccisione di animali. Una denuncia è stata spiccata anche ai danni del proprietario dei cani, che sarebbero fuggiti dalla casa a 5 chilometri di distanza. Per lui, un 45enne piacentino, l'addebito di omessa custodia di animali.


Un uomo di mezza età armato di fucile ad aria compressa spara in aria dall’esterno della propria casa per zittire il cane..Vittorino Bernardi
Velo d’Astico (VI) - Un uomo di mezza età armato di fucile ad aria compressa spara in aria dall’esterno della propria casa per zittire il cane che abbaia e alle rimostranze dei vicini per l’atto compiuto punta l’arma verso di loro, minacciandoli di fare fuoco. Il caldo ha probabilmente portato qualche scompenso l’altro pomeriggio nella testa di M.B., cinquantaduenne che vive in paese conducendo vita sola, o meglio in compagnia di un paio di cani.Da venerdì sera l’uomo ha a suo carico una pesante denuncia per minaccia aggravata dall'uso delle armi e spari in luogo pubblico. Sono circa le 17 quando M.B., infastidito dall’abbaiare nel cortile di casa di uno dei propri cani, perde lucidità, afferra il fucile ad aria compressa regolarmente detenuto, esce e spara alcuni colpi in aria per zittire l’animale, riuscendoci. L’azione però spaventa due vicini che invitano con educazione M.B. a deporre l’arma. Alla richiesta l’uomo reagisce molto male, puntando l’arma contro di loro, minacciandoli di morte, per entrare poi in casa e sparire dalla loro vista.Terrorizzata dal nervosismo dell’uomo, la coppia di vicini allerta il 112. L’intervento dei carabinieri di Arsiero è rapido. Coadiuvati dalla radiomobile della compagnia di Schio, i militari senza sviluppare allarmismo cinturano la zona per porla in sicurezza ed evitare possibili spari dall’interno della casa sulla strada, verso i vicini o i casuali passanti, da parte del cinquantaduenne, forse a rischio raptus. Nel contempo viene avvertito un parente di M.B., che giunto sul posto con il comandante della compagnia di Schio Massimo Ferrari tenta di entrare in casa, riuscendoci, approfittando del garage aperto. Trovato il fucile depositato sul luogo indicato nella denuncia di custodia, muovendosi con circospezione all’interno della casa i carabinieri individuano M.B. in camera, addormentato sul letto.Svegliato con tatto e discrezione, l’uomo non ha opposto resistenza, seguendo i carabinieri in caserma per la formalizzazione della denuncia che ha comportato anche il sequestro del fucile.Dall’allarme lanciato al 112 l’operazione si è conclusa in circa 45 minuti, nel migliore dei modi da parte dei carabinieri di Arsiero e Schio.



Assolto l'allevatore accusato di maltrattamento. Ma i cani che fine hanno fatto?
Torna ad esercitare la propria lecita attività di allevatore Bernardo Tarchiani, grazie alla notifica della Guardia di Finanza di venerdì scorso in base alla sentenza del giudice Andrea Claudiani che ha ordinato il dissequestro dell'allevamento di segugi italiani del Tarchiani, nota in tutta Italia per gli ottimi requisiti di razza dei suoi esemplari.
L'allevatore, che ha ottenuto diversi riconoscimenti per la bellezza e la bravura dei suoi cani, ha subito un vero calvario dal 2007 quando su di lui cadde l'accusa di maltrattamento di animali e fu travolto dall'eccessiva enfasi mediatica, come spesso succede in questi casi. Pur riconoscendo che l'ambiente in cui i cani vivevano non era affatto impeccabile, l'allevatore ha respinto con forza la tesi dei maltrattamenti “in effetti – dichiara Tarchiani alla redazione del sito Saturno Notizia - le cucce, pur risultando funzionali allo scopo, non erano belle; che alcuni aspetti non erano proprio regolamentari e che anche l'ordine si potesse migliorare, ma i cani erano ugualmente accuditi con premura e affetto”.
Degli 82 cani al momento del sequestro, ne sono rientrati solo 39. La domanda ora è che fine hanno fatto gli altri 43 segugi? "Alcuni sono morti, altri dico che sono dispersi - risponde Tarchiani - non dimenticando che vi erano anche sei femmine gravide. Bene, quei cuccioli che aspettavano al momento del sequestro sono nati fuori Sansepolcro e non sono mai tornati nella loro "casa", per cui non saprei dire nemmeno quanti erano in totale, forse sui 150. Mi limito a ricordare che in un primo tempo i miei cani erano stati trasferiti a Modena; poi, in base alle morti accertate, abbiamo chiesto che venissero portati al canile rifugio di Todi. Con un altro risultato: in 50 giorni, deceduti altri 19 cani. Credo che ogni commento sia superfluo". Sulla distinzione fra manutenzione dell'ambiente in cui vivevano e cura degli animali verterà l'arringa del 23 ottobre a Sansepolcro, giorno in cui potrebbe essere emessa la sentenza.

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