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Aggiornamento :La Peta uccide gli animali????
Fonte:http://www.chiliamacisegua.org/
Aggiornamento
Gentile Chiliamacisegua,
ho contattato la Peta anni fa riguardo a questo stato di cose, che loro sono i primi ad ammettere corrisponda a verita’, (animali che vengono da loro soppressi).
La loro prontissima risposta e’ stata che loro offrono un metodo di eutanasia tramite iniezione ‘indolore’ negli Stati Uniti, in certe aree dove vigono metodi di soppressione molto piu’ dolorosi per l’animale, come la morte in camere a gas o l’heartstick, una barra elettrificata che i guardiani del canile tengono sul petto del cane o gatto finche’ questi non muore, il che nel caso di cagne incinte a volte puo’ necessitare di addirittura 10 minuti durante i quali l’animale agonizza in preda a convulsioni da elettricita’.
Nonostante io personalmente sia completamente opposta alla soppressione di qualunque animale sano, e segua una dieta vegan, la triste realta’ di quanto occorre negli USA e’ l’uccisione di tra i 5 e i 15 MILIONI di animali da compagnia non voluti ogni anno. Questi vengono accalappiati o consegnati dal proprietario ai dog pounds (canili municipali) dove vengono tenuti per 3-7 giorni; nel caso che sia il proprietario a dare l’animale al canile, quell’animale e’ il primo ad essere ucciso.
Robeson County, tra molte, molte altre aree in gravi condizioni economico/culturali, ha un altissimo tasso di crudelta’, non implementa nessun programma di sterilizzazione obbligatoria o sovvenzionata, usa l’ orribile heartstick come metodo di soppressione e lamenta un influsso continuo di centinaia di animali non voluti ogni giorno. I puppy mills (fabbriche di cuccioli) sono legali e la maggior parte di negozi di animali vende cuccioli, che vengono poi scartati come oggetti usati.
La Peta, a loro dire, interviene in questi casi fornendo sostanze per la soppressione tramite iniezione letale, e mette a disposizione infermieri veterinari che soprimano l’animale senza sottoporlo a quanto effettivamente e’ una vera e propria tortura.
Peta non dirige nessun rifugio, e nel loro manifesto operativo e’ chiaramente spiegato che la Peta considera l’esistenza stessa dell’animale domestico immorale, in quanto si tratta di creature che vivono in totale balia dei capricci e delle fortune umane (non possono cibarsi da soli, vengono legati e confinati, finiscono per strada quando il padrone muore o si ammala gravemente, ecc…) e non godono di nessuna liberta’, stabilita’ o dignita’ individuale che sia indipendente dal loro ‘proprietario’. Peta supporta l’eliminazione totale delle specie ‘addomesticate’ tramite sterilizzazione continua nel corso dei prossimi decenni.
Che queste intenzioni siano auspicabili e corrette o meno e’ ovviamente fonte di dibattito scottante.
E’ da ricordare pero’ che molti anti-animalisti stanno usando queste statistiche (infondate: in quanto Peta non ha rifugi non puo’ uccidere 97% degli animali che vengono lei affidati) per screditare Peta e detrarre supporto ultimamente agli animali. I siti come quelli menzionati nella mail qui sotto sono molti, e il loro scopo e’ sempre quello di screditare gli animalisti e il loro operato.
Peta ha aiutato milioni e milioni di animali a vivere in dignita’ e a soffrire di meno nelle loro vite, ha effettuato centinaia di campagne contro crudelta’ che vanno dal circo alla produzione di carni, ed e’ l’associazione animalista piu’ temuta dalle industrie della crudelta’, siano esse di moda, intrattenimento o alimentari.
Dai 5 ai 15 milioni di animali da compagnia verranno soppressi negli USA ogni anno, sia che Peta intervenga oppure no, molti dei quali con metodi estremamente cruenti, e questo dispetto gli sforzi di gruppi di volontari animalisti dedicati ed incredibilmente efficienti che cercano disperatamente di fare uscire le sventurate creature dai dog pounds prima della soppressione, spesso tramite la disponibilita’ di molti dog pounds ad attendere piu’ dello stabilito per cercare di salvare un cane o un gatto dalla morte per ’surplus’.
Anche io sono dell’opinione che la Peta dovrebbe sterilizzare gli animali e renderli adottabili e magari aprire alcuni rifugi, ma nella triste realta’ dell’America del nord, specialmente in questi tempi di crisi nei quali migliaia di persone hanno perso casa e lavoro, questo non sembra essere possibile.
Cio’ nonostante, non rinneghiamo la Peta dopo tutto il lavoro influente che ha svolto nel cambiare le politiche mondiali in favore di una maggiore coscienza della crudelta’ verso gli animali, nel convincere molte case di moda a non usare pelliccia, case cosmetiche a non testare sugli animali, nel promuovere una dieta senza crudelta’, e quant’altro.
Grazie
Cordiali saluti
Giorgia
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