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Caccia: salvare vite è "protezionismo a oltranza"secondo i cacciatori

Fucili, cartucce e trappole per animali In manette due fratelli bracconieri
Oltre ai due arrestati, altre tre persone sono indagate per bracconaggio. All'interno del casolare dei due fratelli sono state trovate e sequestrate due pistole con silenziatori, una decina di fucili e centinaia di cartucce. Sotto sequestro anche trofei imbalsamati, tra cui alcune teste di lupo

Pistoia, 4 agosto 2009 - In manette due fratelli e tre persone sono indagate. E' questo il bilancio di un'operazione antibracconaggio condotta dagli agenti della questura e da quelli della polizia provinciale di Pistoia intervenuti in pieno giorno con circa 15 uomini. A darne notizia gli agenti della questura questa mattina.Nelle colline di Pescia, all'interno del casolare dei due fratelli bracconieri, sono stati sequestrate due pistole con silenziatori (alcune delle armi non erano in regola), una decina di fucili e centinaia di cartucce. Sotto sequestro anche trofei imbalsamati tra cui alcune teste di lupo oltre a materiali per la cattura di animali selvatici come lacci, corde, trappole, arpioni, tiranti in acciaio. Gli agenti hanno anche trovato una bomba a mano, che è stata fatta brillare sul posto dagli artificieri. I due fratelli arrestati rischiano fino a otto anni di condanna.


ARMI E TESTE LUPO, ARRESTATI BRACCONIERI
In provincia di Pistoia
Due fratelli di Pescia sono stati arrestati e altre tre persone sono indagate a conclusione di un'operazione antibracconaggio condotta dagli agenti della questura e da quelli della polizia provinciale di Pistoia intervenuti in pieno giorno con una quindicina di uomini. A darne notizia gli agenti della questura.
Nel casolare dei due fratelli, sulle colline pesciatine, sono stati sequestrati una decina di fucili, due pistole con silenziatori (alcune delle armi non erano in regola) e centinaia di cartucce. Sotto sequestro anche materiali per la cattura di animali selvatici (lacci, corde, trappole, arpioni, tiranti in acciaio), oltre a trofei imbalsamati tra cui alcune teste di lupo. E' stata rinvenuta anche una bomba a mano, che è stata fatta brillare sul posto dagli artificieri. I due arrestati rischiano una condanna fino a otto anni. (ANSA)



Regione:caccia,nuovi indirizzi per la gestione del cinghiale

Provincia di Savona - E’ stato approvato dalla Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore alla Caccia, Giancarlo Cassini, un documento che stabilisce i nuovi indirizzi per quanto riguarda la gestione faunistico-venatoria dei cinghiali. Con questo provvedimento la Giunta ha inteso dare alle Province Liguri un ulteriore strumento per poter contrastare in modo efficace l’ormai insostenibile situazione sul territorio a causa dell’eccessiva presenza di http://www.facebook.com/l/;cinghiali.Come noto il cinghiale negli ultimi anni sta facendo registrare, oltre ai tradizionali danni alle produzioni agricole e all’ambiente in generale, una situazione di forte disagio sociale soprattutto in quelle zone, poste ai margini dei centri abitativi in prossimità dei boschi, dove si registrano frequenti incontri da parte di cittadini con esemplari di questa specie. Senza contare il notevole aumento di incidenti stradali che si verificano a causa di questi animali."Nonostante le varie iniziative sino ad oggi adottate dalle Province, “titolari” a termine di Legge della materia – spiega l’Assessore Cassini –, non sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati. Per questo ho ritenuto necessario, a seguito di incontri e consultazioni con le Province, individuare ulteriori ipotesi di intervento per risolvere il problema. Con questa delibera abbiamo fornito alle Province le seguenti indicazioni: 1)individuazione da parte delle Province delle zone dove la presenza del cinghiale risulta incompatibile con le attività umane, agricole e con le esigenze del patrimonio faunistico e ambientale. In tali zone la Provincia può autorizzare, nel rispetto della normativa vigente, la caccia da parte di singoli cacciatori, compresi i proprietari o conduttori di fondi regolarmente abilitati all’attività venatoria; la caccia di selezione nei periodi indicati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA); la caccia tramite la pratica della girata e, quali metodi definiti ecologici, le catture tramite l’utilizzo di strumenti adeguati, nonché tutti i metodi di controllo faunistico previsti dalla normativa vigente. 2)
Le Province determinano in almeno 25 unità il numero minimo di soggetti ai fini della composizione della squadra per la caccia al cinghiale tramite la pratica della braccata e in almeno 12 unità il numero minimo di soggetti che devono essere presenti nella singola battuta di caccia. 3)Le Province, in caso di superamento della soglia prevista dei danni agricoli e ambientali in una determinata zona di caccia al cinghiale, adottano opportuni piani di controllo della popolazione del cinghiale e, qualora ritenuti necessari ai fini di una più efficace gestione della popolazione mediante l’attività venatoria, provvedimenti gestionali in merito alla diversa configurazione ed assegnazione delle zone di caccia, compresi la rideterminazione dell’assegnazione della zona di caccia".



Il sindaco di Bormio sui cervi dello Stelvio: “I rischi del protezionismo ad oltranza”

Pochi giorni fa il Ministero dell'Ambiente non ha concesso al Parco dello Stelvio la richiesta di abbattimento dei cervi in esubero nella parte lombarda. “La decisione – fa sapere Wwf che esulta alla notizia - si è basata sul parere tecnico dell'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), che motiva la scelta riprendendo, tra le altre, alcune motivazioni di carattere tecnico-scientifico mosse proprio dal WWF Italia e inviate al Ministero dell'Ambiente”. La decisione, sempre secondo il Wwf avrebbe escluso la possibilità di abbattere 1765 cervi (in dieci anni) in Valfurva (SO) e di aprire un provvedimento di selezione in Valcamonica (BS), così come richiesto dal Parco. A questa decisione si è opposto il sindaco di Bormio Elisabetta Ferro Tradati, che oltre al suo ruolo amministrativo a Bormio è professoressa ordinaria di Clinica Medica Verinaria all'Università di Milano, direttore dell'Istituto di Patologia Speciale e Clinica Medica Veterinaria (sempre all'Università di Milano) ed autrice di oltre 170 lavori scientifici pubblicati su riviste nazionali e internazionali. “Per vari motivi, anche basati su dati scientifici – scrive la Tradati sul suo sito web- sono convinta che le popolazioni eccessive di erbivori selvatici in un territorio limitato come il nostro debbano essere tenute sotto controllo”. “Per esigenze professionali – dice poi - ho visto l'esito di catture non sempre ben condotte: nelle casse di trasporto a volte gli animali, quando si riprendono dalla sedazione, cercano di sfuggire terrorizzati e si procurano lesioni a volte gravissime (es. lacerazione del tendine di Achille) e devono essere abbattuti. Non è meglio un colpo che arriva da lontano, senza sperimentare la vicinanza con l'uomo?”.La caccia agisce meglio dei predatori naturali secondo la ricercatrice. “Rispetto ai predatori – dice -, il vantaggio della caccia ben condotta in aree molto antropizzate come la nostra è anche quello di selezionare la popolazione in base a criteri scientifici, ormai largamente riconosciuti ed evitare quindi gravi epidemie e scadimento della specie. Da non dimenticare poi il rischio che corrono greggi ed animali domestici a fronte di predatori non selettivi. Del resto se in una stalla abbiamo troppi bovini rispetto alla sua capienza, dobbiamo abbatterli. Introdurre i predatori in aree così limitate come le nostre, equivale ad immettere una faina in un pollaio". All'origine di tali provvedimenti istituzionali c'è la solita politica protezionista, cieca di fronte alla realtà dei fatti, “questo comportamento irrazionale di ultraprotezionismo, privo di ogni logica scientifica – spiega limpidamente la Tradati - , porta tra l'altro proprio come conseguenza il diffondersi del bracconaggio esercitato da chi, esasperato per non essere ascoltato, si fa "giustizia" da solo. E non sempre in un modo molto edificante, soprattutto dal punto di vista di chi questi stupendi animali li ama davvero. I bracconieri sparano di nascosto, soprattutto di notte, se feriscono gli animali non li vanno a cercare perchè hanno timore di essere beccati dalle guardie e così cervi o altri feriti vanno a morire lentamente in qualche angolino. La caccia (o prelievo selettivo) ben esercitati e controllati non fanno questi scempi”.

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