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SPERIMENTAZIONE SU ANIMALI

Aids, ora arriva dai gorilla

Scoperto un nuovo ceppo del virus in una donna del Camerun di 65 anni: si contrarrebbe consumando carne dell'animale o entrandovi in contatto



Una recente scoperta potrebbe aprire nuovi scenari sul virus Hiv. L'Aids si evolve ancora e un ceppo del virus è stato adesso individuato anche nei gorillla. Secondo i ricercatori della Foundation for Aids Research il virus portebbe trasmettersi dall'animale all'uomo.

Gli scienziati hanno individuato la variante in una donna del Camerun di 65 anni e ritengono che il nuovo ceppo sia strettamente correlato a un virus riscontrato nei gorilla. La donna potrebbe aver contratto il virus attraverso rapporti sessuali con un cacciatore di gorilla, oppure consumando la carne del primate o comunque entrandovi in contatto.

E' la prima volta che si scopre che i gorilla sono una possibile fonte di contagio di Hiv, finora ritenuto trasmesso solo dagli scimpanzè. Secondo quanto spiegato sulla rivista Nature Medicine, il ceppo scoperto è un virus dell'Aids nuovo che deriva direttamente da un virus dell'immunodeficienza delle scimmie (Simian Immunodeficiency Virus - SIV) dei gorilla, indipendente dai virus noti degli scimpanzè. La scoperta è importante in quanto indica che questi salti di specie sono continui da scimmie a uomo e potrebbero continuare a far circolare nuovi ceppi virali di Hiv. A condurre l'analisi del nuovo virus è stata l'equipe di David Robertson, della University of Manchester. Secondo gli esperti, la donna non può essersi infettata mediante contatto diretto con scimmie ma si ipotizza che si sia infettata attraverso un altro individuo che può avere mangiato la carne di gorilla. Questa scoperta indica che l'evoluzione dell'Hiv è in corso senza tregua ma non c'è ragione di pensare che questo nuovo virus non sia curabile con i normali farmaci antiretrovirali. Semmai, concludono gli autori, il problema potrebbe essere che che, essendo questo virus piuttosto diverso da HIV-1, potrebbe non essere diagnosticabile usando i test diagnostici convenzionali e quindi potrebbe diffondersi 'di nascostò ad altri individui.


Epilessia, scoperta cura genica nei topi

Speranze per la lotta alla malattia nell'uomo
Roma, 4 ago. (Apcom) - Nuove speranze nella lotta contro l'epilessia, dopo che i ricercatori sono riusciti a prevenire la trasmissione genetica della malattia da una generazione all'altra: al momento tuttavia la terapia genica funziona solo nei topi di laboratorio, e resta da vedere se il metodo sarà efficace anche sugli esseri umani. Come riporta il quotidiano britannico The Independent, i ricercatori dell'Università di Leeds hanno scoperto che il gene responsabile della trasmissione della malattia nei topi è l'Atp(12A)3, che regola i livelli di sodio e potassio nelle cellule cerebrali. Una generazione allevata in modo da presentare anche una versione normale del gene non ha trasmesso il disturbo a quella successiva, dimostrando che il gene sano è in grado di annullare gli effetti dell'allele difettoso. La versione umana del gene presenta una struttura molto simile a quella del topo, e sono iniziati gli studi del Dna di alcuni pazienti per appurare se siano presenti dei difetti: sebbene l'epilessia possa avere cause diverse - per esempio, una lesione cerebrale - si pensa che la mancata regolazione del livello di sodio e potassio abbia un ruolo fondamentale nella maggior parte dei casi della malattia.

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