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E nell'Est i felini scompaiono

MONTEFORTE (VR). Sul monte Riondo una dozzina di «mici», negli ultimi mesi, si è letteralmente volatilizzata
Denunciati ai Carabinieri anche alcuni episodi di maltrattamento e di morti sospette
Provincia di Verona - Sul Monte Riondo i gatti si volatilizzano, ma c'è anche chi s'è visto tornare il micio impallinato e ha denunciato il fatto ai carabinieri. E' Dora Bellin, che abita al civico 24 di via Monte Riondo, a sollevare il caso: «Ho due femmine ed un maschio e fino alla fine di giugno avevo ospite anche il gatto di mia nipote. Un giorno il gatto è sparito, l'ho cercato per un mese ed è proprio col tam tam tra i vicini che ho scoperto un fatto strano: nell'ultimo periodo sono spariti sei gatti nella via ed altri sette poco fuori». Alla donna qualcuna delle diciannove famiglie della sua strada dice di provare a cercare il gatto in una vecchia casa disabitata, poco sotto la sua, dove i randagi si ritrovano abitualmente: «Ci sono andata, ma non ho trovato nulla se non ciotole vuote». L'idea che in zona si sono fatti è che la stagione felina degli amori, accompagnata da miagolii a più voci, possa aver disturbato qualcuno: «Anche perché nelle notti dell'ultimo mese al coro dei gatti seguiva quello dei cani, e all'acquietarsi dei cani la ripresa dei gatti e così via. Per me è inconcepibile, però…». A darle in qualche modo una conferma circa la singolare “evancesenza” dei mici della zona è stata, il 2 agosto, una lettera che tanto lei quanto le altre famiglie della via si sono trovate nella cassetta della posta. L'ha firmata uno dei residenti dopo essersi visto tornare a casa il proprio gatto con un pallino da pistola ad aria compressa conficcato sotto un occhio. La lettera fa riferimento a «numerosi altri episodi di maltrattamento, morti per avvelenamento e sparizione di animali», fa presente che quel che gli è accaduto è stato oggetto di una denuncia ai carabinieri e si appella al senso di responsabilità dei vicini nel vigilare. La lettera si rivolge anche all'eventuale responsabile intimando lo stop alle macabre pratiche. «Solo qualche giorno prima», dice Dora Bellin, «sono andata anche io dai carabinieri a segnalare questi strani episodi. Ho voluto che quello che sta accadendo diventasse di dominio pubblico per mandare un segnale a chi è responsabile, per fargli sapere che siamo tutti all'erta e prima o poi potrebbe essere colto con le mani nel sacco».
Quasi a far da contraltare a ciò che accade in cima al Monte Riondo, all'inizio della salita c'è invece un signore che s'è rassegnato ad essere l'orfanotrofio dei gatti: ogni anno gli catapultano in giardino mamma gatta e gattini appena nati. E lui li accudisce e li sfama, almeno fino a quando, com'è successo quest'anno, non spariscono.

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