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News su animali

Il killer che spara ai gatti.

VIAREGGIO (LU). Il serial killer che odia i gatti colpisce il mercoledì sera, sceglie diverse località della Versilia e la sua arma è un fucile da caccia. A fine luglio a Bozzano ha ferito gravemente la micia Shila, la settimana successiva ha ucciso un gattino a Massarosa e due sere fa l’ultimo caso, a Torre del Lago: per Malù gamba frantumata e osso da ricostruire, ma la vita è salva. «È tornato a casa verso le 22.30 - racconta Roberto Vitturini, il padrone del felino -. Non so come ha fatto, sanguinava, non riusciva quasi a stare in piedi e ora avrà bisogno di altri interventi chirurgici. È un gesto disumano e vigliacco». Marco Fabbrini è il veterinario della clinica Campo di Aviazione che ha soccorso due dei tre mici: «Su ognuno di loro abbiamo rinvenuto decine di pallini che farebbero pensare ad uno stesso calibro, quello tipico delle armi da caccia». La spietata azione dell’ultimo mercoledì offre nuovi elementi: «Oltre alle solite ferite prodotte da circa 30 pallini abbiamo notato dei fori più grandi - continua Fabbrini -: due colpi che hanno fatto esplodere il femore del gatto e che probabilmente sono partiti da una seconda arma da fuoco». Il mostro potrebbe dunque non agire da solo o forse attacca le sue vittime imbracciando più di un’arma. «I colpi esplosi dai fucili da caccia - rimarca il veterinario Matteo Speca, collega di Fabbrini - provocano micro e macro emorragie che portano a una morte lenta e molto dolorosa che avviene per dissanguamento. Un’aggravante per un crimine senza scusanti su cui le forze dell’ordine dovrebbero indagare». Nei primi due casi i proprietari dei felini hanno presentato denuncia ai Carabinieri di Massarosa. Vitturini lo farà oggi a Viareggio: «Andrò dai Carabinieri e dai vigili urbani, che in città hanno un apposito dipartimento per combattere i crimini contro gli animali». Finora, però, le indagini non sembrano aver prodotto grandi risultati. «Qui non ne sappiamo nulla, provate a sentire domani», cadono dalle nuvole alla stazione dei Carabinieri di Massarosa. Eppure l’uccisione di animali è un reato penale punito con la reclusione fino a diciotto mesi e il maltrattamento prevede pene che arrivano ad un anno di carcere e a 15mila euro di multa. Forse non sono considerate abbastanza ignobili le malvagità compiute ai danni di esseri indifesi, ma pur sempre non umani. Tuttavia chi spara nei centri abitati rischia di coinvolgere anche delle persone. I bambini sono i compagni di giochi più fedeli degli animali domestici: cosa succederebbe se un ragazzino che insegue un gatto venisse colpito per sbaglio? «Basterebbe controllare chi nella zona detiene un fucile da caccia - aveva detto dopo il primo agguato il padrone della micia ferita, Roberto Branconi, intervistato dal nostro giornale -. Penso che anche una semplice telefonata ai cacciatori funzionerebbe da deterrente». Stefano Buda

Polpette avvelenate nei prati.
VIAREGGIO (LU). Il cane è il miglior amico dell’uomo, ma in certi casi farebbe bene a diffidare della nostra specie. Alcuni bocconi, rinvenuti nei giardini davanti alla Chiesa di Santa Rita, nella zona dell’ex Campo di aviazione, sembrano contenere sostanze velenose. I primi sospetti il mese scorso, quando due cani di razza Breton che passeggiavano sul prato sono dovuti ricorrere alle cure del veterinario a causa di un’ intossicazione. «Dissenteria, vomito, perdita di peso e di appetito. Dopo aver notato questi sintomi mi sono allarmato - spiega il proprietario dei due fidi, Maurizio Giannini -. Ma ho pensato ad un virus visto che i cani di altri amici frequentano gli stessi giardini e avevano problemi simili. Poi un giorno uno dei miei Breton ha vomitato sostanze strane, spugnose e mi sono reso conto che c’era dell’altro». Giannini corre dal veterinario, Ricky Quartacci, che cura gli amici a quattro zampe rimettendoli subito in sesto. «Pensammo a una gastrointerite o al caldo - dice il dottore degli animali - ma dopo la scoperta di pochi giorni fa l’ipotesi dell’intossicazione da avvelenamento diventa plausibile, i sintomi sono assolutamente compatibili». Lunedì scorso, infatti, la probabile svolta: i due Breton tornano nei giardini vicino all’ex-campo di aviazione in compagnia del loro padrone. «Li ho visti scattare in una direzione precisa - racconta Giannini - li ho seguiti lungo il prato e ho trovato una poltiglia di funghi fritti, probabilmente tossici, avvolti in una strana pastella e in alcune fette di prosciutto». Tutto fa pensare a delle esche preparate per far male. «Martedì sono tornato e ho trovato gli stessi bocconi - continua l’uomo -. Ho presentato subito un esposto». La denuncia, insieme alle sostanze rinvenute nei giardini, è arrivata al dipartimento veterinario della Asl, a Pietrasanta. «Le esche sospette sono già state inviate ai laboratori - spiega la responsabile, Ida Aragona -. Se le analisi daranno esito positivo interverrà la polizia. Avremo i risultati tra qualche settimana, nel frattempo abbiamo informato il Comune di Viareggio». Una brutta storia, che nel caso i sospetti trovassero conferma, non farebbe onore agli attentatori nè e a chi dovesse coprirli con il silenzio. Fin quando non si conoscerà l’esito degli esami, però, occorre coltivare il dubbio. L’estate scorsa ci furono diverse segnalazioni di bocconi avvelenati destinati ai cani, nella zona di via Indipendenza, vicino allo sgambatoio. Un falso allarme: tutti i campioni analizzati diedero esito negativo. S.B.


Cervere (CN): individuati ragazzi che diedero fuoco a un gatto.
I carabinieri della Stazione di Cervere hanno, in questi giorni, concluso le indagini riguardanti un triste episodio di maltrattamento ed uccisione di animali verificatosi in P.zza San Sebastiano di Cervere.
In un pomeriggio di aprile, infatti, tre ragazzi, dopo aver preso a calci ed a bastonate un povero gatto, gli hanno dato fuoco utilizzando del liquido infiammabile, così uccidendolo.
L'episodio, non passato inosservato ad alcune bambine della scuola elementare, aveva suscitato grande indignazione ed aveva così imposto anche al personale docente di intervenire per far riflettere gli studenti sul dovere di rispettare gli animali, sull'esigenza di avere comportamenti responsabili e sulle conseguenze di azioni così spregevoli.
Nel frattempo, acquisita la denuncia della parte offesa, una signora anziana del posto, sono state assunte le prime testimonianze e, raccolti gli oggettivi riscontri probatori, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino due diciassettenni (di Fossano e di Cervere) e un sedicenne (di Cervere) per il reato di maltrattamento ed uccisione di animali, che prevede la pena della reclusione sino a 18 mesi.
I genitori dei minorenni coinvolti, conseguentemente, sono stati convocati in caserma ed informati di quanto accaduto.

Laigueglia (SV): continuano gli avvelenamenti di colombi

http://www.facebook.com/l/;foto:http://photos-h.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc1/hs126.snc1/5440_1189463426251_1518328283_30485575_3966927_n.jpg

Laigueglia (SV) - A Laigueglia continuano gli avvelenamenti di colombi. Ogni settimana, volontari Enpa, servizio veterinario dell'Asl e vigili urbani raccolgono una decina di animali morti o moribondi e nonostante i soccorsi la maggior parte di quest'ultimi muoiono.La protezione animali savonese invita la cittadinanza a segnalare alla polizia municipale la presenza di granaglie o altre cibarie sparse per la città perchè sono estremamente velenose e possono essere pericolose anche per l'uomo. I colombi possono essere fastidiosi ma non corrisponde a verità che siano portatori di malattie pericolose.



Caccia al "killer" dei piccioni l'Enpa: il veleno pericolo per tutti
LAIGUEGLIA (SV) - CACCIA a al killer dei piccioni, e adesso l'Enpa lancia l'allarme per la salute dei gabbiani, dei cani, e persino dei bambini. «Ogni settimana i nostri volontari e i vigili urbani raccolgono decine di colombi morti o moribondi - afferma l'Enpa che condanna chi avvelena i volatili - Inoltre sono morti diversi gabbiani reali che si sono cibati delle carcasse di piccioni avvelenati, e anche diversi cani hanno dato segni di malesseri e intossicazioni. Anche i bambini sono esposti a rischi, perché giocando possono entrare in contatto con i piccioni avvelenati o le esche avvelenate».
«I piccioni - chiarisce l'ente - possono essere fastidiosi, ma che portino malattie è falso. Sono molto più pericolosi da morti, se avvelenati, che non da vivi. È un peccato che in una cittadina dove esiste una delle cinque spiagge per cani della provincia ci sia qualcuno che si dedica ad una caccia alle streghe ingiustificata».
Alcune carcasse sono state prelevate da Asl e Comune e inviate ai laboratori per le analisi che dovranno accertare con precisione le cause della morte e in particolare il tipo di veleno utilizzato. Nel frattempo l'Enpa chiede a tutti i cittadini di segnalare eventuali presenze di granaglie o altro cibo per i piccioni alla polizia municipale, che sta cercando di identificare il killer dei piccioni, che rischia pene fino a diciotto mesi di reclusione.

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