Valdagno (VI) - Spariti nel nulla. Con l'incubo che dietro al mistero vi siano «vivisezione e traffici illeciti di cani, per feroci combattimenti».
A lanciare l'allarme è l'Ente protezione animali che, in poco più di 6 mesi, quest'anno è stato testimone di una decina di sparizioni di quattro zampe a Valdagno e vallata. Ed i precendenti non mancano: basti pensare che solo nel secondo semestre del 2008 "a Castelgomberto erano scomparsi 3 Beagle, noti per la loro resistenza fisica". Ed a nulla sono valse le segnalazioni dei proprietari ai canili di zona oppure i volantini affissi in ogni angolo della città e le loro ricerche disperate. A denunciare quanto sta succedendo è la presidente della delegazione di Arzignano, Maddalena Aloisi, che ha specifica competenza anche sulla Valle dell'Agno. «È necessario accudire il proprio animale con la massima attenzione -ha raccomandato Aloisi-. Purtroppo il fenomeno delle sparizioni di cani sta dilagando anche nelle nostre zone». E non fa differenza se di piccola o grossa taglia, se meticci o di razza: scompaiono senza essere più trovati, inghiottiti da chissà quale destino. Anzi, questo punto probabilmente non è tanto oscuro. «Commercio per il mercato della vivisezione o, ancora, più probabile per il giro dei combattimenti clandestini tra cani - ha denunciato la presidente -. È tempo di smettere di pensare che queste piaghe non riguardino il nostro territorio».
Ed ecco allora che il Rifugio del cane ha aderito alla campagna nazionale, lanciata dall'Enpa, contro la "deportazione" soprattutto verso Austria, Germania e Svizzera di cani per la ricerca. «Si parla di animali rapiti anche dalle abitazioni dei proprietari - ha affermato la responsabile Enpa -. Il nostro timore è che aprire il cancello per far fare al cagnolino la passeggiatina da solo, possa essere molto pericoloso».
Ed i combattimenti clandestini non sembrano essere un'ombra così lontana. Anche se fino ad oggi non si hanno notizie che gli incontri avvengano in vallata o in zone limitrofe, il presidente precisa: «Il sospetto è che anche nelle nostre città possano essere prelevati animali destinati alla vicina Lombardia, centro di combattenti più volte balzato alle cronache. Per non parlare delle regioni del sud, in cui l'attività è diventata un vero e proprio business. I cani prelevati servono spesso come esche vive per addestrarli».
A nulla valgono le applicazioni del microchip per l'identificazione del proprietario del cane. «Solo l'attenta custodia del proprio animale può diventare un'arma per arginare il fenomeno delle sparizioni», ha aggiunto la presidente.
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