ROVERCHIARA (VR). Denuncia della proprietaria di un cane in via Leopardi
Avvelenatori sempre più cinici Esche in un giardino privato
Allertati il veterinario e le guardie provinciali che hanno confermato il grave rischio per animali e uomini
Roverchiara (VR) - Esche avvelenate per uccidere un cane. Non è una novità, soprattutto nel Basso veronese. A Roverchiaretta, però, sembra essere arrivato un salto di qualità inquietante: un pezzo di carne imbottito di pastiglie di veleno per topi non è stato seminato in aperta campagna ma direttamente nel giardino di un’abitazione privata di via Giacomo Leopardi. L’obiettivo dichiaratyo sembra essere un cane meticcio di piccola taglia, di proprietà della famiglia che vive nella casa. Anche perché non è la prima volta che in quel giardino vengono trovate polpette avvelenate: era già accaduto tre mesi fa, anche se allora l’«avvertimento» era stato liquidato come uno scherzo di pessimo gusto.
L’ultimo boccone era assai pericoloso non solo per il cane - il quale, se lo avesse ingoiato, sarebbe certamente morto tra atroci sofferenze - ma anche per uomini o, peggio, bambini. Nel pezzo di prosciutto lungo poco meno di dieci centimetri, infatti, erano state nascoste una ventina di pasticche di un potente veleno per topi. A confermarlo è stato il veterinario, al quale la proprietaria del cane si è rivolta, ed il tecnico di una ditta di derattizzazione che ha esaminato le pasticche.Una volta accertata la pericolosità dell’esca è stato gioco forza allertare le guardia provinciali ed il presidente legnaghese della Lega nazionale per la difesa del cane, Emanuele Falcone che ha sollecitato una denuncia da parte della proprietaria del cane. Entrambi i sopralluoghi, infatti, hanno portato ad una convinzione: qualcuno voleva uccidere l’animale. Il quartiere nel quale è avvenuto il fatto è composto da villette singole ed è in una strada chiusa nella quale si arriva solo se la méta è una delle abitazioni. R.L.
Killer dei gatti colpisce a Buti proiettile in testa ad un micio
BUTI (PI). C’è un killer dei gatti anche a Buti, oltre che in Versilia come è emerso in questi giorni. Ne è sicura Antoneta Dimitrova, che abita a Buti, in via Mariannini. «Ho trovato uno dei miei gatti ucciso per strada - racconta la donna -. Ho capito subito che non era stato investito da una macchina e poi abbandonato nella strada del centro storico». Il micio aveva una ferita alla testa, compatibile con quella che potrebbe causare un’arma. La cittadina, da tutti conosciuta in paese per il suo amore verso i gatti, ha fatto di più. Ha voluto sapere con certezza cosa era successo al suo gatto. «Sono andata da un veterinario a Fornacette e, dopo l’autopsia, ho avuto le risposte che cercavo. Il gatto è stato ucciso da un proiettile che lo ha raggiunto in mezzo alla testa. Sono rimasta sorpresa e amareggiata da questo fatto. Le radiografie hanno mostrato subito che si trattava di una ferita d’arma. È stato anche recuperato il proiettile sparato con una pistola o una carabina ad aria compressa. Sono veramente indignata e voglio che tutti sappiano cosa è successo». Dimitrova, che non è la prima volta che si trova a denunciare violenze sugli animali, si è poi rivolta all’associazione Dav intenzionata a denunciare il caso. «Siamo di fronte all’ennesimo atto di inciviltà e di violenza gratuita - dice il presidente dell’associazione Alessio Giani - che non può essere altro che stigmatizzato dalla comunità di Buti». Giani promuove una taglia di 500 euro affinché vengano forniti elementi utili a individuare l’autore dell’inqualificabile gesto. «Confido nella professionalità delle autorità competenti che seguiranno il caso - dice Giani -. La situazione delle colonie feline sta degenerando, in quanto non ci sono piani di intervento per il contenimento, se non da parte dei volontari impegnati quotidianamente in tal senso». Un appello accorato viene inviato dalla Dav a tutti i cittadini affinché aiutino a individuare, anche con segnalazioni, l’autore della violenza. Alle autorità l’associazione chiede di vigilare «su chi ritiene legittima la persecuzione degli animali». S.C.
Alà dei Sardi (OT) - Da qualche mese ad Alà dei Sardi un misterioso uccisore (o avvelenatore) di gatti, cani e uccelli agisce indisturbato nella zona tra via Genova, via Piemonte e le nuove case popolari. Questa inqualificabile persona ha fatto piazza pulita di almeno il 70% della popolazione di gatti e cani della zona, sia domestici, sia randagi. Mentre i gatti non hanno mai fatto (e non fanno) ritorno nelle case e sono letteralmente scomparsi nel nulla, numerosi cani sono visibilmente morti avvelenati in agonia. In quanto ai volatili, da un po’ di tempo nella zona si assiste ad una pioggia ‘biblica’ di corvi, cornacchie e altri volatili grandi e piccoli, ritrovati di continuo nei cortili, giardini e per le strade, come si suol dire ‘morti stecchiti’. Al di là della valenza affettiva degli animali uccisi, della crudeltà inaccettabile e delle azioni illegali di questa persona, se il misterioso avvelenatore sparge in giro per prati, giardini e spiazzi bocconi di cibo intriso di chissà quale veleno, non si può escludere un pericolo per i bambini della zona, che giocando potrebbero raccogliere e assaggiare i bocconi con conseguenze a dir poco tragiche. Nella speranza che le indagini facciano il loro corso in seguito alle segnalazioni, voglio esortare gli abitanti di Alà, in particolare della zona suddetta, a riferire senza indugio ai Carabinieri, ai Forestali e alle autorità, locali e non, qualsiasi comportamento sospetto notato in persone che abitano nella zona delle uccisioni, e a denunciare qualsiasi fatto -relativo a questi crimini- di cui siano a conoscenza, come segno di civiltà. Alla persona autrice di queste stragi voglio invece augurare la punizione che merita. Lettera firmata Alà dei Sardi
Due taglie da mille euro per scoprire i barbari che uccidono cani e gatti
PISA. Cani e gatti, si sa, di solito non vanno d’accordo. Ma c’è qualcuno che ama entrambe queste razze di amici dell’uomo, e non riesce a trattenere la propria rabbia quando vede che sono maltrattati o uccisi. E’ il caso di Gabriella Gentili, ex titolare della Gentili Farmaceutici ed ex proprietaria del Pisa Calcio. Lei vive con un gran numero di gatti, e molti altri li assiste con donazioni ai rifugi. E suo figlio Maurizio ha fatto il suo cane Gunther, sette anni fa, presidente onorario del Pisa, ma soprattutto ha dato il suo nome alla multinazionale dello spettacolo e dei media che poche settimane fa ha rilevato il 30% dell’Unità. Gabriella Gentili non si dà pace, da quando ha letto dei cani avvelenati a Filettole (Pisa) e dei gatti vittime di un cecchino a Viareggio. E ieri ha deciso di scendere in campo, nel suo modo irruento: «Spero che le persone che hanno commesso questa barbarie finiscano in galera. E metto una taglia, anzi due, da mille euro, a favore di chi farà catturare l’assassino di Filettole e l’assassino di Viareggio. Perché questo e nient’altro, sono: assassini di poveri animali indifesi e incapaci di odiare». Con una precisazione: «Pagherò quando li vedrò in galera». O almeno condannati, perché la pena per l’uccisione di animali arriva a 18 mesi di carcere, e se uno non ha già condanne pendenti se la cava quasi certamente con la condizionale. A Filettole l’assassino dei cani ha già colpito almeno tre volte, fra giovedì e venerdì della settimana scorsa, usando la metaldeide, veleno presente nella cosiddetta Lumachina. Due sono sopravvissuti (uno dopo una difficile operazione), uno è morto. E il paese è sul piede di guerra contro il maniaco. A Viareggio il serial killer che odia i gatti colpisce il mercoledì sera, sceglie diverse località della Versilia e la sua arma è un fucile da caccia. Ora chi li vedesse in azione, o li conoscesse, ha un motivo in più per denunciarli, anzi mille.
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