ORBETELLO (GR). «D’ora in poi boicotteremo Orbetello. Anzi non ci andremo più in vacanza. Lo abbiamo già inserito nella lista nera dei posti da evitare». A due giorni dal Ferragosto, frasi come queste, per una località che vive di turismo, sono un’autentica mazzata. Specialmente se non vengono pronunciate da “quattro amici al bar” ma si trovano scritti su dogwelcome, uno dei siti internet più letti dagli amanti dei cani che hanno nel passaparola cybernautico il loro punto di forza. Sì, perché il motivo del ripudio di Orbetello da parte di questi turisti che dicono provenire dal nord Italia risiede proprio nel fatto che quasi tutta la cittadina è proibita agli amici a quattro zampe. Nonostante la lodevole iniziativa di aprire una bau beach sulla Giannella con tanto di cartelli che ne indicano gli ingressi, ci sono invece indicazioni che allontanano i cani e sono disseminate su tutto il territorio. Come si fa ad andare in spiaggia se poi non si può accedere in paese? E come si possono portare i cani nei ristoranti che li accettano, forse con un elicottero privato che atterra e decolla sulla porta? Quest’ultima domanda la rilancia Marina Meggiorini, titolare del ristorante La Taverna che ha aderito volentieri all’invito del ministro del turismo Brambilla di far entrare i cani nei locali pubblici. D’altronde il divieto di molte zone agli animali ha suscitato polemiche fin dal momento in cui è stato apposto, qualche mese addietro. A quei tempi, a difenderlo fu l’assessore Rolando Di Vincenzo che si affrettò a precisare che i cani ad Orbetello potevano circolare, ma solo nelle zone concesse. «E’ assurdo - ribatte la Meggiorini - chi viene nella nostra cittadina la vuole visitare tutta, non può essere relegato soltanto in pochi posti». E le fanno eco i turisti delusi di internet che precisano di essere partiti da Albinia ben attrezzati di «zainetto con paletta, sacchetto per deiezioni, museruola, bottiglietta di acqua e cagnolini al guinzaglio». Insomma, tutto l’occorrente per non sporcare e non dare fastidio a nessuno. Ma una volti giunti in riva alla laguna, i turisti pongono l’accento sulla scoperta di “cartelli di divieto ovunque: lungo il lago, nel centro storico, sulle piazzette, nel grande parco comunale. Non abbiamo potuto vedere nulla. E neppure abbiamo potuto bere un caffè o acquistare una bottiglietta d’acqua in un qualsiasi negozio. E poi la televisione - dicono sconsolati - ci bombarda di appelli: non abbandonate i cani, soprattutto d’estate. Ma se questa è l’accoglienza....Amareggiati, delusi e sconfortati, ce ne siamo andati e non torneremo mai più». Per Orbetello sempre in cerca di veicoli promozionali che ne esaltino i valori, una pessima pubblicità di mezz’estate, giunta sicuramente nel periodo meno opportuno. E che meriterebbe, come minimo, un chiarimento da parte dei diretti interessati.
Costretta ad occupare la (deserta) carrozza riservata a chi viaggia con animali
Provincia di Genova - IL CANE sarà anche il migliore amico dell'uomo, ma l'amicizia in alcuni casi può costare cara. Specie se bisogna fare i conti con le rigide regole che disciplinano il trasporto degli animali sui treni: chi porta con sé bestie superiori ai 6 chili deve viaggiare su una carrozza a parte. Una regola che è risultata fatale ad una giovane su intercity serale diretto a Milano: a quell'ora l'intera carrozza è vuota, lei si addormenta e viene derubata.
Barbara, il nome è di fantasia perché la ragazza chiede di mantenere l'anonimato, era salita alla stazione di Chiavari, sul treno delle 19 e 25 diretto nel capoluogo lombardo. Con sé aveva il suo amico a quattro zampe per il quale aveva pagato il biglietto. Ma per le nuove disposizioni concordate da Trenitalia con il ministero della Salute, chi viaggia con un animale di taglia superiore ai 6 chili deve sedersi solo in una carrozza riservata. In quella carrozza, l'ultima, a quell'ora della sera non c'è proprio nessuno. Barbara è un po' intimorita dalla situazione, ma il capotreno non vuol sentire ragioni: le regole sono regole. Non importa se il padrone del cane è una donna e non è proprio rassicurata dal viaggiare a quell'ora della sera in una parte del convoglio vuota.
Barbara cerca di chiudersi dentro, ma la porta non è dotata di fermo così si limita a chiudere la porta scorrevole. Il viaggio è lungo e lei molto stanca, così si addormenta. Ma all'altezza di Pavia si risveglia con una brutta sorpresa. Qualcuno si è introdotto nello scompartimento e le ha portato via tutto: borsa, portafogli, documenti e telefonino. La giovane è sconvolta e anche molto spaventata anche per quello che sarebbe potuto succedere. E non si capacita come né lei né il cane si siano accorti di niente. Forse, azzarda, i ladri hanno usato dello spray narcotizzante.
È la madre di Barbara a scrivere tutta la sua indignazione al comitato dei pendolari Liguri: «Era proprio necessario fare spostare una ragazza sola in uno scomparto vuoto alle otto di sera?», domanda la donna.
La questione degli animali sui treni era già stata al centro di una tira e molla tra l'esecutivo, che voleva impedirne e il trasporto, e le associazioni dei consumatori, contrarie al divieto. «Non si capisce quale sia la logica di questa regola - attacca Sonia Zarino, coordinatrice del comitato dei pendolari - La sola cosa che mi viene in mente è che si vogliano così"concentrare" delle possibili fonti di insetti in un solo vagone, per poi non pulire a fondo gli altri». Zarino lancia anche una stoccata sulla sicurezza: «Quello dei furti è un problema che, pur in calo come dimostrano le statistiche, continua a destare preoccupazione».
La replica di Trenitalia è lapidaria: «Quelle regole sono state fissate con il ministero della Salute e vanno rispettate». Quanto alla sicurezza, l'azienda specifica: «La Polfer ha aumentato i controlli e di recente abbiamo diffuso un decalogo per viaggiare sicuri».
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