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News su animali

Polpette ripiene di vetri sparse sul prato «Vogliono fare una strage di cani e gatti»

ARCELLA (PD). Polpette di carne cruda piene di vetri, destinate a uccidere - in modo atroce - i malcapitati animali che le addentassero. Sono state rinvenute nel prato di via Schiavone, di fronte al civico 10, a poca distanza dalla Fornace Morandi. «La cattiveria umana continua senza limiti né vergogna», commenta Monica, volontaria animalista di Anta onlus, che ha raccolto le esche micidiali e sporto denuncia «oltretutto, essendo un tratto di verde pubblico senza recinzione, ci vanno di mezzo i gatti e i cani a passeggio con i padroni». Insomma, meglio evitare di lasciarli soli nella zona.

Gattina ferita: partita l'indagine

MASSAROSA (LU). Roberto Branconi si domandava perché qualcuno a Bozzano avesse sparato alla sua gattina, ferendola gravemente, e nessuno, nonostante le dua denuncia ai carabinieri, indagasse per scoprire il colpevole. A preoccuparlo - confidava - l’idea che qualcuno avesse usato il fucile da caccia in un centro abitato come Bozzano, dove le case distano l’una dall’altra solo 4 0 5metri. Ma il maresciallo Mario Trazzera, comandante della stazione dei carabinieri di Massarosa assicura che «l’indagine c’è». Anche perché ferire un animale è reato penale. «L’indagine è in corso - fa sapere il maresciallo - ma individuare il responsabile non è semplice: non è facile trovare il proprietario del fucile perché a Bozzano ci sono moltissimi cacciatori. Purtroppo - continua - non solo non abbiamo alcuna prova, ma mancano anche gli indizi. Il padrone della micina - sottolinea - non ha idee su chi potrebbe essere stato». Il maresciallo ipotizza che l’animale si sia allontanato da casa, e che qualcuno non abbia gradito la sua presenza, magari nel proprio giardino. Il comandante Trazzera ci tiene però a sottolineare che «a Massarosa non si sono verificati altri episodi di violenza o crudeltà nei confronti degli animali. Quello della gattina ferita da un fucile a piombini a Bozzano è un fatto grave, ma isolato».

CORRIERE DI SIENA,8 AGOSTO 2009
La storia - “Cane linciato davanti ai miei occhi”.
La testimone di ripetute violenze su un piccolo meticcio. “Gli ha sbattuto la testa contro il vetro dell’automobile”.

VALDORCIA (SI) - “Ho assistito ad una scena orribile, straziante, di fronte alla quale sono rimasta impotente, ma ora sono così addolorata che voglio rendere giustizia ad una povera bestiola maltrattata senza alcuna ragione in mezzo di strada”. Lo sfogo è di una cittadina della Valdarbia che giovedì è stata spettatrice di un vergognoso linciaggio di un cane meticcio di piccola taglia da parte del padrone, una guardia giurata del luogo, che davanti a tutti si è fatto alcuno scrupolo nell’aggredire con calci e pugni l’animale che da tempo è stato accolto nella sua famiglia. “Quel piccolo meticcio marrone si era avvicinato alla mia casa, perchè attirato dai miei cani. Il padrone era poco lontano e lo chiamava, senza successo. E’ stato allora che il signore si è avvicinato al cancello di casa mia. Ho pensato che volesse parlare con me e quindi mi sono avvicinata a mia volta. Ma le intenzioni della guardia giurata erano ben altre, voleva farla pagare alla bestiola che non aveva ubbidito - continua nel racconto - Lo ha preso prima a botte con una furia inaudita, poi lo ha preso a calci, dopo gli ha presto la testa e gliel’ha sbattuta contro l’asfalto. Poi lo ha sollevato e mentre stava per metterlo dentro la macchina gli ha sbattuto di nuovo la testa violentemente contro il vetro dell’auto. Io mi sono messa ad urlare e l’ho pregato di fermarsi. Non potevo assistere ad uno strazio di questo genere. Ho detto a quella persona che avrei avvertito la protezione animali e lui senza fare una piega ha replicato, ‘il cane è mio e faccio come voglio’. Ha chiuso lo sportello, ha messo in moto e se ne è andato via. Con me hanno visto questa scena pazzesca anche altre vicine che come me sono indignate. Siamo tutte amanti degli animali e non possiamo tollerare reazioni simili e senza alcun senso. Ma siamo intenzionate a raccontare tutto al servizio veterinario e prima ancora vogliamo rendere nota la vicenda attraverso il vostro giornale, per difendere una creatura senza colpa che dovrebbe essere protetta e non usata come valvola di sfogo. Non riesco più a dormire e vivo nel terrore, dopo essere stata testimone di tanta violenza. Voglio che mai più una cosa simile si ripeta, nè sotto casa mia, nè altrove”

IL GAZZETTINO DI TREVISO 8 AGOSTO 2009
ORDINANZAANTICANI Tutti i giudici hanno dato torto a Ca’ Sugana
Sergio Zanellato
TREVISO - La delibera è nata male ed è finita peggio. Di concreto resta solo il gran can can scatenato prima, durante e dopo la breve esistenza in vita del provvedimento gentiliniano. Che, però, ha provocato un notevole impoverimento delle casse del comune di Treviso. Il "decreto anti cani" è stato applicato infatti, una sola volta. L’unica vittima è stata la trevigiana Desia Lotto pescata dai vigili urbani mentre era a passeggio con i suoi due tenerissimi e vispi "bolognesi" in Piazza dei Signori. Erano le 11,30 del 15 luglio 2004: stava tenendo al guinzaglio le cagnoline Minoupitù e Luli. Niente di male se non fosse stata "inchiodata" in piena zona rossa, in una delle 13 vie e piazze del centro storico cittadino, interdette ai cani. Per incassare i 51,64 euro (per 2 più spese, pari a 116 euro) di quell’unica ammenda Treviso ha speso la bellezza di 61.224 euro. Pagando 15.306 euro per ognuno dei 4 ricorsi affidati ai legali e di volta in volta deliberati dalla Giunta cittadina. La crociata anti cani va così in archivio. Treviso ha perso ad ogni livello di Giustizia amministrativa. Senza arrendersi, è stata sconfitta prima al Tar di Venezia poi al Consiglio di Stato a Roma. In una prima tornata ha incassato la sconfitta nel corpo a corpo per impedire la "sospensiva" della delibera impugnata dagli avvocati Fabio Capraro & C. per conto di Anna Montagner, Nadia Masutti, Anna Mira, Sergio Costanzo Bosonieri. E così, di conseguenza, la delibera anti cani era finita sotto chiave negli archivi e non applicata. Ora è giunta la bocciatura definitiva. Infatti il Tar ha affrontato la materia trattata dall’ordinanza del sindaco Gentilini, stroncandola.E così, ora, i cani tornano in centro. Le porte le riapre il Tar, il Tribunale amministrativo regionale per il Veneto. E i padroni non rischiano più la multa che poteva spaziare dai 51,64 ai 516,45 euro. L’ordinanza n.48791 del 29 giugno 2004 voluta fortemente dall’allora sindaco Giancarlo Gentilini per garantire l’igiene pubblica per i marciapiedi del centro, è stata definitivamente cancellata. Dovranno conseguentemente essere tolti e finire in magazzino tutti i segnali di divieto disseminati a cordone sanitario intorno al centro storico.Il Tar - Angelo De Zotti, presidenti; Marco Buricelli, consigliere; Stefano Mielli, estensore - ha pronunciato la sentenza di annullamento accogliendo il ricorso proposto da Anna Montagner rappresentata e difesa dagli avvocati Fabio Capraro, Roberto Pomella e Renato Speranzoni. Il comune di Treviso era tutelato dall’avv. Luigi Garofalo di Venezia che eccepiva l’inammissibilità del ricorso e l’infondatezza. Nell’udienza pubblica dello scorso 18 giugno il Comune di Treviso "ha eccepito la sopravvenuta carenza di interesse al ricorso".I giudici hanno smantellato tutte le tesi difensive del Comune, compresa quella in cui l’ordinanza emanata costituisce esercizio di poteri ordinari in materia di igiene, salute e decorso urbano e non un’ordinanza contingibile ed urgente. Il Tar ha ribattuto che "la tesi non è condivisibile... in quanto dall’iter motivazionale a giustificazione del provvedimento sindacale appare esattamente il contrario: "per fronteggiare emergenze di carattere sanitario o relative all’igine pubblica". Inesistenti. "Pertanto l’ordinanza contingibile ed urgente non può essere utilizzata per soddisfare esigenze che siano invece prevedibili ed ordinarie". La terza sezione del Tar del Veneto ha infine condannato il comune di Treviso alla rifusione delle spese di lite a favore dei ricorrenti liquidabili in due mile euro per spese, diritti e onorari.

IL MESSAGGERO 8 AGOSTO 2009
Maccarese Branco ci cani denutriti salvato dagli agenti della municipale
FABRIZIO MONACO
Maccarese (RM) - La Polizia Locale di Fregene ha tratto in salvo, qualche giorno fa, una ventina di cani abbandonati in un terreno in campagna, in via del Bottegone a Maccarese, una traversa di via della Muratella. Il blitz dei vigili è scattato dopo che nella zona circostante si erano verificati strani episodi, come il ritrovamento a fine luglio di 13 carcasse di pecore nel canale dei Collettori. Ma tutta la zona era sotto osservazione visti i continui scarichi sulla strada di montagne di rifiuti, soprattutto calcinacci ed eternit. Superati i quali i vigili, al loro arrivo nel terreno confinante con la pista dell’aeroporto, si sono trovati davanti una ventina di cani abbandonati e denutriti. Per la maggior parte dei casi maremmani, cani da caccia, setter e cuccioli, tutti in stato di abbandono. A terra, accanto a loro, le carcasse di alcune pecore di cui i cani si erano nutriti.
Altra macabra scoperta, in mezzo al campo un cane impiccato, nel linguaggio dei pastori sardi un chiaro avvertimento agli estranei di tenersi alla larga. Sul posto sono immediatamente intervenuti i veterinari della Asl che hanno provveduto a portare gli animali all’Hotel cani e gatti, convenzionato con il Comune di Fiumicino, dove sono stati curati e nutriti. Le indagini ora si sarebbero concentrate su di un pastore, svanito nel nulla, che dovrebbe essere il proprietario dell’area e di tutti gli animali, pecore comprese.

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