Sono 26mila i cani di razza rapiti lo scorso anno, per un lucroso giro di affari che sfiora i 40 milioni di euro. Si tratta di cani prevalentemente da caccia e da tartufo,ma non mancano i cani di razza pregiata specialmente se di piccole dimensioni. Lo rende noto con un comunicato l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), che tra l'altro gestisce il "Tribunale degli animali" di Parma.
Il fenomeno dei rapimenti di cani è noto, ma molto spesso ci si è soffermati sui cani rapiti nei parchi cittadini, specialmente se di grossa taglia, destinati ai combattimenti o al torbido mercato della vivisezione e della sperimentazione animale fuori dai confini nazionali. Questi dati si riferiscono invece ad un mercato parallelo prevalentemente di cani da caccia di razze particolari e ai cani di razze piccole e pregiate.
Le razze predilette dai rapitori - precisa l’Aidaa - sono, in particolare per quanto riguarda i cani da tartufo, i pointer, il Kurzaar, il bracco ungherese e alcune razze da cerca e riporto come lo Springer Spainel e il Cocker Spainel Inglese. Per i cani da caccia le razze predilette sono quelle del Segugio Maremmano e tutti i cani delle razze setter e bracco.
«Il mercato parallelo dei cuccioli di cane rapiti è tutt'altro che da sottovalutare, specialmente per quanto riguarda le regioni del centro Italia dove ogni anno sono migliaia i cani rapiti da cuccioli per essere poi immessi clandestinamente nel mercato dei cani di razza - dice Lorenzo Croce, presidente di Aidaa -. Dalle denunce e dalle segnalazioni che abbiamo ricevuto e dall’analisi delle denunce presentate alle forze dell’ordine le zone maggiormente interessate a questo fenomeno sono la Toscana, l’Umbria e la zona dell’Appennino emiliano per quanto riguarda i cani da caccia, invece per i cani di razze pregiate di piccola taglia che comunque non superano il 10% del totale dei casi riscontrati, le zone interessate da questi rapimenti sono le tre regioni del nord Italia. I cani una volta rapiti, vengono avviati al mercato parallelo sia in Italia che nei paesi esteri. Si stima - conclude Croce - che complessivamente questo mercato alimenti un giro di affari di quasi 40 milioni di euro tutti ovviamente esentasse».
Noli: indagini sugli antianimalisti della colonia felina
Noli (SV) - A Noli, in via Fiumara 33, c'è qualcuno che non sopporta la presenza della locale colonia felina libera e butta via cibo e ripari posizionati dagli Animalisti; nelle scorse sono stati uccisi tre giovani gattini, seguiti nei giorni scorsi da una femmina adulta, probabilmente avvelenata, mentre i superstiti sono divenuti spaventati ed inavvicinabili. Guardie Zoofile della Protezione Animali e Vigili Urbani stanno procedendo agli accertamenti per denunciare i colpevoli. La colonia, ora dimezzata, era costituita da 8 animali, quasi tutti sterilizzati a cura dei Volontari dell'associazione.L'ENPA ricorda che l'articolo 8 della legge regionale 23 del 2000, elaborato e proposto proprio dalla sezione savonese, detta norme precise un materia: "I gatti che vivono in stato di libertà sul territorio sono protetti ed è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat.", "La somministrazione di cibo e cura delle colonie feline da parte degli zoofili non può essere impedita", "E' vietato a chiunque ostacolare l'attività di gestione di una colonia o asportare o danneggiare gli oggetti impiegati"; e prevede per i trasgressori sanzioni fino a 516 euro.
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