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Esperimenti e altro

Per le donne incinte e i bebe', possono causare danni al sistema nervoso

I REPELLENTI PER LE ZANZARE SONO DANNOSI



Londra, 5 ago. - I repellenti per zanzare usati ogni giorno sono tossici, e possono causare convulsioni e danni al sistema nervoso. Lo rivelano i ricercatori dell'Universita' di Angers (Francia), che hanno scoperto la neurotossicita' di queste sostanze usate da decenni nei repellenti per insetti. La scoperta e' stata pubblicata sulla rivista BioMed Central Biology. A essere piu' a rischio sono le donne e i bambini, che dovrebbero evitare l'uso di questa sostanza. "Anche se gli esperimenti sono stati svolti su animali, i loro risultati possono essere applicati anche all'uomo", hanno detto i ricercatori. Sotto accusa e' il DEET (dietiltoluamide), considerato il repellente per insetti piu' comune ed efficace. "Questa sostanza, usata da decenni, blocca l'azione di un enzima del sistema nervoso", hanno spiegato i ricercatori. "Questo blocco potrebbe potenzialmente causare convulsioni". I ricercatori mettono quindi in guardia i piu' vulnerabili, bambini e donne incinte, dall'uso della sostanza, che in ogni caso "non dovrebbe essere applicata per piu' di tre volte al giorno". Un portavoce della SC Johnson, produttore dei repellenti Autan, ha commentato: "Il DEET e' stato usato per 50 anni milardi di volte. Per la nostra compagnia, niente e' piu' importante che la sicurezza dei consumatori".




ESPERIMENTI SU ANIMALI CONTRO PROGRESSO MEDICINA / su rivista ''Nature'' inaffidabilità dei dati da ''modello animale''

NATURE pubblica un articolo di 4 fittissime pagine firmato da Thomas Hartung, farmacologo e tossicologo tedesco dell’Università di Costanza, dal titolo "TOSSICOLOGIA PER IL XXI SECOLO: solo un radicale rinnovamento della sperimentazione tossicologica ci consentirà di affrontare le prossime sfide per la tutela della salute e dell’ambiente".Hartung mette sotto accusa la capacità predittiva dei test effettuati su animali per quanto riguarda gli effetti sull’uomo e fa notare che la sperimentazione animale ha impedito fino ad oggi a molti farmaci innovativi ed efficaci di raggiungere il mercato.Prima che le sostanze di sintesi o i farmaci possano essere commercializzati, essi devono infatti essere testati per i loro eventuali effetti nocivi alla salute. Questi test si traducono, nella grande maggioranza dei casi, in prove effettuate su animali.
Su “Nature”, Hartung illustra con grande accuratezza scientifica le ragioni per cui tale impostazione ha sempre recato danno alla ricerca. E’ molto difficile, egli dice, che i risultati forniti dalla sperimentazione animale possano essere trasferiti all’uomo. Egli spiega ad esempio che circa il 60% delle sostanze che, in seguito ai test su animali, vengono classificate come tossiche, sono in realtà innocue per l’uomo. Di conseguenza avviene che numerosi farmaci o sostanze chimiche non vengano autorizzati, malgrado possano essere tollerati dall’uomo senza problemi. Come pure avviene che svariate nuove sostanze, quali ad esempio delle proteine e degli anticorpi, progettate su misura per l’uomo, non siano state sviluppate perché le prove successivamente eseguite su animali non hanno potuto confermare la loro efficacia.“Non siamo ratti da 70 kg!” dice Hartung, “gli uomini assorbono le sostanze in modo diverso, le metabolizzano in modo diverso, vivono più a lungo … e inoltre sono esposti ad una grande varietà di fattori ambientali (…) se non fossero stati effettuati tanti test su animali, oggi avremmo probabilmente disponibili modi più efficaci di curare le malattie.”
Hartung propone una nuova e moderna strategia tossicologica - che faccia uso delle mille nuove possibilità offerte dai recenti sviluppi della scienza – la quale utilizzi le cellule umane … e ottenga in tal modo risultati reali e affidabili!
Questo porterebbe grande beneficio sia agli uomini che agli animali.Gianni Tamino, presidente del Comitato Scientifico EQUIVITA dichiara “Le affermazioni di Hartung, che siamo felicissimi di leggere su “Nature”, sono identiche a quelle che facciamo da oltre 30 anni e che sempre abbiamo visto respinte. Non recriminiamo per il mancato riconoscimento (che non ci interessa) recriminiamo per i molti anni persi nella cura di tante malattie; per la lunga sofferenza, durante questi anni, di persone e animali.”
Dopo la pubblicazione, avvenuta due anni fa, del rapporto “Tossicologia del XXI secolo, una visione e una strategia” da parte del NRC, Consiglio Nazionale delle Ricerche USA, l’attuale articolo di Hartung - che ringraziamo per il coraggio e la chiarezza della sua esposizione – è la seconda tappa nel rapido avvento, ormai più che sicuro, del nuovo paradigma scientifico che vedrà la fine della sperimentazione animale, poiché “Avviene spesso che la credenza universale di un’epoca, dalla quale nessuno era libero senza uno sforzo straordinario di genialità o di coraggio, diventi in un’epoca successiva un’assurdità talmente evidente che l’unica difficoltà è di capire come tale idea fosse mai potuta apparire credibile” John Stuart Mill.

Comitato Scientifico EQUIVITA

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