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Se i test sugli animali non sono affidabili
Quando il sole picchia forte è assai probabile scottarsi. Niente paura, applicando sulle zone interessate del corpo olio sbattuto con succo di limone il sollievo è garantito. E se nonostante il rischio l’abbronzatura piace, si potrà mantenerla a lungo inondandola con lo stesso succo, questa volta da solo e in dose abbondante. Insomma, è questo un frutto che conosce bene il sole e che dal sole prende molte delle sue proprietà terapeutiche. Persino quella che ce lo faceva classificare come rimedio potente contro i veleni. Naturale. E di veleni che di naturale hanno ben poco siamo circondati, tanto che cerchiamo di proteggerci testando sugli animali le sostanze che entrano in contatto con noi. Ma sul numero di luglio della rivista scientifica «Nature», il farmacologo e tossicologo tedesco Thomas Hartung dell’Università di Costanza denuncia l’inaffidabilità dei dati ottenuti con il modello animale. Così, nell’articolo “Tossicologia per il XXI secolo” accusa la capacità predittiva dei test effettuati su animali per quanto riguarda gli effetti sull’uomo. Lo fa evidenziando come l’avere reso obbligatori questi test abbia impedito a molti farmaci innovativi ed efficaci di raggiungere il mercato. “E’ molto difficile che i risultati forniti dalla sperimentazione animale possano essere trasferiti all’uomo” poiché “circa il 60 per cento delle sostanze che in seguito ai test su animali vengono classificate come tossiche, sono in realtà innocue per noi. Gli uomini assorbono le sostanze in modo diverso, le metabolizzano in modo diverso, vivono più a lungo e inoltre sono esposti a una grande varietà di fattori ambientali”. Sono numerose di conseguenza anche quelle sostanze in circolazione che non sono nocive per gli animali ma che si rivelano poi pericolose per l’uomo. E mentre il mondo scientifico conferma ciò che il movimento antivivisezionista ha sostenuto da sempre, una serie di attentati ha colpito Novartis, gigante farmaceutico svizzero e cliente della Huntingdon Life Sciences, la più grande società europea che esegue sperimentazioni animali. Si illuminano quindi sempre più quelle zone oscure dove ogni anno 400 milioni di animali appartenenti a diverse specie subiscono torture di ogni tipo. Nell’85% dei casi senza anestesia. E ciò avviene mentre noi ci anestetizziamo il cuore, avvelenando la vita che ci circonda e noi stessi.
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