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Pordenone, cani vietati a pregiudicati e minorenni
Minori, inabili o pregiudicati non possono tenere un cane. Sono questi i limiti definiti dal comune di Pordenone con una ordinanza che ha recepito una direttiva del ministero della salute del marzo scorso. La decisione varata dal sindaco Vittorio Bolzonello stabilisce alcune linee guida sulla tutela degli animali e ribadisce che è il «proprietario di un cane la responsabilità del benessere, del controllo e della conduzione». Nell’articolo 4 dell’ordinanza si spiega che è vietato possedere o detenere cani «ai delinquenti abituali o per tendenza; a chi è sottoposto a misure di prevenzione personale o a misura di sicurezza personale; a chiunque abbia riportato condanna, anche non definitiva, per delitto non colposo contro la persona o contro il patrimonio, punibile con la reclusione superiore a due anni; a chiunque abbia riportato condanna, anche non definitiva o decreto penale di condanna, per i reati» di maltrattamento e abbandono di animali; «ai minori di anni 18, agli interdetti e agli inabili per infermità mentale». I proprietari dei cani devono, inoltre, seguire percorsi formativi specifici organizzati dai comuni con le aziende sanitarie, gli ordini dei medici veterinari, le università e le associazioni di protezione degli animali. Al termine del percorso verrà rilasciato un patentino che certifichi l’idoneità del proprietario. Con l’articolo 1 si stabilisce che «per evitare danni o lesioni a terzi, nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, ad esclusione degli spazi specifici per cani, va utilizzato sempre il guinzaglio di una misura non superiore a 1,5 metri e che ci si deve dotare della museruola da applicare in caso di rischio di incolumità di terzi». Poi «quando si affida il cane ad altre persone inoltre - si spiega in una nota - va verificato che queste siano in grado di gestirlo correttamente. Se il primo punto prescrive i comportamenti dei proprietari o di chi ne ha la custodia, il secondo articolo prende in considerazione i »diritti« degli animali. È »proibito l’addestramento che esalti l’aggressività del cane e gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia dell’animale (recisione delle corde vocali; taglio delle orecchie; taglio della coda, fatta eccezione per i cani appartenenti alle razze canine riconosciute) o non finalizzati a scopi curativi«. Anche per questo i proprietari dei cani devono, inoltre, seguire percorsi formativi specifici organizzati dai comuni con le aziende sanitarie, gli ordini dei medici veterinari, le università e le associazioni di protezione degli animali. Al termine del percorso verrà rilasciato un patentino che certifichi l’idoneità del proprietario.
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